Uno dei temi affrontati in questo inizio di campionato, a cominciare dal pre-stagione, è sicuramente quello riguardante gli pneumatici. Se quest’anno rappresentano una delle novità regolamentari più importanti a livello tecnico, erano attese al vaglio della pista, delle prestazioni fornite sul giro secco e sul degrado. Era l’anno dei gommoni, che dovevano portare un incremento delle prestazioni, quindi diminuire lo spazio di frenata ed aumentare la velocità media in curva, di conseguenza a seconda della resistenza del compound ci si aspettava un più o meno intenso degrado.

Dalle prime gare è emerso quanto la resistenza media degli pneumatici fosse elevata. Infatti, se in molti circuiti si è optato per le stesse gradazioni dell’anno scorso, diminuendo il numero di pit stop, in altri si è scesi di un livello di mescola mantenendo lo stesso numero di soste ai box nel peggiore dei casi. Come già discusso in diversi articoli, è come se la resistenza della supersoft di quest’anno sia pari a quella della soft dell’anno scorso. 

Questo, se da un lato ha dimostrato come la progettazione della Pirelli sia di un certo livello, perché fornire delle gomme che presentino delle prestazioni di livello con un così basso degrado è impressionante, da un altro ha creato delle polemiche, in particolare dalla Red Bull che, attraverso i piloti, ha dichiarato che con questi pneumatici è difficile rientrare nella giusta finestra di temperatura con conseguenze sul passo gara e nella messa a punto della vettura. 

Se questa può sembrare una lamentela da parte del team austriaco, che attualmente risulta indietro rispetto ai primissimi, oggettivamente potrebbe avere un fondo di verità, premesso che le gomme sono uguali per tutti. Infatti, al GP di Barcellona, la Pirelli aveva portato treni di gomme soft medium e hard, in continuità con gli scorsi anni. Non sarà però sfuggito che quest’ultima, che doveva esordire proprio al Montmelò, in realtà è stata usata per pochi giri al venerdì, sintomo che su un circuito impegnativo sotto tutti i punti di vista evidentemente il compound della hard era inutilizzabile per la ricerca della prestazione. 

Tutto questo ha forse messo la pulce nell’orecchio agli ingegneri della Pirelli e secondo indiscrezioni dei ben informati, pare che la casa milanese abbia intenzione di portare a Silverstone supersoft, soft e medium, diversamente da quanto fatto negli scorsi anni in cui la scelta ricadeva sulle tre mescole più dure, hard comprese. In effetti il circuito inglese è uno dei più gravosi sugli pneumatici, in quanto il tracciato presenta non solo una velocità media elevata, con numerosi e lunghi rettilinei, ma soprattutto la gran parte delle curve sono di media alta velocità, alcune addirittura si percorrono in pieno. Questo comporta sulla struttura dello pneumatico dei carichi verticali e laterali estremamente importanti.

Vedremo quindi se la Pirelli confermerà quanto detto, aggiungendo un motivo di interesse in più a quello che forse è uno dei week-end di gara più belli della stagione.

Oreste Sicilia