Max Verstappen, tanto giovane quanto pronto alla Formula 1 nonostante i suoi attuali 19 anni, ha già ampiamente dimostrato di essere all'altezza dei big di questa competizione. Intendiamoci, non è un pilota arrivato, ogni paragone con qualcuno del passato è folle sia per lui che per i vari Senna, Prost, Schumacher, o altri nomi ai quali si vuole per forza avvicinare quello del pilota olandese.

Sicuramente è un pilota che ha sgomitato (per usare un eufemismo) con tutti e per qualsiasi posizione sin dall'anno di esordio, sia in difesa con manovre al limite che all'attacco con manovre di sorpasso estremamente "ottimistiche". Da quando si è ritrovato in Red Bull, lo abbiamo visto al confronto con piloti molto più esperti di lui, a partire dal compagno di squadra Ricciardo, con i due alfieri della Ferrari ed anche con il campione del mondo 2016 Nico Rosberg. Questo ha attirato su di lui critiche e stima, sia tra i piloti che tra gli appassionati, come giusto che sia quando vuoi rompere le gerarchie.

In merito alle forti critiche ricevute soprattutto lo scorso anno, in una intervista rilasciata alla Gazzetta, ha risposto: "devi sforzarti di conviverci. Essere veloce e aggressivo in pista, senza curarti di quello che gli altri dicono o pensano di te. Io sono andato per la mia strada fin dall’inizio" che, ad opinione dello scrivente, denota un livello mentale veramente eccezionale per un ragazzo di soli 19 anni, calato in un mondo così competitivo e mediatico come quello della Formula 1. 

Inevitabilmente si è anche parlato del suo rapporto con Vettel, che nelle prime gare di quest'anno si è calmierato, addirittura da scambiarci battute nella conferenza stampa di giovedì scorso in Cina, dopo "il fattaccio" avvenuto al Gran premio del Messico lo scorso anno. Il pilota olandese si è espresso in questo modo: "Ci siamo sentiti al telefono subito dopo quella gara e abbiamo chiarito tutto. Non ci sono più problemi da allora. La prova è stata a Melbourne, quando in fondo l’ho aiutato, tenendomi dietro Hamilton dopo il pit stop. Avrei potuto lasciarlo passare comodamente, ma non l’ho fatto". Questo evidenzia due aspetti importanti, la "faccia tosta" nel confrontarsi con un quattro volte campione del mondo, a seguito di un episodio che indubbiamente metteva Verstappen dal lato sbagliato della ragione, sia in pista che fuori; inoltre dimostra come il pilota olandese sia stato instradato per lottare con chiunque, in qualsiasi situazione, anche con gomme usurate contro chi le ha appena cambiate ed ha, numeri alla mano, una macchina più performante.

D'altronde capitò la stessa situazione, se ci pensate, con Michael Schumacher, quando per poter duellare con gente del calibro di Senna, Prost, Mansell, Berger, attuò delle manovre che, anche in quel caso, attirarono approvazioni e critiche sia tra i piloti che tra gli appassionati.

Superato questo aspetto, c'è da complimentarsi con Verstappen per la fantastica gara in Cina, in cui partiva 17esimo ed ha registrato ben 9 sorpassi nel solo primo giro, con partenza sull'umido; certo qualcuno potrà dire che quei 9 piloti erano su macchine non al livello della Red Bull o che i piloti si siano fatti passare con estrema facilità perchè tecnicamente non in competizione con la Red Bull, ma le traiettorie descritte sono quelle di qualcuno che si butta dentro, senza timori reverenziali.   

Se poi consideriamo l'intera economia di gara, in cui la RB13 ancora non è in grado di competere per la vittoria, notiamo come Hamilton, Vettel e Verstappen abbiano rispettivamente battuto di netto i compagni di squadra. In una Formula 1 in cui il fattore umano può di nuovo fare un pizzico la differenza, il pilota olandese c'è e lo dimostra. In merito al ritardo della RB13 nei confronti della concorrenza ha detto: "A Melbourne ci servivano un secondo e tre decimi al giro... In Cina è andata meglio, viste le condizioni particolari dovute alla pioggia prima del via, ma dobbiamo lavorare per migliorare la macchina. Ho fiducia nelle evoluzioni di telaio e motore che avremo al Montmelò o in Canada". Questo aggiunge, una volta di più, valore a quella che è stata la prestazione del pilota in gara. 

Uno degli aspetti fondamentali nella crescita di Verstappen, inutile negarlo, è stata proprio la famiglia; figlio di Jos Verstappen, pilota di Formula 1 per molti anni e compagno di squadra di Schumacher in Benetton, e di Sophie Kumpen, campionessa di kart e unica donna a vincere il Trofeo Margutti. Innegabile, va detto, l'apporto alla crescita di Verstappen da parte di Jos, seguito sin dai tempi dei kart del quale dice: "Il rapporto fra padre e figlio nel mio caso è stato molto intenso. A differenza degli altri, che a casa staccano, io e lui la sera a tavola continuavamo a parlare di corse, ad analizzare i dettagli per migliorare. E in tutte le categorie, dal kart alla F.3, ero sempre il più giovane. In questo modo impari molto e in fretta". Per questo, chi è un appassionato di Formula 1, al di là del tifo, non può che "ringraziare" la famiglia Verstappen per averci fornito un pilota dalle indubbie capacità.

Per concludere, ci auguriamo di vederlo presto competere per il titolo mondiale, per dare ancora più incertezza e valore a questa competizione.