A metà della stagione motoristica, nel bel mezzo di uno scontro sempre più serrato tra Ferrari e Mercedes, si comincia a volgere lo sguardo ancora più avanti, verso il 2018 e oltre. Dopo una prima voce di un possibile GP di Danimarca, che però non vedrebbe comunque la luce prima del 2020, si era fatta largo l'incredibile ipotesi di un calendario da ben 25 GP, che asfalterebbe qualsiasi record nella storia del massimo campionato motoristico.

Come ben si poteva immaginare, la voce è rimasta tale e la presunta notizia è stata smentita da Chase Carey, nuovo boss della Formula 1 dopo l'abbandono di Ecclestone: "Non abbiamo mai fatto una proposta del genere" - commenta il dirigente statunitense - "Abbiamo soltanto detto che ci piacerebbe portare la Formula 1 in posti nuovi come New York o Miami." Si tratterebbe quindi di un semplice concetto travisato dai media, che avrebbero inteso queste dichiarazioni come un suggerimento ad allargare in maniera forse abnorme il calendario mondiale.

Effettivamente in tanti, tra cui Helmut Marko - talent scout della Red Bull - avevano mostrato perplessità sull'idea: "25 gran premi sarebbero possibili, ma in questo momento non è il numero delle gare che ci interessa. Adesso è importante che i piloti tornino a contare più delle macchine, e che un Verstappen possa giocarsela alla pari con Hamilton e Vettel." Dichiarazioni che non chiudono la porta in faccia ad un ulteriore allungamento della stagione, ma che semplicemente non la considerano una questione importante ai fini dello sviluppo della Formula 1 in questo momento, dando la priorità ad altro. Ciò non toglie che la stagione 2018 si prospetti lo stesso come la più lunga di sempre, con ben 21 gare in calendario: torneranno infatti il circuito di Le Castellet, assente dal 1990, e lo storico tracciato tedesco di Hockenheim. Fuori invece il Gran Premio della Malesia, dopo tanti anni in Formula 1.