Per associare questo, a un altro fine settimana di simil portata, bisogna mettere in azione la galleria dei ricordi. Nelle ultime tre stagioni, grosso modo da quando la Mercedes ha iniziato ad attestarsi ai vertici della Formula 1, Lewis Hamilton non aveva mai fallito una gara. 

Rapido, consistente e concentrato. Lewis, non proprio un pivello nel fondamentale di guida, ci aveva abituati fin troppo bene. La sua attitudine alla prestazione singola, mista a quella inaudita semplicità nel gestire il mezzo meccanico, hanno fatto di Hamilton il pilota di riferimento degli ultimi anni. Nemmeno il titolo mondiale consegnato a Nico Rosberg - titolo sul quale si aprono molti vuoti di luce legati all'affidabilità della 44 - sembrava aver scalfito l'aura invincibile di Lewis, guerriero zen le cui sventure scorrono come nulla fosse sulla sua corteccia intagliata dai mille tattoo.

Lewis Hamilton, non veloce come nelle previsioni in quel di Sochi. Fonte foto: Getty Images Europe.
Lewis Hamilton, non veloce come nelle previsioni in quel di Sochi. Fonte foto: Getty Images Europe.

A Sochi, terreno di caccia solitamente favorevole alla freccia d'argento, il magico mondo di Lewis s'è ribaltato. In difficoltà sin dal venerdì, alle prese con problemi comportamentali alla vettura, frustrato nell'animo, insofferente in volto. Le skills - nutritissime - del Campione inglese, si sono azzerate nel parco olimpico allestito per le Olimpiadi invernali del 2014. Demolito in qualifica, - sì, proprio lui che si appresta a divenire il record man di Pole in tutta la storia di questo sport - lontanissimo in gara. Lo psicodramma dell'Hamilton controfigura, ha voluto anche l'ingresso in campo di un nuovo contendente.
Se nelle prime uscite, tutte le attenzioni erano state per le Ferrari e per Sebastian Vettel, la brezza venuta dalle coste del Mar Nero, ha spezzato anche l'incantesimo che incatenava Valtteri Bottas. Il rimpiazzo di Nico, dopo il buon mezzo secondo rifilato sul giro secco, in gara ha fatto la voce grossa. Start da paura per bruciare il cavallino; gestione di gara impeccabile; finale intelligente e lucido per tenere a bada il ritorno di Seb.
La prima vittoria del finnico allora, assume valore doppio. Non solo Bottas ha dimostrato di saper vincere; lo ha fatto in una situazione di criticità, quando il celebrato compagno era ai ferri corti con gemella non all'altezza della 77.

L'abbraccio tra Lewis e Valtteri al termine del gp. Fonte foto: Getty Images Europe.
L'abbraccio tra Lewis e Valtteri al termine del gp. Fonte foto: Getty Images Europe.

Sulla visiera sfumata del tre volte iridato, fanno capolino interrogativi d'ogni genere. Chiudere al quarto posto, - si interrompe così a 9 la striscia di podi consecutivi tra questa e la passata stagione - a 36 secondi netti dal compagno vincitore, sono una paga che mai e poi mai Lewis aveva accusato da Rosberg. Nemmeno nei suoi weekend sventurati (quelli dei problemi in qualifica e delle successive partenze dal fondo). E stavolta, nessun inconveniente di seria entità ha ritardato il lavoro sulla messa a punto della monoposto.
Lewis però, insoddisfatto sin dalle FP1, aveva già annunciato le difficoltà al venerdì, ribadendo il tutto in un eloquente team radio in gara: "Guys, something wrong" (ragazzi, qualcosa non va per il verso giusto).
Bazzicando attorno al complesso universo 'Lewisiano', ciò che preoccupa, non è la gara portata a termine al quarto posto o il distacco dai rivali; il weekend si Sochi, ha mandato in eurovisione un Hamilton distante, spento, senza ardore e ottimismo. Un Hamilton perdente, frustrato dagli errori di strategia costati due vittorie, consapevole di aver ingaggiato una sfida non più con un sol uomo, ma con una moltitudine di macchine e Campioni.

La delusione di Hamilton, al termine della gara più brutta da quando veste i colori della Mercedes. Fonte foto: Getty Images Europe.
La delusione di Hamilton, al termine della gara più brutta da quando veste i colori della Mercedes. Fonte foto: Getty Images Europe.

Chi pensava al precoce ritiro dell'amico rivale come viatico verso altri innumerevoli successi, si sbagliava di grosso. Oggi, nel 2017, Hamilton si trova solo contro tutti. E' lui l'uomo da battere, e stavolta, la pressione non va divisa con Nico, rimasto a casa, a godersi la vista del Principato. Il Montmelò, tracciato mai andato a genio, che tra le altre rievoca anche il misfatto di un anno fa, è il puntino sulla visiera d'un Lewis passato per comparsa, costretto ora più che mai, a mettere a fuoco le innumerevoli difficoltà che contornano questa stagione.
Per l'ex ragazzo prodigio, uno che di sfide ne ha masticate tante, l'ultima, quest'ultima, potrebbe risultare la più ardua e affascinante.