Quando nacque la Formula E nessuno, a cominciare dall’ex Patron della Formula 1 Bernie Ecclestone, credeva che la prima competizione automobilistica a propulsione elettrica potesse avere il successo ottenuto. E non parliamo soltanto di quanto visto nelle prime stagioni, che ha portato dei numeri non indifferenti per essere una categoria neonata e con molti pregiudizi, in particolare da parte degli appassionati del motorsport “classico”.
Infatti, a dimostrazione di ciò, il sempre maggior interesse che questo mondo ha suscitato nei grandi colossi dell’auto, quelli che insieme sono in grado di spostare gli equilibri di tutto il comparto, fa intendere come questa categoria potrà avere “vita lunga”, ergo possibilità di sviluppo, quindi di valore per tutti i portatori di interesse.
Si ok tutto bello. Ma avrà anche un successo di pubblico? Perché queste monoposto che non fanno rumore fanno ribrezzo. Il motorsport è altro, direte voi. Questo è proprio l’elemento che proveremo a discutere in questo articolo, con l’aiuto fornito da una intervista rilasciata da Vitantonio Liuzzi su Autosprint qualche settimana fa. Il pilota pugliese, ha il vantaggio di aver corso sia nella più blasonata Formula 1 nell’era dei motori termici che nella prima stagione della Formula E.
E’ quindi nella posizione migliore per dare un giudizio sulle differenze abnormi tra le due competizioni sopracitate e, indirettamente, ci farà intendere come il continuo confronto tra le due manifestazioni sia qualcosa di “inutile”, visto e considerato che parliamo di due mondi diversi.
Inoltre, la Formula E “rischia” di diventare la nuova competizione pioneristica per tutto il mondo dell’automobile, con la possibilità dunque di sfilare questo ruolo alla Formula 1, che a questo punto dovrebbe cominciare a pensare qualcosa di netto per capire che strada percorrere, ma questo è già un altro tema che, per quanto affascinante, non troverà spazio in questo articolo.
Su questo, Liuzzi si è espresso come segue: “Il mondo dell’elettrico sta prendendo sempre più piede nel campo dell’automotive, per cui avere un campionato elettrico è molto importante per il motorsport, sia per lo sviluppo, sia da un punto di vista d’immagine per altri motivi. La Formula E è alla sua quarta stagione e ogni anno ha regalato spettacolo dimostrando una bella crescita. E’ una visione diversa del motorsport molto interessante. Le case costruttrici cominciano a far parte di questo progetto e stanno entrando sempre più marchi in Formula E. Nei prossimi anni saranno loro che contribuiranno alla crescita del campionato full electric”.
La frase “illuminante” è proprio quella in cui si sottolinea la diversità nella concezione del motorsport. Infatti, nella visione classica delle gare dai sound rumorosi in stile V10 che vengono osannati soprattutto in Formula 1, nella competizione elettrica per quanto sia naturale il “non rumore”, rimane uno di quegli aspetti maggiormente criticati da chi, nelle sue generalità, segue il mondo delle vetture da competizione.
La Formula E, è un’altra dimensione del motorsport. Sono gare diverse, si vince in maniera “diversa”, non devono gestirsi le gomme ma le batterie, le vetture si guidano in maniera diversa, il pubblico è diverso. Chi segue questa categoria, magari potrà anche essere interessato alle vicende competitive in senso stretto, ma in realtà guarda con più ampio respiro il mondo dell’evoluzione motoristica di tipo elettrico.
Per non parlare poi del tipo di guida che bisogna avere. Su questo Liuzzi ha fatto capire le differenze sostanziali: “Queste monoposto richiedono un approccio di guida totalmente diverso rispetto alle vetture con motore a scoppio. A livello telaistico cambia moltissimo la guidabilità della macchina a causa soprattutto della batteria molto pesante che viene impiegata al posto del motore”.
E questa differenza, connessa alle elevate coppie di spunto dei motori elettrici ed al fatto che si corre in circuiti cittadini sfiorando le barriere, porta una gara di Formula E ad essere comunque avvincente, piena di pericoli, con il rischio di incappare in più di qualche tranello, anche se si è piloti esperti provenienti da altre categorie.
Quindi, per quanto l’autore di questo articolo sia di “estrazione” da Formula 1, non reputa necessario ne quanto meno produttivo, un continuo e perenne confronto tra quest’ultima e la Formula E. Possiamo anche solo pensare che da quattro anni a questa parte il motorsport a quattro ruote sia diviso in due fazioni, dove da un lato vediamo schierati F1, F2, F3, F4, DTM, WEC e chi più ne ha più ne metta, mentre dall’altro vediamo la Formula E? Vorremmo dire che in quell’elenco di categorie dell’altra metà non vi siano differenze solo perché fanno casino col motore? Quindi perché la Formula E non merita pari dignità all’interno del motorsport, seppur con le differenze sacrosante che vanno a differenziare le varie categorie come avviene tra quelle del motorsport “classico”?
A voi le riflessioni.