Ad inizio stagione nessuno avrebbe mai immaginato che, dopo tre gare, le classifiche generali recitassero un Felix Rosenqvist e la Mahindra rispettivamente davanti a tutti. Infatti, sottoscritto compreso, nella preparazione alla quarta stagione del campionato di Formula E, ci si è concentrati più su quanto si facesse nelle case di Renault e Audi, con la prima pronta a continuare il suo dominio incontrastato degli anni precedenti e la seconda pronta a prendersi lo scettro proprio per combattere lo strapotere dei francesi.
Ma ad oggi, c'è da registrare una inaspettata Mahindra, capace di essere competitiva sia in qualifica che sul passo gara, con una gestione ottimale dell'energia come ha dimostrato il pilota svedese durante proprio la gara del Marocco, con le due big che invece devono arrancare, con l'Audi che al momento sembra non essere neanche pervenuta.
È interessante scoprire quanta Italia ci sia dietro al successo di Felix e del team gestito da Dilbagh Gill: non ci dilunghiamo sul fatto che il telaio Spark della F.E sia stato progettato e realizzato a Varano de’ Melegari nella factory della Dallara Automobili, dal momento che tutte le monoposto hanno la stessa scocca. Ma è interessante evidenziare che il motore elettrico che quest’anno è capace di una potenza di picco di 200 kW in qualifica e 180 kW in gara sia della Magneti Marelli. I tecnici sulla M4electro sono riusciti a risparmiare un paio di chili sul motogeneratore, ma soprattutto è stato fatto un grosso lavoro nella gestione elettronica che ha permesso di migliorare la curva di coppia in modo da adattarla alla nuova trasmissione Mahindra a presa diretta.
Il marchio di Corbetta al campionato di Alejandro Agag assicura anche il sistema di connettività MLP che connette tutte le monoposto in gara alla direzione gara e, per esempio, consente la gestione del Fan Boost, delle comunicazioni radio con il pilota e dei controlli da parte della FIA. Va detto che la ricerca della riduzione di peso è una costante del team Mahindra e gli interventi in quella che di fatto è ancora una categoria monomarca sono molti limitati e difficili: la squadra indiana si è rivolta alla Nanoprom di Sassuolo per la verniciatura delle carrozzerie.
Grazie alle nanotecnologie che si sono già viste diffondere in alcuni team di F.1, la Nanoprom è riuscita a risparmiare oltre un paio di chili di peso nella sola verniciatura dell’intera carrozzeria della Mahindra, una monoposto che per essere a regolamento deve arrivare ad almeno 880 kg (dove 430 kg sono rappresentati dalla batteria).
Se escludiamo gli adesivi che arrivano dal promotore del campionato, ABB e Julius Baar, tutte le altre scritte che appaiono sulle monoposto di Felix Rosenqvist e Nick Heidfeld non sono sticker applicati alla carrozzeria, ma sono il frutto di un accurato lavoro di verniciatura svolto dagli specialisti di Gian Luca Falleti e Gabriele Tredozi che in questa occasione hanno usato una nuova evoluzione del Polysil Sport Polish, il prodotto che oltre a permettere un significativo calo della vernice, consente di ridurre l’adesione dello sporco e dei residui di gomma sulla carrozzeria.
I primi dati dicono che l’adesione dei residui di gomma e dello sporco in pista (ricordiamoci che si corre sempre su tracciati cittadini) si sarebbe ridotto dell’80% rispetto ai prodotti tradizionali, garantendo una minore resistenza aerodinamica specie alla fine della gara, quando è necessario esprimere il massimo potenziale della vettura, che può valere 1 punto di Cx.
Come abbiamo potuto capire, anche in una serie che è caratterizzata da vincoli regolamentari molto stringenti è possibile applicare delle soluzioni innovative che impattano in modo positivo sulle prestazioni, con buona pace di quelli che intendono la Formula E come una categoria "minore".