Manca poco e i veli verranno tolti dalle monoposto che scenderanno in pista nella stagione 2018, ma c'è grande curiosità, come intorno alla McLaren, che quest'anno sarà motorizzata Renault. Dopo anni di difficoltà con Honda, la casa di Woking è riuscita a liberarsi dei motoristi nipponici ed a stringere un accordo con la casa di Enstone, che fornirà i motori a Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne, confermati alla corte del team fondato da Bruce McLaren, 55 anni fa.
Con l'addio di Honda, in McLaren hanno provato a rivoluzionare la vettura, già buona sotto il punto di vista del telaio, ma carente per quanto riguarda la meccanica ed è proprio questo che Tim Goss, direttore tecnico della scuderia di Woking, ha spiegato a Motorsport.com. Dopo 5 anni di digiuno, tutto il team spera di saziare la sua fame di vittorie e per questo in Gran Bretagna hanno lavorato duramente per dare ai piloti una vettura robusta e veloce, che gli possa permettere di lottare: "Il maggior compito nel progettare una vettura di Formula 1 moderna consiste nel dare al pilota una monoposto che si possa sfruttare al meglio. Quello che stiamo cercando di realizzare è una vettura che possa essere sfruttabile in varie condizioni".
Goss ha proseguito, spiegando come, questa McLaren che scenderà in pista, sarà figlia di un lavoro iniziato già lo scorso anno, con il cambio di regolamenti, perchè sin dall'inizio è stato fatto un grande lavoro sull'aerodinamica, che ha dato i suoi frutti in alcune occasioni. Ora, però, è giunto il momento di concentrarsi anche sulle prestazioni ed è stato questo il punto su cui si sono concentrati in questo inverno, i tecnici della McLaren: "Inizialmente non eravamo preoccupati del livello di performance che avremmo raggiunto con la vettura. Quello che volevamo era capire la fisica dei flussi ed avere una stabilità aerodinamica nelle varie condizioni di utilizzo della monoposto. Solo quando siamo stati in grado di realizzare questo, ed abbiamo avuto una risposta positiva dai dati aerodinamici, ci siamo concentrati sulle prestazioni. Il nostro approccio in questi giorni è quello di fornire al pilota una monoposto in cui avere fiducia. Realizzare un'auto con un elevato carico non è il nostro modo di lavorare per creare un pacchetto aerodinamico veloce per il pilota".
Successivamente, il direttore tecnico è tornato alla passata stagione e al rapporto con Honda, non trattenendo nemmeno qualche frecciatina. Innanzitutto, ha spiegato di non aver pensato ad una vettura - quella del 2017 - pensando a come limitare i problemi di potenza creati dai giapponesi e che il design fosse semplicemente figlio della volontà del team di creare una vettura veloce: "Anche se avessimo ridotto l'incidenza aerodinamica del nostro pacchetto, ad esempio scaricando le ali, non saremmo riusciti ad avere una velocità di punta adeguata. Il nostro lavoro è sempre quello di riuscire ad ottenere il giro più veloce e la nostra strategia nell'affrontare un weekend di gara è quella di qualificarci nella miglior posizione possibile e cercare di difenderla. In alcune corse è stato molto difficile riuscirci".
Il punto di svolta della stagione è stato il Gp d'Ungheria, dove il team è riuscito a disputare la miglior gara della stagione, con entrambi i piloti a punti, ma tutto è stato vanificato dopo la pausa, dalla mancanza di potenza del motore Honda, che ha costretto il team a soffrire tra Spa e Monza: "Siamo riusciti a migliorare la nostra vettura a partire dal Gran Premio di Ungheria, lì abbiamo disputato una ottima gara, ma quando siamo arrivati a Spa le nostre prestazioni sono precipitate nuovamente perché non potevamo contare su una buona velocità di punta in rettilineo. Le gare in Belgio ed in Italia sono state molto frustranti perché sapevamo che la nostra vettura era valida, ma non potevamo competere in velocità di punta con gli altri".
Infine, una frecciatina ad Honda, sul fatto che non si possono mettere pezze ovunque per coprire gli errori di progettazione di un motore: "Siamo qui per vincere gare e campionati ed il design della nostra vettura è finalizzato ad ottenere questi successi. Piuttosto che cercare di mettere una pezza per nascondere le scarse prestazioni del motore, quello che vogliamo fare è realizzare una ottima monoposto con la consapevolezza che la power unit sia all'altezza".