Come spesso viene detto, partire dalla pole dà il vantaggio di avere strada libera allo spegnimento dei semafori, ma implica anche lo svantaggio di essere costretti a non accettare altro risultato all'infuori della vittoria, in quanto si ha tutto da perdere. Per Maverick Vinales la gara al Mugello, in cui scattava dalla prima casella dello schieramento, non è stata facile, resa complicata da piloti italiani indiavolati a casa propria, tanto che alla fine ha dovuto inchinarsi ad un grandissimo Dovizioso ed accettare il secondo posto. Fin qui potremmo dire che per il pilota di Figueres sia stata una delusione la mancata vittoria, ma a giudicare dalle sue dichiarazioni al termine della gara non è così.

Vinales ha infatti affermato che ieri battere Dovizioso era molto difficile perchè la Ducati, grazie al suo potente motore, guadagnava tanto sul rettilineo principale e per tentare il sorpasso avrebbe dovuto rischiare molto in curva, con il pericolo di fare un errore e concludere anzitempo la sua gara. Da queste parole emerge un lato del 22enne spagnolo che ancora non avevamo potuto apprezzare: l'esperienza. Sembrebbe privo di significato attribuire una capacità di questo tipo, tipicamente associata ai più "vecchi", ad un giovane rampante, che finora ci aveva dimostrato di saper compiere numeri da primo della classe, mentre un po' tutti dovevamo ancora misurarlo sulla tenuta mentale. La gara di ieri ha invece certificato la solidità di Vinales anche da quel punto di vista, avendo saputo accontentarsi di un secondo posto, che comunque è tutt'altro che da buttare, piuttosto di mettere a repentaglio la sua leadership in classifica generale, che ora conduce con 27 punti di vantaggio su Dovizioso e 30 su Rossi.

Non è assolutamente cosa comune per un giovane ragionare in questo modo: se si torna con la memoria ai primi anni di Marquez in MotoGP, bisogna ricordare che correva ogni gara esclusivamente per vincere, anche a costo di finire a terra, mentre solo recentemente sembra che abbia raggiunto una certa maturità nel saper valutare le varie situazioni di gara. Anche per questo Vinales è uno spaventoso concentrato di velocità e talento, essendo arrivato molto presto alla capacità di amministrare e non solo di rovesciare il gas a due mani, come ampiamente dimostrato. Il sogno mondiale è sempre meno un sogno e sempre più una concreta possibilità ad ogni gara che passa: se dovessimo assegnare il titolo per quanto visto nel primo terzo di stagione andrebbe sicuramente al numero 25 della Yamaha, che, a parte la caduta in gara ad Austin, non ha sbagliato nulla e ha meritato ogni singolo punto di vantaggio che ha. Gli avversari sono avvisati: con un Vinales così, sia martello pneumatico che ragioniere a seconda delle situazioni, recuperare è tutt'altro che un'impresa alla portata.