Con l'edizione di domenica e la vittoria di Max Verstappen, condita dallo show di Sebastian Vettel,  il circus della Formula 1 saluta il Gran Premio della Malesia. Dopo 19 anni di spettacolo, grazie all'interessante e moderno circuito di Kuala Lumpur, la pista della capitale abbandona la Formula 1, dopo il mancato rinnovo del contratto avvenuto lo scorso anno. In molti, da subito, si sono augurati che questa sia solo una pausa temporanea e, da quel che rimbalza dal sud-est asiatico, pare proprio che la Malesia farà di tutto per ritornare ad avere il suo Gp. 

A darne l'annuncio è il ministro Najib Razak, che apre nuovamente le porte della Malesia al circus, a soli due giorni dall'ultimo GP. Il capo del governo non rimpiange la scelta di abbandonare la F1, per il momento, ma ammette che come il Paese si troverà in situazioni finanziare migliori, difficilmente la Malesia non rientrerà in F1: "E' stato un viaggio entusiasmante quello fatto nel corso di questi 19 anni. All'inizio è stato per noi una grande spinta, ma poi le cose sono scemate. Il GP è diventato sempre meno attraente e le finanze non stavano andando nel modo migliore. Per cui abbiamo deciso di interrompere il nostro rapporto con la F.1".

A confermare la tendenza negativa degli ultimi anni, ci pensa l'amministratore delegato del tracciato di Sepang, che spiega come sia venuto meno il supporto dei malesi: "Al giorno d'oggi stiamo facendo molta fatica nel convincere i malesi a supportare l'evento, nonostante sia di dimensioni enormi. Avrebbe dovuto essere più supportato dalla gente del posto. Negli ultimi 3 anni abbiamo visto un declino costante riguardo i numeri dei malesi presenti in autodromo nel fine settimana che ha ospitato la F.1. Abbiamo ottimi numeri riguardo le persone che vengono a vedere la corsa da altri Paesi, ma con i malesi abbiamo faticato. Dobbiamo fare valutazioni sul motivo di questo disinteresse. Per questo motivo è bene fare una pausa, fare valutazioni attente, concentrarsi su ciò che vogliono di tifosi e un giorno torneremo a valutare se tornare in F.1".

Non si chiude dunque la porta per la F1 nella terra di Sandokan, ma, per ora, sembra soltanto un arrivederci, in attesa di una situazione economica migliore, che permetta al paese di tornare a ruggire.