Casey Stoner ha vissuto la sua esperienza in MotoGP affiancato da ingegneri e tecnici di livello, tra i quali ha sempre spiccato Cristian Gabarrini, suo ingegnere di pista dal 2007 in poi, fino al ritiro avvenuto nel 2012. Ad accogliere l'australiano, però, fu Ramon Forcada, ingegnere di pista nel 2006, quando il centauro di Southport approdò in LCR con Lucio Cecchinello, in sella ad una Honda clienti. Nonostante il primo anno di Casey Stoner fosse stato di una certa caratura, tutti notarono l'aussie per le cadute di cui era vittima in ogni GP, che gli fecero conquistare il soprannome di Rolling Stoner.
Un problema causato dalle gomme Michelin, che, come accusa lo stesso Stoner, venivano scelte a caso dalla casa francese, che decideva a chi dare le mescole migliori in ogni week-end, creando le differenze che poi decidevano i vari Gp. Il problema, per Stoner, si risolse l'anno successivo, quando approdò in Ducati dopo una stagione difficile, in cui aveva avuto dei contrasti anche con il suo ingegnere di pista, Forcada, che dopo anni torna sul rapporto con l'australiano e spiega come sia rimasto impressionato dalla sensibilità del pilota: "Ad esempio: un team poteva disegnare i cerchi della moto e poi farli realizzare a due fornitori differenti. Erano cerchi identici in tutto, in termini di disegno, peso e forma. Ma Stoner era capace di distinguerli in base al feeling che aveva alla guida".
L'attuale ingegnere di Maverick Vinales prosegue spiegando come Stoner fosse capace di andare al massimo anche con moto non perfette, proprio come fece con Ducati nei quattro anni a Borgo Panigale: "Casey si è divertito molto sulla moto, ma non aveva bisogno della moto perfetta per farlo. Lui voleva sempre vincere quando stava guidando".
Infine, lo spagnolo conclude ammettendo di non esser rimasto sorpreso nel 2012 al ritiro di Stoner, poichè sapeva che per quanto piacesse a Stoner guidare, il due volte iridato non amava particolarmente il mondo in cui si trovava: "Amava andare in moto, ma il resto delle cose non gli piacevano. Quando ha fatto il suo esordio non era in un team factory e, nonostante questo, sentiva che gli obblighi pubblicitari erano troppi per lui. Posso solo immaginare come si sia sentito in seguito".