Non bastava il dominio di Lewis Hamilton e la conquista del quarto titolo costruttori consecutivo da parte della Mercedes sulla pista di Austin, neanche la presenza di Bill Clinton o di Usain Bolt. Dal Texas si innalza l’ennesima polemica che riguarda Max Verstappen, autore nel Gran Premio degli Stati Uniti di una gara maiuscola, cominciata nelle retrovie a causa della decisione di cambiare la power unit Renault sulla sua Red Bull. Ma andiamo con ordine
IL FATTO
E’ l’ultimo giro, l’olandese è quarto e sta incalzando Kimi Raikkonen. Siamo nell’ultimo settore, nella zona costituita da quella curva a destra che tanto ricorda la speculare del tracciato di Istanbul. Max è ancora dietro, il finlandese della Ferrari è riuscito a difendersi sul rettilineo precedente, il risultato sembra dunque in cassaforte. Ma quel fenomeno che è Max non demorde, prova ad infilarsi in un punto “particolare”, una manovra da vero fuoriclasse, che lo porta a tagliare il cordolo interno con tutte e quattro le ruote. Da quella manovra, Verstappen guadagna la posizione su Raikkonen, agguantando la terza, poi successivamente negata.
LA REGOLA
La questione è riportata in maniera abbastanza semplice dall’articolo 27.3 del regolamento sportivo 2017 che riporta quanto segue
27.3 Drivers must make every reasonable effort to use the track at all times and may not deliberately leave the track without a justifiable reason. Drivers will be judged to have left the track if no part of the car remains in contact with it and, for the avoidance of doubt, any white lines defining the track edges are considered to be part of the track but the kerbs are not. Should a car leave the track the driver may re-join, however, this may only be done when it is safe to do so and without gaining any lasting advantage. At the absolute discretion of the race director a driver may be given the opportunity to give back the whole of any advantage he gained by leaving the track.
Ovvero sia quanto segue: “I piloti devono compiere ogni ragionevole sforzo per restare in pista e non possono deliberatamente lasciarla senza un giustificato motivo. I piloti saranno giudicati se nessuna parte della vettura rimane a contatto con essa e, a scanso di dubbi, le linee bianche che definiscono i bordi della pista sono considerate parte del tracciato, al contrario dei cordoli. Nel caso in cui una vettura esca dal perimetro della pista, il conducente può rientrare rispettando condizioni di sicurezza e senza ottenere alcun vantaggio”.
Che tradotto dal burocratese significa che la vettura non deve andare con tutte e quattro le ruote aldilà della linea bianca che delimita la carreggiata, senza un giustificato motivo.
IL COMMENTO
A voler essere degli avvocati ci sarebbe poco da dire. Verstappen ha oltrepassato la linea bianca con tutte e quattro le ruote quindi penalità giusta, fine.
Ma la Formula 1 è un qualcosa caratterizzato da moltissime sfumature, interpretazioni, analisi e quindi dobbiamo dire qualcosa in più, anche per chi magari “non conosce” tutta la faccenda.
Premesso che la regola di sopra rappresenta il nostro recinto di discussione, la stessa contiene al suo interno una sacrosanta flessibilità di giudizio, come deve essere la massima competizione automobilistica, magari anche nel comparto tecnico, ma questa è altra storia. Tale “concessione” spetta alla parte dell’articolo che recita “I piloti saranno giudicati se nessuna parte della vettura rimane a contatto con essa” (la linea bianca) in cui molto semplicemente la Direzione Gara si riserva il diritto di penalizzare o meno una manovra, cercando quella maledetta o benedetta linea di demarcazione tra il consentito ed il vietato che in Formula 1 è sempre difficile da “vedere”, financo a chi “si occupa” di questa competizione una volta ogni due settimane, in una riedizione di quei 60 milioni di allenatori quando gioca la Nazionale di calcio in salsa motoristica.
“Ma come?!?! anche gli altri sono andati aldilà della pista con tutte e quattro le ruote durante la gara”. Si fenomeni della domenica, se per questo nel 2017 è avvenuto anche in Austria ed in Ungheria, giusto per citare i primi due eventi che vengono in mente all’autore di questo articolo, a seguito di una giornata lunga 21 ore. Si, non in un duello diretto, ma quest’anno non è la prima volta che in alcune curve, tra l’altro avallate durante la consueta riunione tra il direttore di gara Charlie Whiting ed i piloti, sia consentito di allargarsi più del consentito dalla norma stessa. Si fa per far aggredire meglio la pista ai piloti, per rendere la cosa più “interessante”, “spettacolare”. Ma non siete poi gli stessi che si lamentano che i piloti sono ingessati e non si riesce a percepire più il limite?
“Ma come?!?! In un’altra circostanza anche Perez con la Force India nella stessa curva ha tagliato nei confronti della Renault, complotto!!!” Anche qui, cambiate visione. In quella circostanza il messicano non ottiene nessun vantaggio, perché il sorpasso non si concretizza, infatti nel giro in questione Carlos Sainz passa sul traguardo davanti alla Force India.
Quindi, per quanto detto, e per quanto concerne la regola, la penalità è stata sacrosanta. “Ah ma allora tu sei un tifoso che vedi solo da una parte e Verstappen è sempre colpevole di tutto”. Cari miei, se la pensate così, andatevi a rileggere cosa si è scritto in merito all’incidente a Singapore, dove in pratica tutto il popolo Rosso ha crocifisso quel povero cristo che in quella situazione c’entrava poco. Ma va beh fatti vostri.
In tutto questo, sapete qual è il problema? Che tra quei tizi a cui abbiamo cordialmente detto che hanno esagerato nei giudizi, ci sono proprio il diretto interessato con padre al seguito, con successive dichiarazioni vergognose, mettendo in mostra un breve vademecum su come far dimenticare una gara superlativa dello stesso pilota. Quindi, cari Verstappen, ma che state a dì?