Abbiamo stra-parlato, giustamente, della bella gara di Barcellona, sottolineando il duello al vertice tra Hamilton e Vettel, il meraviglioso sorpasso del tedesco su Bottas, gli illustri ritiri dei due finlandesi di Mercedes e Ferrari e via dicendo. In questo articolo vorrei provare, nel limite delle mie competenze, a tirare fuori qualche numero e vedere cosa la Ferrari abbia perso nei confronti delle Frecce d’Argento sulla strategia.

Partiamo dal distacco finale di soli 3"5 tra l’inglese della Mercedes ed il tedesco della Ferrari. Le domande che sorgono spontanee sono: ma se alla prima curva Vettel era primo, in cosa ha perso tempo? Quanti secondi ha perso effettivamente? Se andiamo a vedere le occasioni sono state parecchie: il tempo perso al primo pit-stop per una esitazione all’anteriore destra, quello perso alle spalle di Bottas più lento, la differente strategia di pneumatici, il secondo pit-stop effettuato a virtual safety car conclusa (a differenza di Hamilton), il ritiro di Raikkonen che poteva ostacolare le Mercedes. Senza voler fare “una gara” su cosa ha pesato di più in termini di tempo perso, proviamo a fare un’analisi il più possibile imparziale, premesso che a posteriori e sul divano siamo tutti fenomeni.

Qualche considerazione va pur spesa sul fatto che probabilmente era possibile sfruttare di più il primo set di gomme soft, spremuto per 17 giri contro i 24 di Hamilton e di Ricciardo. L'undercut al contrario (in genere lo fa chi è dietro per passare chi sta davanti) ha funzionato e ha permesso a Vettel di restare al comando della gara, ma lo ha esposto a un problema successivo: gli ha impedito di sfruttare fino in fondo le sue gomme soft che avrebbero retto bene un'altra decina di giri, e ha in prospettiva obbligato il team ferrarista ad allungare lo stint finale del tedesco con le gomme medie, che sono circa 1 secondo al giro più lente. Soprattutto, la scelta del secondo pit-stop è stata fatta cadendo nel “tranello tattico” messo in mostra dalla Mercedes. Toto Wolff ha ammesso che loro hanno aspettato l'ultimo giro della virtual safety car per effettuare il cambio da medie a soft, proprio per non farsi copiare in tempo reale da Ferrari, la quale ha reagito con un giro di ritardo pagando in termini cronometrici e di gestione gara. Se infatti è così mancato il vantaggio di sostare in regime di VSC, che fa perdere meno tempo, questo ha costretto Vettel a fare 29 giri finali con la gomma più lenta disponibile, quando invece Hamilton ne ha fatti 30 con quella più veloce.

Ma la domanda che molti si stanno ponendo riguarda il tempo effettivo che Hamilton ha guadagnato fermandosi in regime di VSC. Quando ci si ferma in regime di VSC, si guadagna un sacco di tempo perché le macchine transitano in rettilineo a velocità limitata, non a 300 km/h, quindi se uno entra in pit lane a 80 km/h perde molto meno tempo che in regime di gara. In termini cronometrici pare che invece di perdere 22-24 secondi ad entrare ed uscire dai box rispetto a chi è in pista, con la VSC se ne perdono circa 12. E questo è un enorme quantitativo di tempo.

Il terzo episodio riguarda il tappo praticato da Bottas, Lasciato in pista apposta per ostacolare Vettel. L'ha fatto con astuzia, al limite del regolamento, ma senza commettere scorrettezze. Non lo si può accusare di nulla, faceva il suo gioco. Difendeva la sua posizione su Vettel e non era doppiato, per cui non era obbligato a lasciargli strada. Ma girando lentamente, sul passo di 1'27” alto oppure 1'28”, ha costretto il tedesco che in quel momento viaggiava sul passo di 1'25”2, a lasciare per strada fra i 6 e i 7 secondi in quei tre giri chiave alle spalle della Mercedes.

Se è vero che in Ferrari hanno commesso degli errori, non possiamo dire che la vittoria della Mercedes sia stata fortunosa. Il team anglo-tedesco ha giocato bene con le strategie, anche nel lasciare Bottas a fare da tappo a Vettel. Inoltre si è visto come gli aggiornamenti portati a Barcellona per migliorare il passo gara della W08 abbiano centrato lo scopo. Bisogna poi dare atto alla Mercedes di aver rischiato le soft per l’ultimo spezzone di gara, così da limitare a poco l’utilizzo della gomma più lenta. Va quindi riconosciuto ad Hamilton il merito di essere riuscito a gestire in maniera perfetta l’ultimo stint di gara, sfruttando il vantaggio della mescola più morbida senza però strafare, così da viaggiare senza problemi per 30 giri sulle soft, cosa che nessuno si aspettava anche solo vedendo le proiezioni gara fatte venerdì in prova.

Detto questo, se provassimo a fare i conti della serva, sommando il tempo perso da Vettel con la virtual safety car e quelli persi dietro Bottas, il ferrarista in una gara ideale sarebbe stato avanti di una dozzina di secondi se non di più. Considerando che è arrivato a 3”4 da Hamilton, si può dire che poteva vincere? Non lo sapremo mai. Ma di certo Vettel, restando davanti o vicino all'inglese gli avrebbe reso la vita più difficile nel finale. E visto che Hamilton era a rischio degrado gomme, se fosse stato costretto a lottare e guidare in modo aggressivo per molti giri, forse sarebbe andato in crisi.