Quella di domani si preannuncia come una gara ricca di incertezze, insidie e punti di forza per i due contendenti al titolo mondiale. Di sicurezza ne abbiamo soltanto una, ovvero la 71esima pole position in carriera conquistata da Lewis Hamilton, la prima in assoluto a Suzuka, in una sessione di qualifica mai in discussione sin dai primissimi minuti della Q1.
Ma la gara è tutt’altra cosa e non perché vogliamo ”tirarla” al campione inglese, ma semplicemente perché di punti fermi ce ne sono davvero pochi, sia da un punto di vista dei dati raccolti sin dal venerdì, sia da un punto di vista più umano.
Cominciamo con mettere in fila alcuni numeri che potrebbero dare una indicazione su quanto potrà succedere, anche se come vedremo, dovranno essere interpretati a dovere. Come già accennato, sul giro secco la Mercedes ha fatto paura, piazzando entrambi i piloti in prima fila, con un Valtteri Bottas ritrovato che partirà in sesta posizione per via della penalità comminatagli per la sostituzione del cambio (incrociata con le altre penalità di Raikkonen e Alonso).
Quello che però, nel duello con Sebastian Vettel, va sottolineato è che tra i due vi è quasi mezzo secondo che può essere spiegato in vari modi. Sappiamo che la Ferrari si è presentata in Giappone con un assetto più scarico al posteriore a differenza dei rivali di Brixworth e questo sembra aver fatto la differenza. Infatti, andando ad analizzare gli intertempi, l’inglese rifila al tedesco due decimi nel primo settore ed altri due in quello successivo, mentre nell’ultimo la prestazione viene pareggiata al decimo. Detta così sembrerebbe che vi sia già in partenza una condizione deficitaria da parte della SF70H per via della scelta di questa configurazione; tecnicamente parlando potrebbe essere così, sappiamo infatti che gran parte della prestazione del giro a Suzuka si fa nelle prime due zone del circuito, in particolare al “Serpentone” iniziale.
A questo punto dell’analisi, logica vuole che si vada a valutare i dati dei passi gara messi in mostra dai protagonisti nelle prove libere di questa mattina. In tal senso balza all’occhio come sia Vettel che Kimi Raikkonen abbiano avuto un passo migliore di entrambe le Mercedes, sia su gomma Supersoft che Soft, rispettivamente 93’’.6 e 94’’.3 contro i 94.1 e 94.2 di Hamilton e Bottas. A questo però va aggiunto che nelle FP3 le Ferrari hanno girato con poco carico di carburante, quindi questi dati sono da prendere con le pinze, visto che specialmente nelle prime tornate i quasi 105 kg di carburante nella sequenza di “S” possono giocare un ruolo determinante.
Qualche parola va posta anche sulla Red Bull, che per via della retrocessione del finlandese della Mercedes per i problemi suddetti, occuperà tutta la seconda fila, seppure conquistata con 1 secondo pieno di distacco dalla vetta. Ma Daniel Ricciardo e Max Verstappen, autori sempre di partenze molto ottimistiche, possono rimescolare il passo gara di tutti, in caso di partenza monstre. Infatti, su questo circuito sorpassare è più difficile di quanto sembri, soprattutto con le vetture di quest’anno che offrono una scia molto disturbata e che inficiano ancor di più le prestazioni degli pneumatici di chi segue. Per questo, non è detto che la gara possa essere solo una questione tra i due contendenti al titolo mondiale.
Questo discorso appena fatto però, può essere calato nella sfida che Hamilton e Vettel porteranno lungo gli oltre cinque chilometri del tracciato di Suzuka, con la SF70H che sembra essere lievemente inferiore su questa pista rispetto alla W08 Hybrid, con il tedesco che in caso di partenza efficace potrebbe imporre il suo ritmo con l’inglese che, forte dei suoi 34 punti di vantaggio in classifica generale, potrebbe fare da ragioniere o provare l’attacco durante la finestra del pit stop, anche se nelle interviste post-qualifica ha espressamente dichiarato che in caso di attacco del suo diretto rivale non sarà morbido come con Verstappen in Malesia.
Del pit stop o dei pit stop? Bella domanda. Se su altri circuiti quest’anno, in questa sede, avete trovato già una indicazione ben precisa sulla strategia, tipicamente ad una sosta vista la particolare compattezza degli pneumatici del 2017; per domani rimane ancora una lieve forma di indeterminatezza. Infatti rimane ancora in piedi l’ipotesi della strategia a due soste, ipotesi più aggressiva volta a strapazzare maggiormente le gomme specialmente nei primi due settori, ma fattibile solo in condizioni di pista libera nelle prime fasi. E’ però probabile che alla fine si cederà qualche decimo su base passo gara per cercare di giungere intorno al 20esimo giro con le Supersoft montate in partenza, per poi montare la Soft e quindi andare fino in fondo per una strategia più “statica”.
Ultimo punto da tenere in considerazione è la questione temperatura dell’asfalto, che tra l’altro risulta abbastanza abrasivo, attesa un po’ più elevata rispetto alla giornata odierna e che, in linea teorica, dovrebbe favorire la Ferrari nello stint su gomma Supersoft. Ma come potete notare, le domande sono molte, le risposte poche. Non ci resta che attendere domani.