Cauto ottimismo, testa bassa e lavorare: il successo di Vettel in Australia, sperato ma inaspettato per quanto si era visto fino al sabato, rappresenta una boccata d'ossigeno importante per il lavoro di Maranello. La vettura ha reso come doveva, soprattutto in gara, e il muretto si è dimostrato capace di gestire un momento di difficile interpretazione come quello della Virtual Safety Car, sfruttandolo per aggirare l'ostacolo Hamilton e finire davanti ad una Mercedes che fino a quel momento aveva dominato il GP senza troppi problemi.
Calma e sangue freddo. Legittimi festeggiamenti a parte, il lavoro da fare è ancora tanto e in un Mondiale così lungo non si potrà sempre sperare nell'imprevisto che cambi le carte in tavola. Resta un gap evidente da colmare con le 'Frecce d'argento', la gara di Melbourne ha comunque visto Hamilton divorarsi in un sol boccone le qualifiche per poi star davanti senza insidie per 20 giri. Ma è da questa vittoria che la Ferrari dovrà partire per sviluppare la vettura e accorciare le distanze nei confronti della Mercedes: lavorare duramente, senza perdere di vista l'obiettivo mondiale e allo stesso tempo senza strafare. Il trittico asiatico del 2017 deve restare lì, deve servire da lezione per non ripetere gli stessi errori.
Da dove partire. La Rossa ha tenuto un passo gara di alto livello, Hamilton è rimasto davanti ma non è riuscito a scappare via come faceva fino al 2016 e non ha avuto quella "distanza di sicurezza" tale da metterlo al riparo da qualsiasi rimescolamento dei giochi. In Mercedes soffrono la pressione, e giocare sulle strategie aggressive può mettere la scuderia tedesca in seria difficoltà. In più c'è da capire cosa sia successo nel finale, quando il motore è stato spinto al limite ed è stato necessario rallentare per salvaguardare la power unit, mentre la Ferrari da questo punto di vista è sembrata poter mantenere un livello di prestazioni costante per tutta la gara. Riguardo ai piloti poi, Vettel ha mostrato una solidità mentale ritrovata dopo i colpi di testa dell'anno scorso: freddo, lucido e perfetto nel gestire il rientro ai box e guadagnare quei secondi necessari a sopravanzare l'avversario. Raikkonen è sembrato invece ritrovato, e potrebbe essere lui l'ago della bilancia di questo Mondiale: correre con due punte ha giovato alla Ferrari e messo sotto pressione la Mercedes, e se Bottas non si sveglia questo 2 vs 1 costante può creare tantissimi problemi.
Cosa migliorare. In qualifica, come detto, non c'è stata storia: sei decimi tra Hamilton e la coppia Ferrari, e subito dietro un Verstappen che al sabato ha girato praticamente sugli stessi tempi. Si sa che contro l'inglese sul giro secco c'è poco da fare, ma tenere dietro le Red Bull sarà fondamentale per potersi giocare concretamente il Mondiale ed evitare di perdere punti preziosi. Sul passo gara è andata sicuramente meglio, ma senza la VSC non sappiamo se Vettel sarebbe uscito dai box in prima posizione, o quantomeno negli specchietti di Hamilton, inoltre Raikkonen è stato costretto a portarsi dietro Ricciardo fino alla fine, e in un circuito con maggiore facilità di sorpasso sarebbe stato un grosso rischio. La capacità di gestire i colpi di scena, in una Formula 1 sempre più difficile dal punto di vista dei sorpassi, è certamente fondamentale, ma per vincere un campionato del mondo non si può sperare che ne arrivi uno ad ogni gara. C'è bisogno di trovare il giusto assetto e bilanciamento, questa Ferrari non è così facile da guidare e l'allungamento del passo ha ovviamente influito su questo. La fase più difficile sarà proprio in queste prime gare, poi con l'utilizzo del secondo motore - più sviluppato - le distanze potrebbero ridursi e sarà più facile provare a battagliare alla pari con Hamilton.