Dopo la vittoria a Melbourne, nella gara inaugurale, la Ferrari è chiamata a dare continuità ai suoi risultati, se vuole sperare di lottare con le Mercedes fino a fine stagione. Per competere ad alti livelli a Maranello si dovrà sfatare un tabù, che è sempre stato il tallone d'Achille di molte monoposto rosse, ovvero lo sviluppo dell'autovettura in corso d'opera. 

I PRECEDENTI - Il problema dello sviluppo è un problema che in Ferrari hanno sempre patito, anche quando il Drake era ancora a capo della Scuderia. L'esempio lampante è quello del 1985, quando, con Michele Alboreto in lotta per il titolo iridato, Ferrari decise di adottare, a stagione in corso, un nuovo propulsore, dotato di maggior potenza e di una flussodinamica interna del tutto innovativa. Il risultato fu disastroso: Alboreto nelle ultime 5 gare colse solo un 13° posto e 4 ritiri, che regalarono il titolo ad Alain Prost, su McLaren-Tag Porsche. 

Fonte: Pinterest
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Da quel momento, in Ferrari, fino agli anni 2000 non si è mai lottato realmente per l'iride, salvo nel 1990, con lo stesso Prost. E' con l'avvento dell'era Schumacher che questo problema sembrava risolto, poiché le migliorie che il team Todt-Brawn-Byrne  apportava a stagione in corso, si rivelavano sempre giuste e portavano sempre a maggiori successi. 

Finita l'era Schumacher, e superati anche i due anni di duello Ferrari-McLaren, conclusi con tre titoli, è salita in cattedra la Red Bull. Ed è proprio in questo periodo che a Maranello è riaffiorato il problema dello sviluppo, soprattutto nel 2013, quando, dopo un inizio travolgente la Ferrari ha dovuto soccombere alle novità tecniche introdotte dalla Red Bull, che con Vettel riuscì a strappare il mondiale ad Alonso

Fonte: en.espnf1.com
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L'ultimo esempio è recente, si parla dello scorso anno. Dopo un inizio a razzo, con due vittorie sfiorate e 8 podi in altrettante gare, la Rossa si è persa sempre più, anche a causa dei problemi di affidabilità che l'hanno afflitta per tutta la stagione. A questo si è aggiunta la crescita sempre maggiore di Mercedes e Red Bull ed ecco da cosa nasce la stagione horror targata 2016. 

CINA E FUTURO - In Australia la vettura ha mostrato di avere grandi qualità e un grande potenziale, soprattutto a livello di Power Unit e di sfruttamento delle gomme. La PU, secondo le dichiarazioni di molti, tra cui Steiner (D.S della Haas motorizzata Ferrari), è al livello della Mercedes, anche grazie a tante nuove componenti che risultano davvero innovative. La ricerca di ulteriori migliorie e l'esplorazione di piste anche rischiose fanno parte della nuova filosofia targata Binotto&soci, che hanno deciso di dar fondo a tutte le idee, per costruire una vettura in grado di rivaleggiare alla pari con Mercedes e Red Bull.

Fonte: Ferrari.com
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Ora si arriverà in Cina, dove i risultati potranno dare un quadro ancora più chiaro della situazione, dato che si tratterà di un circuito vero e proprio e non di un semi-cittadino come Melbourne. L'imperativo, per Binotto e Resta, è quello di produrre nuovi pezzi che possano affrontare al meglio le evoluzioni di una Mercedes non ancora al top, dati i problemi, ancora non risolti, nella messa a punto della vettura a passo lungo. 

Per Maranello potrebbe risultare una sfida epocale, ma se si riuscisse a confermare quanto di buono fatto a Melbourne, già in Cina, per poi proseguire su quella strada, significherebbe che in Ferrari hanno capito la retta via da seguire per tornare grandi.