Nelle scorse settimane, in particolare dopo il Gp del Bahrain, si è parlato molto delle gerarchie che si erano create all’interno dei due team che stanno dominando in questa prima parte di campionato, in particolare in Mercedes dopo che ad Al Sakhir è stato dato il famigerato ordine di scuderia a Bottas, facendo sopravanzare il compagno Hamilton. A seguito di questo episodio, non nascosto neanche dal diretto interessato nelle dichiarazioni post-gara, all’interno del circus e nell’informazione già si dava per scontato il ruolo di gregario associato al finnico della casa di Stoccarda.

Questa granitica certezza sembra essersi leggermente dissolta dopo il GP di Russia che ha visto trionfare Bottas, in grado di mettersi prima dietro le due Ferrari con una partenza lampo, per poi costruire un passo gara tale da tenere a freno l’attacco di Vettel negli ultimi giri. E’ vero che Hamilton è sembrato subito “fuori gioco” per la vittoria a causa di problemi avuti sulla vettura e nella gestione gomme, come d’altronde è successo in Bahrein, dove un problema simile si era avuto sulla vettura di Bottas che ha costretto il finlandese a tenere un passo gara non in grado di portarlo alla vittoria.

Quindi, in realtà è ancora tecnicamente difficile poter dire con assoluta certezza se tale gerarchia sussista e con che “grado di flessibilità”. Perché un conto è una scuderia che si presenta con UN caposquadra che deve vincere ed un gregario, come per esempio è avvenuto per anni in Ferrari con Schumacher, la cui leadership era indiscussa, un conto è una squadra che lasci i piloti completamente liberi, come avvenuto in Mercedes negli ultimi anni.

Tra questi due estremi però può esserci una via di mezzo, ovvero porsi con una gerarchia che però può essere sovvertita da quello che dovrebbe essere il secondo pilota. E allora pongo questa domanda: ma se Bottas, in gara, riuscisse ad imporre un ritmo tale da risultare imprendibile anche per il compagno di squadra, riceverebbe e accetterebbe un ordine di scuderia? Per rispondere a questa domanda dobbiamo aspettare le gare successive, in quanto non abbiamo ancora avuto un confronto diretto o la sua mancanza tra i due alfieri della Mercedes, visto che a gare alterne una delle Frecce d’Argento ha mostrato qualche difficoltà.

Per quanto visto nelle prime gare c’è da spezzare una lancia in favore del finlandese, sopraggiunto dopo l’inaspettato ritiro di Rosberg, in un team strutturato che domina la piazza dal 2014, con un compagno di squadra come Hamilton. Ci sta quindi che un pilota in queste condizioni debba passare una sorta di periodo di “apprendistato” per avere coscienza prima del mezzo, poi del comparto tecnico, poi per capire eventuali punti deboli del compagno-avversario. Se inoltre consideriamo che in Williams si è confrontato prima con Maldonado e poi con Massa che hanno, numeri alla mano, vinto di meno ma soprattutto posseggono un approccio alla gara ed al rapporto con la squadra molto diverso rispetto al campione inglese, questo fa capire una volta di più cosa possa significare entrare in un team del genere. E se poi nelle prime 4 gare riesci già ad ottenere la prima pole position e la prima vittoria in carriera e ti rendi conto che stai su una macchina di livello, beh il giochino ti comincia a piacere e sfido chiunque a pensare il contrario. Alla fine, che sia una singola pole position, una vittoria o un mondiale di Formula 1, ed un pilota “sente” che la vettura può accompagnarlo verso uno di questi obiettivi è difficile “dire di no”.

Un grado di incertezza in più a tutta la questione la mette il fatto che quest’anno la scuderia di Brackley non è più la regina incontrastata della massima competizione automobilistica. Le prime quattro gare hanno messo in mostra una Ferrari in salute, capace di assicurarsi 2 gare su 4, come i rivali della Mercedes, ed occupare l’intera prima fila in Russia dopo una qualifica tiratissima. Quindi, se questo duello dovesse continuare per tutta la stagione, vorrà dire che si giocherà tutto su sottilissimi equilibri e, se quindi torna l’ipotesi di un Bottas gregario, si avvalora l’ipotesi “se la nostra prima guida fa fatica dovremo optare per il suo compagno

Premesso che immaginiamo che la Mercedes risolverà i problemi di gestione delle temperature delle gomme avuti prima in Bahrein e poi in Russia, sarà interessante seguire le prossime gare per vedere se Bottas sarà in grado di stare davanti ad Hamilton e mettere “in crisi” il vertice della casa di Stoccarda. Ad oggi però non abbiamo la certezza e questo aggiunge un ulteriore elemento di interesse a questo campionato cominciato nel migliore dei modi.