Che non fosse un week-end come gli altri, Antonio Giovinazzi già lo sapeva mercoledì, quando si è imbarcato per Melbourne, dove avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di terzo pilota con la Ferrari. Il destino ha voluto che alla fine delle seconde prove libere Pascal Wehrlein, pilota titolare Sauber, alzasse bandiera bianca e lasciasse libero il sedile a Giovi. In uno scenario simile a quello già visto a Barcellona, Giovi ha indossato la tuta Sauber e, senza aver mai girato ad Albert Park, è montato in "sella" ed ha iniziato a girare nelle FP3, completando una dozzina di giri, dove ha cercato di imparare il circuito ed ha dovuto trovare anche il setup ideale, sia in ottica gara, che in vista delle qualifiche.
Ed è proprio durante la Q1 che si è capito il potenziale di Giovi, che, dopo aver preso il ritmo giusto, ha iniziato a spingere e si è portato ai limiti della zona rossa, ma proprio all’ultimo tentativo un errore lo ha condannato. Soltanto 16°, ma comunque vicinissimo al compagno di team Marcus Ericcson, ben più esperto di lui. In gara, poi, con una condotta diligente ed attenta ha portato al traguardo la vettura ed ha chiuso davanti a Stoffel Vandoorne con la McLaren. Giovinazzi è riuscito a tenere dietro per molti giri un altro esordiente come Lance Stroll, a bordo di una Williams molto più competitiva della Sauber, e soprattutto con gomme Soft usate da qualche giro contro le nuove US di Stroll, che ha dovuto faticare per superare l'italiano e ha colto l'occasione solo al pit.
Giovinazzi ha dimostrato di poterci e saperci stare nel circus, anche molto di più rispetto ad alcuni suoi coetanei e colleghi, che si trovano nella massima categoria motoristica solo grazie all’intervento dello sponsor di turno. In casa Sauber difficilmente Ericcson gli cederà il posto, anche perché il team è suo, mentre resta da capire la situazione di Wehrlein, di cui ancora non si conoscono i motivi e le cause del forfait, da ricercare non nell’incidente della Race of Champions, ma in qualche altro problema. Certo, vedere Giovinazzi in pista a Melbourne sembrava quasi utopico e invece il pugliese non è solo sceso in pista, ma ha anche sorpreso molti per la maturità mostrata. La speranza è quella di vedere definitivamente protagonista un pilota italiano, che mancava nel circus da 6 anni circa.
Qualcuno vicino al driver pugliese ha ammesso di essere rimasto sorpreso dalla calma e dall’atteggiamento: “Incredibile come ha affrontato con serenità le difficoltà di un esordio così repentino ed inaspettato. È stato anche molto freddo in alcune situazioni”.
La bravura di Giovinazzi è stata anche riconosciuta dai suoi colleghi e compagni di team Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, che a fine gara non hanno fatto mancare il loro affetto al talentuoso pilota di Martina Franca, che ha ricevuto i complimenti anche dal presidente Marchionne. Davanti ai microfoni Giovi spiega: “In partenza ho avuto un problema con la frizione. La vettura si muoveva e allora sono stato costretto ad usare il freno prima dello scatto. Ho dovuto anticipare il pit, ma mi sono trovato bene con le SuperSoft e ho avuto uno stint buono. Dovevo capire come comportarmi quando venivo doppiatto, era una situazione che non mi capitava da molti anni, dall’inizio della mia carriera nei Kart. L’emozione vera per aver corso il mio primo Gp in F1 l’ho sentita solo dopo il traguardo. Fino a quel momento ero concentratissimo, avevo tante cose a cui pensare. In quel momento mi sono reso conto di aver corso il mio primo Gp ed ero consapevole di aver centrato il mio obiettivo di giungere al termine dei 58 giri. È stata una grandissima esperienza, tanta roba. Ora sono pronto per tornare a fare il terzo pilota Ferrari a Shangai.”
A Melbourne non avrebbe dovuto correre e invece è sceso in pista e ha messo in mostra tutte le sue capacità. Forse lo rivedremo più in là, forse la prossima stagione, l’Italia ha trovato il suo pilota.