Nonostante manchi pochissimo all'esordio della quarta stagione di Formula E, già impazzano news circa nuove partnership o ridiscussione di quelle esistenti, come quella già commentata tra DS Automobilies e Virgin Racing, sintomo della gioventù della competizione a propulsione elettrica che ancora cerca una sorta di stabilità, difficilmente ottenibile nelle prime fasi di un movimento che mira a cambiare la percezione della mobilità come la pensiamo noi.
In tal senso, bisogna però registrare la fine della collaborazione tra la Dragon Racing e la Faraday Future, che aveva portato alla entry list per il quarto campionato il team denominato solamente come Dragon Racing, pur mantenendo in piedi la fusione tecnica tra le due realtà ma secondo Autosport, sembra che questa si sia dissolta anzitempo.
La Faraday è una compagnia californiana che vede il suo business principalmente orientato alla tecnologia nel suo complesso, pur essendosi assicurata la partecipazione come title sponsor all'e-Prix di Long Beach nel 2016, per poi essere ufficialmente entrata nella massima competizione full electric unendosi al team di Jay Penske, che comunque ha portato a casa i primi due round della stagione scorsa.
Ma come si dice, piove sempre sul bagnato. Infatti a tutto questo bisogna aggiungere le problematiche di natura finanziaria riscontrate a seguito di una incrinatura del rapporto con la cinese LeECo, a cui vanno sommate quelle tecniche e manageriali, rappresentate dalla perdita di alcuni membri chiave dello staff, incluso il capo del motorsport, Nate Schroeder, e l’ex boss della Ferrari in Formula 1, Marco Mattiacci, oltre ad aver ritardato la costruzione della nuova base in Nevada.
Ma guardando al brevissimo periodo, per quanto concerne la formazione che vedremo in azione a partire da Hong Kong, la Dragon Racing farà affidamento sull’ex pilota Porsche in LMP1, Neel Jani, subentrato al posto di Loïc Duval, e sul confermato Jérôme D’Ambrosio, in attesa della necessaria e salvifica alleanza con un costruttore.