Dopo l'Ungheria, come da tradizione, è il momento di andare in vacanza. In vista dell'appuntamento di Spa, previsto per fine Agosto, è arrivato il momento di fare un primo bilancio di questo mondiale, che ha saputo riportare la voglia di seguire la Formula 1 agli appassionati, anche grazie a una Ferrari finalmente competitiva. Ecco allora le nostre pagelle:

Sebastian Vettel – Voto 8.5: Al terzo anno in Ferrari doveva essere la stagione decisiva, quella che avrebbe dovuto far sì che la sua esperienza rossa non diventasse analoga a quella del predecessore Alonso. Ecco allora che con una macchina finalmente competitiva Seb inizia a prendere sicurezza, se la gioca spesso quasi ad armi pari con le frecce d’argento e porta a casa 4 vittore in 11 gare. Specialità della casa: giri veloci a manetta in fase pit-stop (spettacolare il sorpasso in Australia e l’undercut di Shakir). Peccato che ogni tanto perda la testa, meriterebbe 9, mezzo voto in meno solo per la sceneggiata di Baku. 

Lewis Hamilton – Voto 8: Pronti-via e già in Australia ha capito subito che quest’anno sarebbe stata tutt’altro che una passeggiata. Luigino però col tempo prende le misure e ritorna (seppur a sprazzi) il solito Hamilton. La mancanza di una competizione vera e propria da qualche anno (ben diversa da quella “controllata” interna alla Mercedes) lo mostra un po’ arrugginito nel confronto testa a testa, e per questo ogni tanto lascia qualche punto per strada: il disastro Ferrari di Silverstone gli permette di recuperare il tempo perduto. Spesso borderline, come a Baku e in Bahrein, ma in fondo è anche la sua forza.

Valtteri Bottas – Voto 7.5: Qualcuno lo aveva paragonato al buon Rubens Barrichello, soprattutto quando nei primi tre GP si è trovato a fare da scudiero al plurititolato compagno di squadra. Poi però una grande prestazione in Russia e un feeling crescente con la macchina lo riportano sotto per il mondiale. Manca ancora la costanza di rendimento, e soprattutto deve essere meno irruento: graziato in Spagna e in Azerbaijan quando in entrambi i casi rovina la gara di Raikkonen, potrebbe non passarla liscia alla prossima.

Kimi Raikkonen – Voto 7: Il voto è una media tra il 9 dei momenti in cui si ricorda di essere uno dei più forti piloti degli ultimi 15 anni (nonché ultimo campione del mondo in Ferrari) e il 5 dei suoi periodi di letargo. Spesso è il quarto di quattro, e in classifica si ritrova anche dietro a Ricciardo. Meriterebbe una gloria personale in questo mondiale, e l’avrebbe meritata già a Monaco e in Ungheria, ma il suo distacco in classifica lo rende automaticamente – suo e nostro malgrado – un secondo pilota. Kimi soffre, sbuffa, ma capisce e in Ungheria (e in odore di rinnovo) tira fuori una prestazione maiuscola scortando un Vettel in difficoltà con lo sterzo e resistendo all’assalto delle Mercedes.

Daniel Ricciardo – Voto 7: La macchina non è quella che ci si aspettava ad inizio anno, e spesso lui e Verstappen da terzi incomodi quali dovevano essere in questo mondiale finiscono per annaspare dal quinto posto in giù. L’australiano rimane comunque un signor pilota, e quando le gare si fanno toste e imprevedibili rimane il migliore nel gestire certe situazioni: nel caos di Baku non si fa mai sorprendere ed è praticamente perfetto. Sfortunato in alcune gare, sia causa macchina (che lo abbandona in Australia e in Russia) sia causa compagno (il team radio e le interviste post-Ungheria entrano dritte in playlist).

Max Verstrappen – Voto 6.5: Doveva essere l’anno della consacrazione, ma una Red Bull non competitiva come doveva essere e un nugolo di errori sparsi in tutta questa prima parte di mondiale compromettono la sua annata. Ok, i numeri ci sono e quando la testa è al suo posto dimostra di avere delle abilità fuori dalla norma, ma se non si muove rischia di sprofondare nel gruppo dei Grosjean e dei Maldonado. Peccato, perché quando vuole va fortissimo.

Felipe Massa – Voto 6.5: Doveva ritirarsi, aveva già salutato tutti ed era già pronto a godersi il meritato riposo tra figli e instagram stories, poi però Bottas va in Mercedes e per non ritrovarsi con Stroll prima guida la Williams è costretta a richiamare il brasiliano, che si accorge che forse qualche altro anno in pista si può ancora fare. La vettura è come sempre una roulette russa e le prestazioni cambiano da gara a gara, però lui c’è e il suo mestiere lo sa fare.

