Doveva essere la stagione del riscatto, quella che avrebbe portato la scuderia al top del mondo, ma per la McLaren questa annata si prospetta più disastrosa di quella precedente. Tutti ricordiamo le parole di Alonso, quelle parole di fiducia verso il suo team, di speranza, perché quella era, di avere un futuro migliore. Il leone ha sempre lottato, ma ora sta per alzare bandiera bianca.
I team radio di questi primi tre appuntamenti lasciano spazio a poca immaginazione, il rapporto tra lo spagnolo e la McLaren-Honda è ormai arrivato al capolinea. A suggellare tutto questo, oltre al battibecco di qualche ora fa col boss giapponese, è arrivato l'annuncio dell’assenza di Alonso nel Gran Premio di Monaco a favore della 500 miglia di Indianapolis. Oltre questo si aggiungono le voci che vogliono una sua presenza alla 24 ore di Le Mans, in modo da completare il trittico di competizioni più importanti del mondo dei motori. In quel caso sarebbe Button ad affiancare Vandoorne per il resto del mondiale, così come farà già nel Principato.
C’è chi dice che le sue reazioni siano esagerate, ma mettiamoci per un attimo nei suoi panni. Alonso vanta 2 titoli mondiali, 273 Gran Premi disputati, 23 vittorie, 20 giri veloci e 96 podi. Numeri da top della classe, un top che oggi è diventato uno dei tanti, uno che i leader li vede soltanto nel momento del doppiaggio. In questa stagione i numeri parlano chiaro: tre gare e tre ritiri per il due volte campione del mondo. Un bottino veramente magro che fa il paio con quello del compagno di squadra, anch’esso fermo a 0 in classifica.
La svolta non è arrivata, non arriva e con questo andamento nemmeno arriverà. Il cambio di rotta potrebbe darlo Alonso stesso, abbandonando la barca nel momento di maggior crisi, ma possiamo capirlo: il leone è in gabbia e non può reagire, la voglia di tornare a ruggire è tanta, chissà se sarà ancora in Formula 1.