Sin dal primo momento in cui ha rilevato la conduzione della Formula 1, uno degli obiettivi di Liberty Media è stato allargare gli orizzonti per il Circus. Si è dunque parlato di aumentare il numero di gran premi in calendario, una decisione che, qualora venisse presa, troverebbe una certa opposizione da parte dei piloti, che ritengono già molto lungo un campionato di 20 gare come quello attuale, molto impegnativo se si pensa che ha avuto inizio il 26 marzo in Australia ed avrà fine il 26 novembre in quel di Abu Dhabi. Nel frattempo la FIA sta lavorando per conto del boss Chase Carey, valutando quali piste potrebbero essere considerate adatte per l'ingresso nel mondiale: nel fare ciò vengono presi in esame vari parametri come ad esempio la licenza che posseggono, gli standard di sicurezza e la capacità di ospitare un numero elevato di spettatori.
E' notizia di oggi che Charlie Whiting si sia recato in Argentina per valutare sul posto il Circuito di Buenos Aires, già sede del Gran Premio d'Argentina in passato fino alla sua ultima edizione datata 1998. L'autodromo "Oscar y Juan Galvez" ha una certa storia alle spalle, motivo che sicuramente depone a suo favore per un futuro ritorno in calendario; inoltre, già nel 2015 si era cercato di trovare un accordo tra la Federazione dell'Automobile argentina e la F1, ma in quel caso non era andato a buon fine. Stavolta invece sembra che i tempi possano essere maturi per trovare un punto d'incontro, ma lo scoglio più grande resta il numero elevato di gran premi presenti che negherebbero spesso pause tra l'una e l'altra gara: già nel 2018 saranno 21 i weekend di gara, e se l'Argentina dovesse entrare nel 2019 si arriverebbe a 22, un numero davvero grande.
Dando uno sguardo al layout del circuito, se venisse mantenuto quello dell'ultima edizione datata 1998 si può dire che è un tracciato estremamente interessante da un punto di vista tecnico, dotato di tre lunghi rettilinei ma anche di curve da alta velocità dove è importante avere carico aerodinamico. Non sono molti invece i punti dove sorpassare in frenata, mancando vere e proprie staccate, motivo per cui i piloti dovranno essere abili a inventarsi manovre spettacolari quanto rischiose per tentare di sopravanzare l'avversario qualora saranno chiamati a fronteggiarsi sulla pista di Buenos Aires.