Calma e gesso, se si può. La gara di Silverstone è stata finora la peggiore della stagione per la Ferrari, che non è riuscita a tenere il passo di uno scatenato Hamilton, davvero on fire davanti al pubblico di casa, e che si è conclusa in modo ancora più negativo con forature delle gomme anteriori sia sulla macchina di Raikkonen che di Vettel. Tutto ciò ha fatto sì che il tedesco in un solo appuntamento del mondiale abbia perso praticamente tutto il vantaggio di 20 punti in classifica piloti che aveva su Hamilton, rimanendo solo di una lunghezza davanti all'inglese, mentre per la Rossa è andata peggio per quanto riguarda la classifica costruttori, con la Mercedes che ha preso definitivamente il largo. Silverstone è stata una Caporetto per gli uomini in rosso, ma la sensazione di sconforto che aleggia nell'aria non è legata esclusivamente ai risultati di ieri, bensì al trend delle ultime gare.
TUTTA QUESTIONE DI PASSO Dopo l'euforia collettiva per il dominio assoluto a Montecarlo, dove Vettel trionfava e metteva 25 punti tra sé e Hamilton, approfittando dei guai Mercedes, i valori in pista sono iniziati a cambiare. A Brackley, quartier generale del team anglo-tedesco, hanno svolto un lavoro certosino di analisi dei dati della vettura, per cercare di comprendere cosa mancasse alla W08, in quel momento dietro alla SF70H in quanto a gestione delle gomme e trazione. Abbiamo passato tutta la prima parte di stagione a parlare di come la sfida tra Ferrari e Mercedes fosse anche una sfida di filosofie progettuali, con il team italiano che aveva scelto l'utilizzo del passo corto mentre i tedeschi avevano optato per un passo lungo. Si era inoltre detto che Mercedes fosse in difficoltà a trovare la quadra dell'assetto avendo a che fare col passo lungo, che determina una macchina più difficile da mettere a punto, ma avevamo anche specificato che una scelta di questo tipo garantisce indubbi vantaggi aerodinamici, una volta settati alcuni parametri. A partire dal gran premio del Canada è iniziata la graduale risalita della W08, che per la verità in qualifica si era sempre ben comportata, risultando decisamente meno brillante sulla distanza di gara, fino ad arrivare a ieri, che certifica il ritorno della Mercedes nella posizione di superiorità che le apparteneva lo scorso anno.
I LIMITI DELLA ROSSA.. La quadra del cerchio trovata dalle Frecce d'Argento ha complicato i piani della Ferrari, che dopo Monaco forse aveva commesso l'errore di credere di avere il campionato in mano con Vettel. La SF70H è una macchina molto buona ma non estrema, e ha vivacchiato sulle imperfezioni della W08 nella prima parte di stagione: infatti il passo lungo Mercedes ha una curva di sviluppo molto più ampia di quella legata al passo corto, tanto che le novità tecniche della Rossa viste ad ogni gran premio sono più di dettaglio che un pacchetto di sviluppo vero e proprio, sia per scelta della casa di Maranello di apportare piccole modifiche graduali, sia perché con ciò che si ha a disposizione non si può fare passi avanti enormi. Tutti hanno ancora nella mente l'imponente pacchetto di aggiornamenti aerodinamici della Mercedes in occasione della tappa spagnola del mondiale: qualcosa di simile non è possibile per il Cavallino Rampante per la scelta progettuale fatta.
..MA NON SOLO Tuttavia ridurre tutto ad una questione di lunghezza della vettura e sue conseguenze non sarebbe corretto nel descrivere la rimonta della Mercedes, perché se a Brackley possono finalmente sorridere parte del "merito" deriva anche dalla FIA, che è intervenuta su segnalazione di Red Bull e Mercedes a limitare due segreti tecnici della SF70H. Il primo colpo messo a segno dalla concorrenza è stata la direttiva tecnica della FIA con cui si ricordava che non è possibile immettere additivi nella camera di combustione al fine di incrementare le prestazioni per un certo tempo, sistema che la Ferrari usava e che ha dovuto abbandonare per non incorrere in guai peggiori, che ha avuto effetti negativi in qualifica dove si spreme al massimo la power unit. Prima del gran premio d'Austria la federazione è nuovamente intervenuta a reprimere la scuderia di Maranello, concentrando la sua attenzione sul fondo della SF70H, sin dai primi test considerato il vero punto di forza della Ferrari per la sua caratteristica di flettere nella sua estremità posteriore, andando a simulare l'effetto delle "minigonne" presenti decenni fa, che incollavano il posteriore a terra. La FIA ha costretto gli uomini in rosso a rinforzare il fondo in modo che la flessione fosse meno marcata e, nonostante da Maranello minimizzino lo svantaggio che ciò ha portato, non si sbaglia a dire che questa limitazione ha fatto perdere alla SF70H la capacità di gestire al meglio le gomme, che prima aveva.
ULTIMA CHANCE? Alla luce di quanto detto le cose si sono complicate e non poco per la Ferrari, perché stanno emergendo limiti di sviluppo per quanto riguarda l'efficienza aerodinamica uniti ai veti della FIA di cui si è appena detto, mentre la Mercedes sta prendendo il largo. La delusione di Silverstone è acuita anche dal fatto che la scuderia italiana avesse aspettative elevate per lo scorso weekend, pensando che il layout della pista potesse sposarsi bene con la propria monoposto, ma è evidente che così non è stato. Sono previsti aggiornamenti tecnici per le prossime gare che saranno fondamentali ma, come già detto, non dovrebbe trattarsi di nulla che vada a fare la differenza in modo significativo. L'ultima chiamata per dare un segnale di presenza e rilanciare la sfida alla Mercedes sarà l'Hungaroring, prossimo appuntamento del mondiale, che sulla carta dovrebbe essere favorevole alla Rossa, non presentando grandi rettilinei e potendo esaltare i buoni precedenti della SF70H dove l'aerodinamica conta, escludendo la debacle di ieri. Sarà l'ultima gara prima della pausa estiva e si dovrà necessariamente tornare a vincere per continuare a sperare e per non subire il sorpasso di Hamilton in classifica piloti, anche perché poi Spa e Monza sembrano essere circuiti dove la W08 potrà fare la differenza.