In un periodo di attesa per l'avvento del nuovo campionato del mondo che scatterà il prossimo 25 marzo a Melbourne, a far parlare di Formula 1 in questo brevissimo scorcio di 2018 ci hanno pensato i vari vertici del circus su questioni politiche e commerciali che ciclicamente tornano a tenere banco in vista della firma del nuovo Patto della Concordia.

A tal proposito, torna a farsi sentire Lewis Hamilton, giunto proprio pochi mesi fa alla conquista del quarto titolo mondiale in carriera, allori che hanno portato il pilota di Stevenage ad entrare nella ristretta rosa di campioni della classe regina dell'automobilismo mondiale ad aver vinto più di 4 volte il massimo risultato personale.

Mai banale, sia in pista che a mezzo stampa, l'inglese si è espresso a Motorsport.com soprattutto sulla questione circuiti, che da ormai diversi anni tiene banco nella massima serie, tanto da aver fatto piazzare gli occhi e le menti di Liberty Media, con l'intenzione di valutare eventuali possibili modifiche dei tracciati a favore dello spettacolo.

Il campione del mondo 2017 non ha risparmiato le critiche per lo spettacolo offerto in occasione dell'ultima gara stagionale ad Abu Dhabi, indicando nel layout del tracciato il problema maggiore. Da questo ha poi allargato il ragionamento, su come i passi da gigante in termini di sicurezza dei nuovi circuiti possano entrare in conflitto con alcuni aspetti della Formula 1 che ormai si sono persi, puntando il dito contro le vie di fuga di nuova concezione: "La FIA ha fatto un lavoro incredibile, ma adesso è giunto il momento di dire basta a queste vie di fuga ampie come parcheggi. Un pilota non dovrebbe poter tagliare una curva così facilmente. Quello che amo del passato ovviamente non sono gli incidenti, ma la possibilità di perdere del tempo se vai lungo. Adesso affronti il tracciato sapendo che se vai anche solo il 5 per cento più forte di quanto tu debba andare non incorri in alcun problema perché puoi sempre rientrare in pista. Questa cosa non mi piace per niente".

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In particolare, Hamilton cita alcuni circuiti da prendere a riferimento della sua tesi: "Sono un fan di circuiti come Oulton Park e Donington. Nell'ultimo il vecchio tornante era un incubo, dovevi frenare, portare la giusta velocità in curva ed affidarti all'aerodinamica. Poi dopo la collinetta e la seconda a destra prima del rettilineo opposto non eri in grado di vedere la linea bianca di demarcazione. C'era la linea e subito la ghiaia. Riuscire a trovare il limite in quel circuito è più difficile che trovarlo in tutte le altre piste della Formula 1".

Ma non è tutto da buttare, infatti il quattro volte campione del mondo fornisce le sue considerazioni positive su alcuni tracciati attualmente in calendario, come Austin, Silverstone, Spa e Suzuka: "Le curve ad alta velocità di questa stagione sono state incredibili! Le curve migliori sono state quella del Pouhon a Spa e le 3-4-5-6-7 ad Austin. A Silverstone, la Copse e poi le Maggotts e Becketts e le esse di Suzuka sono speciali. Ma ad Austin, per qualche ragione, c'è la migliore combinazione perché le puoi affrontare utilizzando traiettorie differenti. A Suzuka, invece, sei obbligato ad una singola traiettoria. Per questo motivo adoro Austin. E' uno dei miei circuiti preferiti e non capita spesso che mi piaccia un tracciato moderno".