Che l'opaca prestazione della Ferrari a Monza avesse lasciato l'amaro in bocca a più di qualcuno era cosa assai scontata e attesa, così come si poteva immaginare che tra quei "qualcuno" ci fosse Sergio Marchionne, ultimamente sempre più coinvolto nel progetto dedito a riportare il titolo iridato a Maranello dieci anni dopo quello di Kimi Raikkonen. Il coinvolgimento del patron Ferrari lo ha portato però ad una reazione giudicata eccessiva da buona parte della tifoseria, quel "E' stato imbarazzante, mi girano le balle" pronunciato senza filtri al termine della gara è sembrato prima di tutto esagerato, tenendo conto del grande lavoro svolto quest'anno dalla scuderia, e soprattutto potrebbe risultare controproducente ai fini del lavoro di squadra nella fase decisiva del campionato.
Che il pragmatico manager - da tre anni presidente della Ferrari - non fosse uno che le mandasse a dire non lo scopriamo di certo oggi, ma forse in questo momento a Maranello avrebbero sentito il bisogno di altro: magari di un patron che in un momento complicato si stringe attorno alla squadra e fa scudo su di lei dalle critiche, dalle polemiche e dal malcontento. Quello che avrebbe dovuto essere un incitamento a tirare fuori gli attributi in vista delle ultime gare rischia invece di mostrare una Ferrari più vulnerabile del previsto, e forse nemmeno con i nervi troppo saldi. Proprio ora che il principale candidato a riportare in Italia il mondiale, Sebastian Vettel, è finalmente riuscito a trovare anche un equilibrio mentale, dopo il colpo di testa di Baku e qualche "honestly" di troppo lanciato qua e la nel corso di questi tre anni, forse non era il caso di uscire così allo scoperto.
Quello che resta però, è che Domenica sono venuti fuori tutti i cavalli di differenza tra la Mercedes e la Ferrari. In un circuito dove telaio e aerodinamica contano poco e con la velocità di punta delle frecce d'argento nettamente superiore il risultato non poteva sicuramente essere molto diverso da questo, anche mettendo a posto qualcosa. Quello che ha sorpreso, però, è stato il distacco dal vincitore Hamilton e anche da Bottas e soprattutto la sofferenza patita nei confronti della Red Bull di Daniel Ricciardo. Vero che l'australiano ha corso la seconda parte con gomme supersoft, ma è anche vero che con qualche giro in più avrebbe persino scalzato Vettel dal podio. In vista di un Gran Premio sicuramente più favorevole alla rossa come Singapore qualcosa da migliorare e da cambiare c'è, e certamente il sorpasso di Hamilton in classifica sul tedesco non è andato giù, ma forse Marchionne non ha scelto il modo giusto per aiutare i suoi nella rincorsa finale al titolo.