Lance Stroll – Voto 6: Arrivato sotto una tempesta di critiche (e di soldi del papà) il piccolo Lance parte in sordina, forse anche condizionato dai fucili puntati pronti ad impallinarlo al primo errore. E in effetti all’inizio di errori il canadese ne fa, poi però inizia una lenta crescita che trova il suo picco nella fantascientifica gara di Baku. Difficile dare un giudizio adesso, va lasciato lavorare e privato di qualsiasi pressione, e in questo la presenza di Massa - che porta i punti a casa e si prende i riflettori – lo aiuta molto.

Sergio Perez&Esteban Ocon – Voto 7: La strana coppia della Force India è la vera sorpresa del campionato. Bravi, competitivi, senza paura: migliorano gara dopo gara e il buon Perez pare aver imparato anche a controllarsi. Fuori dai punti solo a Monaco, meriterebbero un voto anche più alto, ma il disastro combinato a Baku è imperdonabile.

Fernando Alonso – Voto 7: In questi anni in McLaren è passato dall’essere uno dei piloti più antipatici del circus al risultare simpatico a tutti. Nando fa quasi tenerezza nel vederlo costretto ad affrontare l’assoluta indecenza della sua vettura. Il motore Honda è ormai nei suoi peggiori incubi, e nonostante questo porta a casa – a suon di salti mortali - anche qualche punto. Con una macchina degna potrebbe essere ben più in alto.

Stoffel Vandoorne – Voto 6: Immaginate una giovane promessa buttata nella mischia su una macchina il cui motore assomiglia a quello di un trattore, con un compagno di squadra fortissimo e dall’ego smisurato che passa le giornate a insultare vettura e meccanici: ecco, questo è Stoffel Vandoorne. Meriterebbe la sufficienza anche solo per essere riuscito a sopravvivere, invece ha fatto pure delle belle gare, per cui chapeau.

Carlos Sainz – Voto 7: Il ragazzo va, eccome se va. La suo Toro Rosso è tutt’altro che un bolide, ma lui ormai è sempre più maturo e sicuro dei propri mezzi. Non ha paura di rischiare e quando lo fa è sempre concentrato. Qualcuno lo aveva considerato sopravvalutato, ma lui sta rispondendo in pista ad ogni critica e soprattutto sta asfaltando il compagno di squadra, che nelle scuderie di media-bassa fascia è la cosa più importante.

Daniil Kvyat – Voto 5: Ecco, Daniil, cosa sta succedendo? Nel giro di due anni passa dal sedile titolare in Red Bull all’essere secondo pilota (e a rischio) in Toro Rosso, schiavo di una totale assenza di lucidità nei momenti chiave della corsa e di un morale sempre più basso. Bisogna trovare il modo di riprenderlo per i capelli il prima possibile, perché rischia seriamente di bruciarsi.

Kevin Magnussen&Romain Grosjean – Voto 6: La Hass non è certamente una freccia, ma l’impressione è che entrambi possano fare molto di più. A Magnussen manca sempre lo spunto per arrivare a punti, mentre Grosjean rischia ormai di essersi bruciato la nomea di giovane promettente che aveva ai tempi della Lotus. Qualcosina però hanno ottenuto, per cui anche per loro il giudizio è rimandato alla fine del campionato.

Nico Hulkemberg – Voto 6.5: Spesso sottovalutato, a volte non si capisce nemmeno perché. Il tedesco non sarà un fenomeno, ma ovunque è andato ha sempre fatto egregiamente il suo lavoro, e per ora è la salvezza di questa Renault abbastanza deludente.

Joylon Palmer – Voto 4: Un disastro totale, e lo 0 alla casella punti stagionali lo dimostra. A differenza di altri suoi colleghi non ha nemmeno la giustificazione della macchina, perché con la stessa vettura Hulkemberg di punti ne ha fatti 26.

Marcus Ericsson – Voto 4.5: Invisibile per gran parte del mondiale, addirittura dietro un quasi ex-pilota in Ungheria. La Sauber è un disastro, però lui non fa nulla per rimediare alla situazione.

Pascal Wehrlein – Voto 6: Perseguitato dalla sfortuna, tra infortuni e incidenti, ogni tanto riesce a tirar fuori anche qualche bella gara. Ha un roseo futuro davanti, se la sorte per una volta si decidesse ad aiutarlo.