Quello di ieri è stato un GP sicuramente sorprendente per la Ferrari, che ha ottenuto un successo importante, soprattutto per il morale di un team che veniva da anni di magra e che non saliva sul gradino più alto del podio da un anno e mezzo. Il successo della Rossa è arrivato grazie ad un lavoro importante cominciato all'inizio dell'anno, ma che nel week-end australiano si è manifestato in alcuni punti fondamentali, che andiamo ad analizzare.
Le prove. Mentre Hamilton imponeva già il passo della sua Mercedes fin dal venerdì, le Rosse di Vettel e Raikkonen si sono principalmente concentrate sulla costanza nel passo gara, presentandosi in pista con un carico di carburante maggiore e girando con gomme soft. Già dal sabato mattina la Ferrari è uscita dal guscio, piazzando un ottimo 1:23.380 che ha permesso a Sebastian Vettel di classificarsi in testa alla graduatoria, facendo da preludio alla prestazione del tedesco nella qualifica del pomeriggio, dov'è arrivata un'insperata prima fila, coadiuvata dal buon 4° posto di Kimi Raikkonen.
L'avvio di gara. La partenza non è perfetta per il tedesco che si aspettava di poter insidiare Hamilton (il quale invece scappa via) alla prima curva, ritrovandosi invece a respingere l'attacco di Bottas. Kimi d'altro canto tiene bene contro l'arrembante Verstappen che lo affianca alla prima curva, ma si trova la porta sbattuta in faccia dal finlandese che non perde un centimetro e con una grande manovra all'esterno tiene la quarta posizione. Hamilton, come previsto, inizia a macinare secondi scendendo anche sotto l'1:29, ma a differenza dello scorso anno, Vettel, regge: il tedesco mantiene un ritardo che non va mai oltre i 2" per poi piazzare un paio di giri veloci che lo riportano negli specchietti di una Mercedes in evidente difficoltà con le gomme.
Il pit-stop. Al giro numero 16 Sebastian scende sotto il secondo di ritardo e costringe l'avversario a rientrare ai box: il tedesco quindi si ritrova con la pista libera e sfrutta i giri in testa per guadagnare il più possibile e colmare definitivamente il gap. Hamilton invece rientra dietro Verstappen, che gli rende la vita durissima tenendolo dietro con grande caparbietà. Al 23° giro Vettel rientra con 23 secondi di vantaggio sulla coppia Verstappen-Hamilton, quanto basta per ritornare in pista davanti ai due in quello che è il momento più emozionante del GP. La Ferrari resiste all'attacco come sempre perentorio del belga, che tocca anche l'erba, ma resta dietro grazie alla manovra difensiva del tedesco, accompagnata dal boato del pubblico.
Il ritmo nel finale. Dopo la sosta tutti si aspettavano un Hamilton assetato di sangue, pronto a rimontare metro dopo metro nei confronti di un Vettel preparato a subire l'assalto dell'inglese. Invece, la Mercedes inizia a perdere qualcosa anche nei confronti di Verstappen e quando il belga rientra ai box il distacco dalla testa è di ben 6 secondi. Con le gomme soft Seb registra un 1:27.5 contro l'1:27.9 di un Hamilton in difficoltà, soprattutto nei doppiaggi: nel sorpasso su Alonso perde addirittura un secondo fermando il cronometro sull'1:28.9. Il tedesco al contrario non perde un colpo e piazza una seconda parte di gara che ricorda il periodo trionfante della Red Bull: chiude la corsa in prima posizione percorrendo i 57 giri in 1:24:11.670 con una media di 215.4 km/h. E' buona anche la gara di Kimi Raikkonen, regolarissimo durante tutto il week end e bravo a difendersi dagli attacchi di Verstappen, sia in partenza, sia nel finale, quando il pilota Red Bull si è avvicinato fino ai due secondi, salvo poi essere ricacciato indietro dal ritmo incessante del finlandese. ,