Sebastian Vettel confessa di vivere un sogno, anche se non ne ha mai fatto mistero fin dal primo giorno in cui ha varcato i cancelli di Maranello e di salire per la prima volta al volante di una Ferrari. Il pilota tedesco ha ribadito i propri sentimenti e le proprie sensazioni in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, in cui il quattro volte campione del Mondo ha anche parlato delle celebrazioni avvenute la scorsa settimana, con i 70 anni dalla nascita della scuderia del Cavallino Rampante in cui Seb è stato tra i protagonisti più acclamati: "Se scegli di guidare la Ferrari, che per me è sempre stato un sogno, è perché vuoi vincere - ha dichiarato Vettel - . È tutto diverso rispetto ad altri team, e voglio proprio scoprire quali emozioni si provano a essere campione con questi colori. È passione infinita per ciò che la Ferrari rappresenta, che spinge milioni di persone a tifare per te. Senti un Paese che ti abbraccia. Nel fine settimana ero a Maranello per la festa dei 70 anni e ho letto una frase di Enzo Ferrari: “Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere".
Un Vettel che ama confrontarsi nel migliore dei modi con entrambi i suoi 'capi', ovvero il team principal Maurizio Arrivabene e il direttore tecnico Mattia Binotto, con i quali ammette di parlare ovviamente di cose diverse, ma con la stessa intensità: "Con Mattia discutiamo di questioni tecniche tutti i giorni, Maurizio ha un compito di supervisione ma sa tutto ciò che accade nella squadra che gli riconosce il ruolo di leader". E poi c'è il confronto con il presidente della scuderia Rossa, Sergio Marchionne. Lui che spesso fa capolino nel box della Ferrari durante i weekend di gara, e con il quale il tedesco parla soprattutto in termini morali, visto il grande sostegno che l'imprenditore intende dare al team e ai piloti prima e durante gli eventi ufficiali: "È un uomo intelligente e abilissimo nel capire in fretta cosa funziona e cosa no e nel risolvere i problemi - dichiara Seb sul numero 1 della Rossa - . Non fa mai mancare il suo sostegno alla squadra, è di grande aiuto la sua esperienza".
Si parla poi di rivali in pista, in particolare di quel Lewis Hamilton che dopo la vittoria di Monza è passato in testa al Mondiale, proprio davanti a Vettel. Il pilota della Ferrari spende parole positive per il leader della Mercedes, anche se non è lui il solo rivale in pista della sua carriera. Anzi, nonostante la bagarre di quest'anno, Seb mette in cima alla lista dei rivali più agguerriti un altro pilota con cui ha battagliato in passato: "Lo metto sullo stesso livello di Fernando (Alonso ndr) con cui ho vissuto una bella e prolungata rivalità. Eravamo sempre vicinissimi tanto da giocarci il titolo all’ultima gara nel 2010 e nel 2012. E anche nelle altre stagioni era sempre lui il mio rivale numero uno. Ma spero di poter raccontare nuove storie. Io e Lewis siamo diversi, io magari non vivrei alla sua maniera. Ma non lo critico, ognuno è libero di comportarsi come desidera. Per come guida merita solo rispetto: è velocissimo, regolare, tosto, sbaglia poco, è sempre là".
La Ferrari guidata da Vettel sta continuando a lottare con tutte le proprie forze per raggiungere il titolo mondiale, che per quanto riguarda i piloti non arriva da dieci anni, grazie al suo attuale compagno di box Kimi Raikkonen. Il tedesco vuole dare ancora fondo alle proprie speranze e a quelle dell'intero popolo rosso, anche se ammette che prima dell'inizio della stagione non c'erano tutte queste aspettative sulla propria vettura: "In un certo senso è stata una sorpresa competere così a fondo. Sapevo come stavamo lavorando ma non potevo conoscere prestazioni e valori degli altri, e così è stato bello andare in Australia e poi in Cina e Bahrain e vedere che non eravamo stati fortunati. Eravamo forti davvero. Il secondo posto sarebbe una sconfitta? Ehi, non mi va di rispondere a questa domanda perché non arriveremo secondi quest’anno". Una degna conclusione di un'intervista ricca di intensità e di emozioni.