Dopo la gara di Singapore, in cui sembra esserci stato un vero e proprio crocevia della stagione, si giunge in Malesia, prima di un tour de force che caratterizzerà il mese di ottobre, in cui vi saranno ben 2 back to back in calendario. Dunque dopo il Gran Premio di domenica, in meno di una settimana ci si ritroverà in Giappone sullo storico circuito di Suzuka, al quale seguiranno 2 settimane prima di Austin e Messico, anche loro distanziati di sette giorni. Sarà dunque un mese estremamente interessante e particolarmente carico per la lotta all’iride, anche se tutti si aspettano un epilogo non prima dell’ultima gara.
Quello che si aprirà a Kuala Lumpur nelle prossime ore, sarà un week-end in cui la Ferrari è chiamata a reagire dopo la tragica partenza di Marina Bay, pur sapendo che i curvoni del tracciato malese si adattano meglio alla filosofia progettuale della Mercedes, seppur sembrano esserci dei margini per esaltare le doti della SF70H come scopriremo in questo articolo.
Il teatro della sfida di questo fine settimana è da molti considerato uno dei circuiti meglio riusciti dal famoso architetto Tilke, costituito da 15 curve, con una velocità media che si aggira attorno ai 214 km/h (anche se forse con le vetture di quest’anno potremmo avere un valore maggiore) ed il 56% sul giro percorso a flat out. Un circuito molto tecnico, che di solito piace ai piloti, che presenta una sede stradale abbastanza ampia, con importanti staccate, che forniranno diversi spunti per i sorpassi. Le previsioni, inoltre, danno una buona probabilità di pioggia, questo aggiunge un elemento di imprevedibilità in più a quello che di solito è sempre un Gran Premio particolarmente godibile.
Andando più nel profondo nell’analisi del circuito, balza all’occhio come questo possa prediligere una vettura con una buona efficienza aerodinamica, dunque riuscire a creare un ottimo livello di carico compromettendo il meno possibile la penetrazione aerodinamica. Su questo la W08 ha dimostrato di essere un pochino meglio fornita della SF70H, in quanto grazie al famoso passo lungo, riesce a produrre gran parte del downforce con il corpo vettura, che è meno impattante da un punto di vista della resistenza all’avanzamento, a contrario della Rossa che invece, a causa di un passo più corto, presenta una vettura più rake, ovvero più “inclinata” sull’anteriore, che dunque offre una maggior superficie su cui “va a sbattere” l’aria, ed una percentuale di carico in più da generare sugli alettoni, che per natura vanno a peggiorare la penetrazione aerodinamica.
Questo risulterà molto interessante anche nella gestione del DRS. Infatti, su un circuito da medio carico, con un’ala posteriore verosimilmente “ampia”, nell’azionamento del sistema di riduzione della resistenza all’avanzamento, si otterrà un delta velocità pari a circa 20 km/h, dunque un bel vantaggio per chi dovrà compiere il sorpasso.
Due parole adesso le andremo a fornire sulla questione power unit, in particolare per vedere cosa decideranno in casa Ferrari, su due aspetti. Se da un lato infatti a Maranello dovranno valutare se e quando far debuttare l’ultima evoluzione della motorizzazione, magari proprio a Kuala Lumpur, potrebbe farsi largo l’idea di utilizzare la versione precedente che è stata risparmiata durante il nefasto week-end di Singapore. Va detto che dalle informazioni che abbiamo, non sembra che l’ultima evoluzione della power unit Rossa possa superare i 10 CV di upgrade, ma questi numeri sono sempre da prendere con le pinze.
Da un punto di vista della gestione delle unità ibride, sarà interessante capire come verrà settata la potenza espressa dalle componenti elettriche di queste motorizzazioni. Se sui lunghi rettilinei questa può dare un aiuto nella ricerca del massimale, anche sfruttarla in uscita dalle curve impostando una trazione più efficace, potrebbe dare un miglior spunto alla vettura così da porsi in scia a chi precede, per poi ingaggiare un duello.
Va inoltre annotata un’altra questione, ovvero quella sulle frenate. Infatti il tracciato malese presenta solamente tre frenate importanti, che classificano la pista in questione tra quelli da impatto medio sugli impianti di questa tipologia. Dunque in queste fasi sarà importante capire quanto si riesce a guadagnare, e dipenderà dalla sensibilità dei singoli piloti e dalla fiducia che gli stessi avranno nel mezzo meccanico e di rischiare una frenata ritardata e più intensa.
Sembrerebbe dunque che quella di domenica sarà una gara a senso unico, ma i margini che possono esaltare le caratteristiche della Ferrari ci sono, in particolare nel capitolo pneumatici. La Pirelli ha portato la Supersoft, la Soft e la Medium, viste le caratteristiche di stress elevato a causa delle elevate velocità sia sul dritto che in curva, dove il carico laterale sarà particolarmente importante. Si nota una volta di più come le gomme di quest’anno siano particolarmente dure, su tutti i compound, tanto che il gommista italiano ha scelto, come in altre occasioni, di lasciare a casa la gomma Hard, che negli scorsi anni è stata utilizzata proprio su questo circuito.
Da questo punto di vista, va registrata la diversa scelta tra le due scuderie di vertice con la Ferrari, ed anche la Red Bull, che hanno optato per una scelta più morbida, visto che su queste coperture sembrano comportarsi meglio, con la Rossa che nel corso della stagione si è dimostrata più gentile nella gestione delle coperture a low working range. Diversa scelta per la scuderia di Brixworth, la quale continua a prediligere una gomma ad high working range, spesso la W08 ha avuto dei problemi di surriscaldamento sulle posteriori e, considerando le elevate temperature dell’asfalto che si attendono a Kuala Lumpur, in ottica Mercedes è una scelta assolutamente condivisibile.
Non ci resta dunque che attendere lo sviluppo di quest’altra tappa di un mondiale che sino a questo momento ha regalato battaglie, duelli, scontri in pista e non, imprevisti. In questo articolo vi abbiamo presentato il teatro della sfida. Un caloroso buon week-end di Formula 1 a tutti!