Dopo tanta attesa e anche tanta pretattica da parte delle scuderie, è finalmente iniziato con il consueto start dall'Australia, il Mondiale di Formula Uno. E l'alba di questa nuova rassegna iridata è stata dolce per la scuderia e i tifosi della Ferrari, svegliati dall'urlo di gioia di Sebastian Vettel per la sua terza vittoria in carriera alla guida di una delle Rosse di Maranello. Una gara condotta con il proverbiale sangue freddo del quattro volte campione del mondo, che per la prima volta da quando ha lasciato la Red Bull per approdare nella scuderia italiana si trova in testa al campionato del mondo, seppur dopo una sola gara. Insegue, questa volta, la Mercedes che pone Lewis Hamilton e Valtteri Bottas sugli altri due gradini del podio, con il vice-campione del mondo che ad un certo punto se l'è vista brutta anche nel confronto con il compagno di squadra, il quale lo ha incalzato nei giri finali senza però produrre attacchi alla piazza d'onore.
Andiamo a vedere quali sono i tre elementi positivi che il Circus della Formula Uno porta via dal suo primo appuntamento stagionale, ma anche tre aspetti negativi che non possiamo esimerci dall'analizzare e dal porre all'attenzione.
VINCE, CONVINCE E STUPISCE - Era tutto fuorchè scontato o prevedibile, vedere una Ferrari sul gradino più alto del podio all'Albert Park di Melbourne. Invece Sebastian Vettel è tornato ad essere "Perfettel", e con una corsa di grande concentrazione e con la solita attenzione certosina per i particolari è riuscito a portare a casa il bottino pieno nella gara di esordio del Mondiale 2017. Bravissimo sia a confermare la seconda posizione dopo la sempre pericolosa prima curva, e soprattutto a mantenere il passo di Hamilton nei primi giri, Seb è stato anche abile nell'approfittare del traffico - generato perlopiù da Verstappen - nel quale Lewis è incappato dopo una sosta a dire il vero un po' troppo anticipata. Poi il pit stop del tedesco, con il consueto ottimo lavoro del box rosso, e una conduzione da manuale della restante parte di gara. Così, decisamente a sorpresa, la Ferrari c'è e lo fa vedere.
FINALMENTE ITALIA - Lo aspettavamo dal 27 novembre 2011, data in cui Jarno Trulli concluse al diciottesimo e terzultimo posto il Gran Premio del Brasile, ultima tappa del Mondiale in cui Vitantonio Liuzzi, invece, si ritirò. Da allora sono passati 1946 giorni, un'eternità, ma finalmente l'attesa si è conclusa. E così, al termine di un weekend vissuto in un'altalena di emozioni straordinarie, Antonio Giovinazzi è tornato a rappresentare l'Italia nel novero dei partecipanti al campionato del mondo. Una partecipazione al Gran Premio d'Australia chiaramente condizionata dal fatto di essersi seduto a bordo della Sauber solo sabato mattina per l'ultima sessione di prove libere, ma poi l'emozione e la novità della situazione hanno lasciato il posto alle qualità alla guida del vice-campione di GP2. Dodicesimo posto alla bandiera a scacchi per il driver pugliese, dopo un ottimo sedicesimo nelle qualifiche a pochi centesimi dal compagno di scuderia Ericsson. E ora la speranza per la riconferma in Cina.
BRAVO ESTEBAN - Una delle poche sorprese di questo primo appuntamento stagionale in Formula Uno è data dal piazzamento a punti di Esteban Ocon. Ce lo ricordiamo dalla passata stagione, quando si sedette in corsa al volante di una delle due Manor al posto di Haryanto, e soprattutto nel finale di stagione riuscì a farsi notare quando andò vicino ad un piazzamento in Top Ten sia in Brasile che negli Emirati Arabi. Ora per lui è avvenuto il salto di qualità, con il volante di una Force India tra le mani e la possibilità di guidare una vettura più stabile e più veloce. Così, il transalpino classe 1996 ha potuto vivere un weekend da protagonista, con il preziosismo aggiunto di una decima posizione al termine di una bagarre con Sua Maestà Fernando Alonso, ritiratosi pochi giri dopo aver subìto il sorpasso della vettura in rosa. Così, la curiosità mista alla grande ilarità per la colorazione della livrea della vettura del patron Mallya ha lasciato il posto agli applausi, per il settimo posto di Perez ma soprattutto per il primo punto in carriera di Ocon.
NEMO PROPHETA IN PATRIA - A Daniel Ricciardo, il Gran Premio di casa non va proprio giù. Per lui questa è stata la sua quinta presenza ai nastri di partenza di un Mondiale di Formula Uno, e da allora il sempre sorridente driver australiano non ha mai avuto gioie ad Albert Park. Quando ci era riuscito, piazzandosi in seconda posizione dietro a Rosberg alla sua prima gara in carriera con la Red Bull, la direzione gara lo squalificò per irregolarità tecniche relative al flusso del carburante. Poi un mesto e modesto sesto posto due anni fa e una quarta posizione ottenuta nella scorsa stagione, con una classifica migliorata solo grazie al ritiro di Raikkonen e a qualche errore di Massa e Bottas. Ma in particolare questo è stato un weekend nero per Ricciardo, che non ha potuto girare nel Q3 in qualifica, che è stato poi costretto a partire dalla pit-lane con due giri di ritardo, prima di ritirarsi mestamente a metà gara. Per fortuna di Daniel, il GP australiano arriva solo una volta l'anno...
DISASTRO HAAS - Stando a quanto si è visto nei vari test svolti dall'inizio dell'anno, grande curiosità e anche qualche aspettativa è stata portata avanti dalla Haas. La scuderia americana ha confermato la motorizzazione Ferrari e il francese Romain Grosjean come pilota di punta, sostituendo Gutierrez con il danese Magnussen. Ma sul weekend di Melbourne, con ogni probabilità la Haas proverà a stendere un velo pietoso. In primis con l'incidente al via che ha chiaramente rovinato la gara dell'ex di McLaren e Renault, il quale ha poi navigato in bassa classifica. Poi per il problema al propulsore che ha costretto al ritiro il pilota francese, il quale era in pienissima zona punti e stava anche insidiando Verstappen per la quinta posizione. Infine, per Magnussen è arrivato il ritiro al termine di una gara resa anonima dall'incidente di cui sopra. Ora la testa va in Cina, dove Romain e Kevin proveranno a riscattarsi.
DUE GRAN PREMI IN UNO - Chi ha assistito alla gara, ma anche chi non l'ha vista e si è rivolto direttamente alla tabella dei tempi, ha potuto notare qualcosa che balza subito all'occhio. Ovvero la netta differenza tra le prime cinque posizioni della classifica e il resto del plotone. Sono ben 28 i secondi che hanno diviso Sebastian Vettel e Max Verstappen, con il giovane driver olandese che paga "solo" diciotto secondi dal secondo della classe, Lewis Hamilton. Le cose cambiano, e anche in maniera netta, quando si scende in sesta posizione da Felipe Massa, il quale paga ben un minuto e 23 secondi rispetto al vincitore della corsa. Un distacco che, nel confronto con l'unica Red Bull arrivata al traguardo con il figlio di Jos, ammonta a ben 55 secondi. C'è dunque quasi un minuto di differenza tra la meno prestante delle scuderie "d'elite" e la prima delle "umane". Jean Todt lo aveva predetto, i dati purtroppo gli danno ragione. Chissà se, con il passare dei Gran Premi, scuderie come Williams, Force India e magari anche McLaren saranno in grado di ridurre il gap.