Campione del mondo 2002 in 250, vincitore di 22 gran premi nel motomondiale, Marco Melandri è da un ventennio uno dei piloti di maggior spicco del panorama motoristico italiano. Dopo una lunga carriera nel motomondiale, il romagnolo, nel 2011, ha deciso di cambiare e passare al mondiale Superbike, dove si è tolto qualche soddisfazione. Dopo un addio temporaneo, dettato anche da un ritorno di fiamma per la MotoGp, Melandri è tornato in Sbk in questa stagione 2017, dove ha esordito in sella alla Panigale del Team Aruba.it-Racing, con cui si sta comportando in maniera egregia sin dall'esordio in Australia, dove ha conquistato subito il podio in Gara2, dopo una gara ad altissimi livelli. Per Melandri, poi, è arrivata anche la vittoria nella gara di casa, a Misano, dove ha ottenuto il 20° successo nel WorldSbk.
 
Durante la pausa del mondiale, Melandri si è confessato, in esclusiva, a Vavel Italia, dove ha parlato dei suoi successi passati, del presente Ducati e dei progetti futuri, dove spera ancora di brillare con Ducati.

 

Marco, innanzitutto, come va la stagione in Sbk?
Mah, bene, sta andando bene. È stata una prima parte di stagione difficile, perché è arrivata dopo un anno e mezzo lontano dalle corse  e non potevo pensare di avere un inizio facile. Però, abbiamo avuto gare fantastiche, ma allo stesso tempo gare più complicate, come era pronosticabile. Però, direi, che tutto sommato sta andando bene.

Fonte: Marco Melandri official
Fonte: Marco Melandri official


Questo è un ritorno in Sbk per te, com'è stato, all'inizio e in Australia, quando hai dovuto ritrovare il feeling con questo tipo di moto?
Con la moto mi son trovato bene sin dall’inverno, infatti il passo nei test era buono. Correre, però, è un’altra cosa, perché trovarsi in mezzo a tutti gli altri piloti in partenza, dover lottare corpo a corpo non è stato facile, però, gara dopo gara prendo sempre le misure.

Cosa ti manca, ancora, per tornare, definitivamente, al top?                       Mah diciamo che il mio punto di forza, da sempre, è l’inserimento in curva e lì soffro ancora un po’ e non riesco ad essere veloce come vorrei. In più la Panigale è una moto che funziona bene, ma soffre i cambiamenti di temperatura e io ancora non ho centrato le modifiche giuste per adattarmi. 

Fonte: Marco Melandri official
Fonte: Marco Melandri official

In squadra ti sei trovato un pilota come Chaz Davies, con cui avevi già avuto modo di confrontarti in Bmw. Il vostro rapporto, in qualche modo, è cambiato e, al momento, come vi trovate insieme? 
Il rapporto con Chaz è ottimo. Lavoriamo insieme sulle prove da fare in pista così da cercare una direzione da seguire più velocemente. Abbiamo stili di guida diversi, ma abbiamo anche le stesse richieste sulla moto.

A cosa punta Marco Melandri in queste ultime gare della stagione?
Spero di continuare a migliorare il feeling con la moto, a crescere e a lottare fino alla fine per la vittoria di qualche gara. Onestamente, penso che la classifica per me non sia nemmeno da guardare, devo vivere alla giornata e magari puntare a vincere qualche altra gara
 
In questa stagione, oltre al successo di Misano, quali sono state le tue soddisfazioni maggiori? 
Sicuramente il podio in Australia. Tornare sul podio al rientro, dopo due anni difficili, è stata una grande soddisfazione, è stato importante. 
 
Fonte: Marco Melandri official
Fonte: Marco Melandri official


Nel motomondiale hai disputato 215 gare, vincendone 22 e portando a casa anche il titolo 2002 in 250. Quali momenti ti han dato più soddisfazioni?
Ricordo con piacere un po’ tutte le gare, perché ognuna è speciale a modo suo, per un motivo diverso. Ogni vittoria è stata la più bella, non ti saprei dire quale è stata la più bella, proprio perché ognuna ha un motivo per essere la più bella. 

