Uno scatto ai limiti della perfezione, più veloce anche dei sensori che si trovano in griglia per rilevare eventuali false partenze. Una conduzione di gara che manifesta autorità, feeling con il proprio mezzo e soprattutto con il circuito, letteralmente squarciato al passaggio delle monoposto. Un finale piuttosto problematico, con le condizioni al limite della praticabilità dei propri pneumatici che hanno rischiato di rovinare la festa. Ma alla fine, Valtteri Bottas ce l'ha fatta e ha meritatamente trionfato in quel dello Spielberg, con la Red Bull Ring che gli ha consegnato la seconda vittoria di questa sua prima stagione in Mercedes, e di tutta quanta la carriera. Una vittoria ottenuta con pazienza, con intelligenza, in alleanza e con un forte feeling con la monoposto che il finlandese ha condotto in maniera brillante fino alla bandiera a scacchi. E ora, l'ex pilota della Williams dopo aver portato a casa quella che era una vera e propria prova del nove - se non altro perchè quello austriaco era il nono appuntamento del campionato - apre un grosso interrogativo quando ci troviamo in prossimità del giro di boa di metà stagione: c'è anche lui nella corsa per il titolo iridato?
Se la risposta dipendesse da noi, e solo da noi, sarebbe un fragoroso e convinto 'sì'. Perchè Valtteri Bottas ha dimostrato, in queste sue prime nove gare alla guida della Mercedes, di essere decisamente pronto per schierarsi fianco a fianco con chi questo Mondiale se lo sta giocando fin dalle prime curve. Da quella gara australiana in cui è apparsa subito in maniera evidente la volontà di Sebastian Vettel di restituire il sorriso alla Ferrari a dieci anni di distanza dall'ultimo trionfo. Ma dove è emersa anche la grinta e la sagacia del finnico, che se avesse avuto a disposizione qualche giro in più avrebbe anche potuto insidiare la seconda posizione del compagno di box Lewis Hamilton. Già, il rapporto con Hamilton. Probabilmente l'unico ostacolo che si pone in mezzo al sogno iridato di Valtteri. Anche perchè non sono mancate e non sono state poche, nonostante le appena nove gare disputate, le situazioni in cui Bottas ha dovuto adattarsi al volere di una scuderia che fin dall'inizio ha temuto un ritorno in grande stile delle Rosse di Maranello.
La mente di chi vi scrive ritorna, ad esempio, al Gran Premio del Bahrain, la terza prova del campionato e la seconda vinta in appena un mese da Vettel. In qualifica, Valtteri Bottas era stato il straordinario detentore della pole position, in una sfida sul giro secco con Hamilton che lo aveva visto trionfare per appena 23 millesimi. Ma in gara lo strapotere del tedesco venne fuori in maniera evidente, così come apparvero lampanti le difficoltà dell'inglese, il quale si trovava dietro anche al compagno di squadra oltre che al suo rivale diretto per il titolo. La frenata improvvisa, con annessa sterzata fatta dal finlandese per far passare il vice-campione del mondo in carica fu piuttosto brutta da vedere, sia per l'evidenza di una manovra fatta per lasciar passare il compagno - che in quella fase andava nettamente più veloce ma fu chiaramente favorito da quello che fatichiamo a definire il sorpasso - sia perchè, con il senno di poi, quel disavanzo di sei punti ha aperto degli squarci in ottica iridata che ora potrebbero essere quasi decisivi.
Siamo a metà campionato. La distanza tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas è di appena quindici punti, con l'inglese che è davanti al compagno di squadra ma deve anche recuperare 20 lunghezze su Vettel. Pensate a cosa sarebbe potuto accadere se, ad esempio, a Sakhir non fosse arrivato l'ordine di scuderia e il finlandese sarebbe arrivato davanti al tricampione iridato. Ora le lunghezze di distacco sarebbero solo nove, seppur sempre in favore di Lewis. Se a questo episodio aggiungiamo anche quello della partenza del Gran Premio di Baku, in cui Bottas ha preferito - non sappiamo quanto volontariamente - evitare il corpo a corpo con l'altra freccia d'argento, andando piuttosto a fare da 'tappo' per le due Ferrari di Vettel e Raikkonen che cercavano di insidiare proprio il poleman della gara azera. In ogni caso, in vista di Silverstone la lotta per il Mondiale sembra essere aperta a tre. Perchè con il focoso Seb e l'ombroso Lewis, ora c'è anche il 'computer' Valtteri.