A 4 mesi esatti dalla morte di Nicky Hayden, il PM della Procura di Rimini, Paolo Gengarelli ha notificato la chiusura delle indagini, per quanto riguarda la morte del campione statunitense, deceduto il 22 Maggio scorso, a seguito di un incidente stradale. Il campione del mondo di MotoGp 2006, era stato travolto da una vettura, mentre era in bici e, portato d'urgenza in ospedale, era deceduto 5 giorni dopo, il 22 Maggio.
Dopo le prime indagini del perito di parte, si era giunti alla conclusione che il giovane autista non avrebbe potuto far nulla per evitare lo scontro, poiché Nicky non avrebbe rispettato lo stop, immettendosi sulla strada senza guardare. Secondo la perizia depositata da Orlando Omicini - docente dell’Università di Bologna e specialista in infortunistica - uno dei fattori determinanti è stata proprio la velocità sostenuta del giovane, che viaggiava a 22.8 km/h oltre il limite consentito. Secondo la ricostruzione del perito, se il giovane avesse rispettato il limite di 50 km/h la tragedia si sarebbe potuta evitare, sia nel caso in cui avesse continuato nella sua marcia, sia nel caso in cui fosse riuscito a frenare, come si legge nella perizia stessa.
Decisivo il supporto di due telecamere di sicurezza situate in una casa vicina al luogo dell'impatto, che hanno ripreso tutto. Il mancato stop di Hayden, resta la causa principale, ma ora si aggrava la posizione del giovane, che rischia il rinvio a giudizio per omicidio stradale. Il PM Gengarelli ha notificato in questi giorni al ragazzo alla guida della macchina l’avviso di conclusione indagini.
La famiglia Hayden aveva già inviato al giovane una richiesta di danni, in seguito alla morte del centauro del Kentucky, ma ora, dopo queste novità, si potrebbero avere nuovi sviluppi. I legali del 30enne di Morciano, però, contestano le conclusioni del perito e ora hanno 20 giorni di tempo per presentare lavoro svolto dall’Ingegner Alfonso Micucci.