Tipicamente, in inverno siamo abituati a valutare quanto fatto nella stagione precedente e le indiscrezioni su quello che ci si può attendere nella successiva, visto che è ormai partito il countdown per le presentazioni delle nuove vetture e quello per la gara in augurale che si terrà a Melbourne il prossimo 25 Marzo. A dire il vero, come normale che sia, da novembre la "penuria" di commenti ad un circus non impegnato direttamente nelle sfide per il campionato, è stata ben compensata dalle innumerevoli news, notizie, rumors sull'aspetto politico della massima competizione automobilistica, complice l'ormai prossima definizione del Patto della Concordia e dei motori per il 2021, senza dimenticare le parole al vetriolo dell'ex boss Bernie Ecclestone che hanno movimentato un pò tutti i protagonisti della manifestazione.
Ma la notizia giunta ieri, circa l'ingaggio di Daniil Kvyat da parte della Ferrari, è sembrata inaspettata soprattutto per le tempistiche, visto che di solito il mercato piloti, ad eccezione della questione Williams - Kubica, "chiude" le discussioni con la fine dell'anno. Probabilmente, l'ufficialità è stata data solo ieri a causa delle insistenti voci che volevano il pilota russo come alternativa proprio alla sopracitata scuderia di Grove, come eventuale compagno di squadra di Stroll per il 2018.
Al di là della notizia in sè, ormai rilanciata in ogni dove, proviamo ad analizzare cosa può portare questo alla causa di Maranello e a quella del pilota ex Red Bull. Kvyat viene fuori da quel vivace e mai banale vivaio della scuderia di Milton Keynes, che ha portato in Formula 1 gente come Vettel, Ricciardo, Verstappen, ma che si è reso anche un ammazza carriere per chi non confermasse le aspettative di quel burbero di Helmut Marko. Il russo ne sa qualcosa: prima valutato come astro nascente dell'automobilismo della Madre Russia, poi introdotto nel team satellite Toro Rosso, poi affiancato a Daniel Ricciardo nel team di Chris Horner, quando ormai si sapeva che Sebastian Vettel era in procinto di arrivare in via Abetone Inferiore 4.
Con la squadra "principale" Kvyat non ha mai brillato, salvo qualche exploit che però non può giustificare tante, troppe gare di anonimato. Soprattutto quando gli errori cominciano ad essere grossolani, e dallo stesso vivaio sta sgomitando un fenomeno come Verstappen. Marko, vista la situazione, ci ha messo poco: promozione all'olandese a Milton Keynes e retrocessione del russo a Faenza. Così, da una gara all'altra, dopo però aver convinto in negativo proprio nel Gran Premio di Russia del 2016.
Da quel momento in poi, l'ultimo anno e mezzo del pilota di Ufa è stato a dir poco impalpabile, se non per qualche errore di troppo, a cui bisogna sommare la mai esaltante qualità della vettura, che spesso ha mostrato problemi di affidabilità.
Vi starete chiedendo quindi, che ci fa in Ferrari uno così? Dal comunicato della Ferrari di ieri, Kvyat assumerà il ruolo di pilota per lo sviluppo. In parole povere, sarà il pilota di riferimento al simulatore, con l'intento di indirizzare il lavoro in aree specifiche nei week-end di gara e, considerando che comunque il russo ha inserito 72 Gran Premi nel suo palmares, questo può contribuire nella valutazione dello stesso sistema di simulazione di Maranello.
Probabilmente non ce lo ricordiamo più, ma negli anni dal 2010 al 2013 dominati dalla scuderia anglo-austriaca, si parlò molto di come a Milton Keynes fossero i migliori nelle analisi predittive e come i riscontri tra i dati tirati fuori dalla fabbrica e quelli poi misurati in pista fossero assolutamente positivi e confrontabili, cosa che invece in Ferrari non accadeva, anzi tutt'altro. Quindi Kvyat può rappresentare la persona che quella tecnologia la conosce (magari in aggiunta anche qualcosa in ambito telaistico non guasterebbe) e quindi potrebbe rivelarsi più utile di quanto i suoi numeri possano dimostrare.
Inoltre, ma su questo dovremo attendere ulteriori ufficialità, la Ferrari potrebbe aver acquisito con l'ex Red Bull anche una non inutile partnership commerciale, visto che la SMP, banca russa dei fratelli Rotenberg che si è spesa nello sviluppo dei giovani piloti connazionali, potrebbe essere disposta ad elargire più di qualche euro.
Per il russo invece questa potrebbe sembrare una sorta di ultima spiaggia per rimanere, seppur da dietro le quinte, nella massima serie automobilistica. Ma se Kvyat dovesse espletare come si deve il suo ruolo, potrebbe essere il vero acquisto da parte della Ferrari per il 2018. Staremo a vedere.