Lewis Hamilton vs Sebastian Vettel: è questo il duello che sta segnando la storia contemporanea della F1. Un duello che fino a due settimane fa, in Canada, sembrava difficile da immaginare, perché tra i due c’erano solo parole di stima reciproca.

A Baku, però, Hamilton, messo sotto pressione dal tedesco, ha perso la lucidità e, in regime di Safety Car, ha inchiodato, facendosi tamponare da Vettel, che per tutta risposta lo ha affiancato e gli ha dato una ruotata nel fianco, senza risparmiargli qualche insulto per il gesto. Hamilton è stato costretto a riparare ai box, per sistemare l’HANS, mentre Vettel è stato richiamato per scontare uno Stop&Go di 10”, che gli ha fatto perdere la leadership. Risultato: vittoria a Ricciardo, davanti a Bottas e Stroll, mentre i due galli sono giunti a pochi secondi dal podio, in quarta e quinta posizione, con il tedesco davanti al rivale inglese.

Ad Hamilton, nonostante una manovra al limite, non è arrivato nemmeno un avvertimento, mentre al pilota della Ferrari, oltre alla penalità, sono stati tolti tre punti dalla patente ed ora è a soli 3 punti dalla squalifica. 

Dopo il traguardo, poi, son volate anche le accuse tra i due, a cui si sono aggiunte le dichiarazioni di Lauda ed Arrivabene, mentre Wolff ha provato a buttare acqua sul fuoco, spiegando come, a suo parere, Vettel non volesse fare quel gesto.

Hamilton, però, ha già annunciato che non accetterà nessun confronto verbale con la prima guida della Ferrari, che, come ha potuto, è andata subito a punzecchiare l’inglese: "Lui ha fatto qualcosa di molto simile alla ripartenza in Cina qualche stagione fa. Non è il caso di fare queste cose. Penso sia una situazione molto chiara. Corriamo da uomini. Siamo adulti, siamo uomini. Ma non ho un problema con lui“.

Hamilton si è visto punto nell’orgoglio e così ha subito risposto: "Penso che sia stata una situazione disdicevole, ma per lui stesso. Se vuole mostrarmi che è un uomo, possiamo vederci fuori dalla macchina. Faccia a faccia. Pensate ai bambini che guardano la Formula 1, e vedono un comportamento come quello di Vettel, quattro volte campione del mondo… Penso che un’azione così dica tutto“. 

Fonte: formula1.com
Fonte: formula1.com


Vettel, poi, ha proseguito attaccando Hamilton, autore già in passato di un comportamento simile: "Innanzitutto penso che la macchina oggi fosse molto buona, il passo gara era molto forte, credo che si sia potuto vedere. Perdevo qualcosina in rettilineo, ma nel complesso credo che sia stata una bella gara. Partenza molto impegnativa, Valtteri è stato molto aggressivo, ha frenato presto poi è stato aggressivo su Kimi: non so cosa sia successo, ma credo sia stato poi piuttosto lineare. Più avanti Charlie ha deciso di far entrare la Safety Car e prima del restart ho cercato di essere vicino a Lewis che ha frenato un paio di volte; anche in Cina un paio d’anni fa ci fu una gara di questo tipo in cui c’è stato qualche incidente più dietro, il problema è che se fatica chi è in seconda posizione potete immaginare chi sta dietro. Non si fa così semplicemente, io non so perché ho avuto la penalità dopo quello che è successo, ma è deludente perché il risultato poteva essere migliore. Non so perché ho avuto una penalità io e lui no. Potete dirglielo voi, ditegli che è pericoloso per chi sta dietro. Lui ha danneggiato la mia ala, io ho danneggiato il suo fondo, non si fa così semplicemente“. 

E anche qui non si è fatta attendere la replica di Lewis, che non ha nascosto la sua rabbia: "Non ho una vera e propria risposta da darvi, è talmente evidente quello che è successo che non c’è neanche bisogno di parlarne. È piuttosto chiaro cosa sia accaduto, e posso soltanto dire che non è la condotta che ci si aspetta da un quattro volte campione del mondo. Non si è comportato in modo corretto. Non ho fatto nessun brake testing. Ci sono state varie Safety Car, e in quel punto e su quella curva andavano via le luci della Safety Car, per cui dovevo controllare il passo. Ho rallentato, come ho fatto anche le volte precedenti. Probabilmente lui non stava guardando quello che facevo. È andata così, sono riuscito a recuperare dai problemi che ho avuto. Ho lottato al massimo in questo weekend, e non avrei potuto fare più di quanto ho raccolto. Spero di mostrare il passo di questo fine settimana anche nelle prossime gare”.

A fine gara, sono arrivate le considerazioni di Arrivabene e Lauda, che hanno difeso i propri piloti, attaccando i rivali.

Fonte: Fox Sport
Fonte: Fox Sport

Il manager italiano ha lanciato una stoccata alla FIA, che, puntualmente, sanziona il team di Maranello, senza mai ascoltare i pareri dei diretti interessati: "Finire davanti a Hamilton è sicuramente un buon risultato – ha spiegato il team principal del Cavallino – però bisogna anche fare l’analisi di quanto successo in gara. Non vogliamo recriminare perché non è nel nostro stile, ma partendo da quello che è successo tra Bottas e Kimi e arrivando poi all’episodio di Seb, voglio dire… ‘Siamo in F1 o al Colosseo?’. Perché se siamo al Colosseo basta dirlo, è sufficiente fare una direttiva tecnica e noi ci allineiamo. Oggi ci siamo battuti e purtroppo i fatti non ci hanno dato ragione, ma in Austria ci riproveremo più determinati di prima. Anche perché parliamo poco e lavoriamo molto. Criticare troppo può sembrare inelegante, può sembrare da parte nostra una scusa. Detto ciò, la situazione è che, nel dubbio, non si dà mai ragione alla Ferrari. Per noi comunque l’importante è guardare avanti e fare le cose fatte per bene. Ieri si è parlato della rapidissima sostituzione del motore di Vettel, oggi c’è stata anche una bella dimostrazione quando i ragazzi si sono gettati sulla macchina di Kimi, preparandola in men che non si dica e rimandandola in pista grazie alla bandiera rossa. Questa è la Ferrari, una squadra che non molla mai! Continueremo a non mollare mai, ammesso che si parli di sport”.

Lauda, dal canto suo, ha invece giustificato il suo pilota ed ha puntato il dito contro il quattro-volte iridato della Ferrari: "Lewis ha ragione, lui è il primo e decide la velocità. È molto facile. La cosa strana è quando poi Vettel lo ha affiancato e toccato un’altra volta. Decideranno gli steward, vedremo la decisione.Trovo che sia più scorretto andare addosso a Lewis. Gli è andato addosso e poi l’ha anche toccato. Questa è la mia impressione. È come nel traffico, quando uno frena, l’altro deve frenate. La colpa è di chi è dietro, non di chi sta davanti“.

Una spiegazione non del tutto corretta, poiché l’articolo 39.5 del Regolamento vieta, a chi si trova davanti, di rallentare a tal punto da creare un pericolo per gli altri.

Di questo Gp se ne parlerà a lungo, intanto abbracci e belle parole sembrano solo un lontano ricordo.

Fonte: twitter
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