Felipe Massa, come saprete, è un pilota molto ben ricordato dal pubblico italiano, per i suoi lunghi trascorsi a Maranello, per il suo atteggiamento sempre molto “ruspante” e, forse, per via del dramma sportivo che proprio sulla Rossa lo ha visto protagonista, nel suo Brasile, all’ultima gara del 2008.

Quello del 2017 è un Massa relegato a lottare nelle retrovie, per via di un progetto Williams nato non sotto i migliori auspici, visto il periodo di transizione che la blasonata scuderia di Grove sta attraversando. In tutto questo c’è da dire che gli attuali 20 punti in classifica costruttori degli inglesi sono tutti dovuti alle prestazioni del brasiliano, il ricco baby Stroll ancora si trova a zero punti, a cui va aggiunta quella sorta di sindrome del piedino o del manichino che ha reso il giovane canadese autore di errori piuttosto grossolani per un pilota di Formula 1.

E’ un Massa a tutto tondo quello che traspare dall’intervista rilasciata oggi alla GDS, in cui il brasiliano ammette come il suo ritiro a fine 2016 fosse dovuto alla mancanza di una occasione importante: “Avrei continuato a correre solo in una squadra che mi avesse fatto sentire importante, che avesse apprezzato il mio lavoro. In quel momento in Williams c’era Bottas con un contratto e avevano preso Lance Stroll. Con la mia carriera non mi sarei accontentato di fare presenza sullo schieramento”

A proposito della situazione in Williams, impossibile non parlare di quello che forse è stato l’avvicendamento tecnico più di rilievo dello scorso fine stagione, ovvero il passaggio di Paddy Lowe dalla Mercedes alla scuderia di Grove. Il pilota di San Paolo ammette che l’arrivo del tecnico inglese abbia dato una chiara direzione da perseguire: “Con Paddy le idee sono molto più chiare su come sviluppare la macchina. Ma le cose non si cambiano nello spazio di una notte. Sono convinto che da qui a fine anno cresceremo molto. Non so se riusciremo a raggiungere la Red Bull ma ci proveremo

Il brasiliano ha anche trattato la questione politica da sempre molto discussa nel circus, legata alla difficoltà che team che hanno meno budget non riescano a competere con i primissimi che, invece, sono premiati dall’attuale Patto della Concordia: “Fino a quando in Formula 1 non ci sarà una più equa distribuzione dei soldi, i piccoli team faranno sempre fatica a vincere”

A proposito di grandi team, si è parlato anche dell’attuale situazione in Ferrari, autrice di un recupero eccezionale rispetto allo scorso anno nei confronti della Mercedes. E sul duello VettelHamilton che sta monopolizzando la discussione intorno a questa competizione ha detto: “Tra i due preferisco che il mondiale lo vinca Vettel, perché non ne posso più di veder vincere sempre lo stesso. Una vittoria di Seb farebbe bene a tutta la Formula 1”. Il brasiliano ha anche riferito in merito alla presunta strategia della Ferrari a Monaco, per la quale sarebbe stato favorito Vettel: “Onestamente finita la gara, conoscendo la storia della Ferrari, pensavo che avessero giocato un po’ con le strategie per favorire Seb. Poi l’ho rivisto e mi sono ricreduto: quando Kimi si è fermato ai box, vettel è stato velocissimo con le gomme vecchie. Niente da dire”.

Sul suo futuro, Massa ha fatto sapere che applicherà lo stesso ragionamento fatto lo scorso anno: “Al momento non sto pensando al 2018, ma solo alle singole gare. Sono tranquillo, se un team mi farà sentire importante e utile resterò altrimenti vedrò il da farsi”.

Chissà, forse saranno cruciali le gare da qui in avanti per capire se la cura di Paddy Lowe (tecnica e sportiva) contemplerà anche il pilota brasiliano. Staremo a vedere.