Del tuo periodo MotoGp, cosa ricordi maggiormente? Il tuo esordio come è stato? 
L’approdo in MotoGp non è stato proprio felicissimo, perché sono arrivato in un periodo abbastanza critico. Era appena nata la MotoGp, non c’era elettronica e c’erano tanti problemi. In più era facile cadere e mi sono fatto male tanto, sin da subito. I primi due anni, infatti, sono stati duri, poi sono arrivati due anni molto belli, con il team Gresini. Con loro abbiamo vinto 5 gare, lottato per il titolo… lì mi son divertito. Sfortunatamente, però, ho capito che dopo l’avventura con Gresini per me non c’era più futuro in MotoGp e ho cambiato direzione. 
Fonte: cmsnl.com
Fonte: cmsnl.com
 

Hai avuto modo di confrontarti con alcuni dei più grandi piloti del motomondiale, come Rossi, Stoner, Biaggi, Gibernau e tutti gli altri grandi che hanno calcato le piste insieme a te. Chi ritieni sia il migliore e chi pensi possa aver potuto fare di più?
Dipende da tante cose, come il pacchetto che uno ha a disposizione. Ad esempio, Stoner era, a livello di velocità pura, sicuramente il più talentuoso. C’era qualcuno che era più completo, che riusciva sempre a portare a casa il risultato. C’era Lorenzo, che, tecnicamente, quando era in giornata e aveva la moto che funzionava come diceva lui, sembrava un orologio. Ma erano in tanti. Valentino invece è molto completo, ha sempre portato a casa il risultato, si è sempre trovati nel posto giusto al momento giusto e devo dire che ci vuole anche fortuna per una carriera di rilievo. Tutto variava di gara in gara e, spesso, non hanno avuto la fortuna di potersi esprimere al meglio. Hayden, ad esempio, vinse un mondiale, perché fu completo. Non superò mai il limite, mantenne sempre la lucidità nei duelli ed ebbe anche un po’ di fortuna, ma è sempre stato al posto giusto. Anche Checa, nel 2005 in Ducati, era molto veloce, ma Ducati era al primo anno con Bridgestone e c’erano gare in cui non andavano avanti e gare in cui lottarono per la vittoria

A proposito di Nicky, spesso, hai duellato con lui. Cosa ricordi maggiormente, e con più piacere, del pilota americano?
Siamo arrivati nello stesso momento in MotoGp, siam cresciuti insieme, abbiam lottato spesso in gara, ci siam giocati il 2° posto nel mondiale 2005 e avevamo tante passioni in comune, quindi il nostro rapporto continuava anche al di fuori delle corse, c’era un rapporto umano tra noi.

Fonte: cmsnl.com
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Inoltre, hai avuto modo di correre in squadra anche con Simoncelli. Come ti sei trovato con Sic? 
Eravamo nel team Gresini, lui era satellite HRC, io ero cliente a tutti gli effetti. Avevamo un buon rapporto, non eravamo amici per la pelle, come lui con Pasini, però avevamo un ottimo rapporto. Tra noi c’era rispetto, stima, lavoravamo insieme e abbiamo fatto un sacco di eventi promozionali insieme e ci siamo divertiti…

Fonte: Team Gresini
Fonte: Team Gresini

Progetti che ha in mente Marco Melandri, per il futuro?
Adesso spero di riuscire a fare qualche altra stagione ad alti livelli con Ducati. Lo scorso anno, poi, dato che ero fermo, ho avviato un sito internet con mia sorella, tipo uno shop online per le moto. In più abbiamo creato anche un blog, che vorrei far crescere piano piano, sul quale vorrei mettere anche dei video tutorial per gli appassionati di moto, con consigli di guida, la sicurezza, le traiettore, diciamo che parlerò a 360° di quello che riguarda le moto. Si chiama MotoWide.com, siamo partiti da pochi mesi e ci vorrà un po’ per entrare in regime, anche perché, correndo io, ho, fortunatamente, poco tempo. Questo è quello che vorrei fare dopo il mio ritiro, così da aver un rapporto diretto con i motociclisti.