Gli occhi sono vispi come non mai, d'altronde, la scintillante Pole Position con la quale si è ripresentato alle scene è roba non da tutti. Il pallottoliere dice 62 volte dalla casella numero uno, appena tre in meno dell'idolo Ayrton, e sei in meno del Kaiser Michael.
Il tardo pomeriggio di Albert Park, a lungo minacciato da un cielo plumbeo ma innocuo, ha esaltato una volta di più il talento di Lewis Hamilton, uomo copertina del primo sabato stagionale. La sua Pole, la quarta consecutiva in Australia, - sesta su questo circuito, ed è record - è arrivata al termine di un giro strepitoso e controllato, un giro in cui Lewis ha danzato con agilità tra le sconnessioni del cittadino oceanico come nulla fosse.
In se, la notizia di un Hamilton tonico ed in Pole non fa scalpore, se non fosse che domani, quando in Italia sarà primo mattino, nei nostri teleschermi la gradazione della fila uno sarà accesa dal passionale Rosso Ferrari.
Già, la prima fila torna a tingersi di Rosso a distanza di molto, moltissimo tempo. Sebastian Vettel, stavolta è stato impeccabile, strappando proprio nel finale la prima fila ad un Valtteri Bottas subito battuto dall'illustre compagno di squadra.
Secondo, a poco meno di tre decimi il ferrarista quattro volte Campione del mondo, è stato capace di sopravanzare il sostituto di Rosberg di appena qualche centesimo, riportando la Ferrari in prima fila dopo una stagione intera passata al buio.
Meno brillante si è rivelata la prestazione di Kimi Raikkonen, efficace più di Seb per quel che concerne il passo gara, ma incapace di mettere assieme un giro pulito nella decisiva Q3. Nonostante i piccoli errori, IceMan ha raccolto con soddisfazione una preziosa quarta piazza, sfruttando anche le avversità con cui sta convivendo la Red Bull.
La pole di Hamilton dalla sua on board camera.
Le lattine rappresentano a pieno il volto degli sconfitti di giornata. Presentatasi a Melbourne con una monoposto semplice, poco approfondita e per nulla caratteristica, la corazzata austriaca ha pagato le indecisioni invernali sul tracciato: quinta piazza per Verstappen, decisamente staccato dal vertice. Partirà solamente in decima posizione Daniel Ricciardo, autore di un incidente senza conseguenze in avvio di Q3.
Il padrone di casa, forse schiacciato da una pressione crescente, forse alle prese con problemi di trazione e stabilità sul posteriore, ha perso il controllo della sua RB13 alla 14, finendo per toccare con il retrotreno le barriere.
Mentre la Haas festeggia una gran qualifica di Grosjean, la Toro Rosso si conferma con entrambi i piloti nella Top 10, e la McLaren continua la sua via crucis, nel paddock di Albert Park, - a quest'ora in silenzio dato il pesante fuso orario - nell'immediato post qualifica già si era concentrati verso lo start di domani.
Il weekend sin qui trascorso dall'altra parte del mondo, ci permette - con l'ausilio della griglia di partenza e dei dati relativi a tempi e consumi gomme - di tracciare un quadro più o meno realistico rispetto al tipo di gara a cui i vari protagonisti andranno in contro.
Quel che è certo, ma al tempo stesso non calcolabile, è l'importanza capitale della prima curva. Lo stacco frizione decide il 50% del GP, e le vicende capitate a Lewis Hamilton nella passata stagione lo dimostrano. Una cattiva partenza del pilota inglese, già avvenuta nella passata edizione del Gp oceanico, andrebbe ad inficiare il lavoro compiuto nel weekend, vanificando la super pole di oggi.
Le fasi salienti della prima qualifica dell'anno.
Ad approfittare di eventuali errori altrui, ci sono Vettel e Raikkonen, sfavoriti dal posizionamento della monoposto - incastonata nella parte sporca del rettilineo - ma spesso e volentieri titolari di grandi partenze. A confermare la crucialità del momento, è stata anche la stessa Mercedes che per andare in contro alle difficoltà di Hamilton, nel corso dell'inverno ha messo a punto un nuovo metodo di partenza. Dunque, un'incognita con cui dovrà convivere anche Bottas, al battesimo con una monoposto di livello superiore, e per questo certamente in grande tensione.
In più, deve essere necessariamente calcolata la variabile Verstappen, consapevole di non poter battagliare con i primi quattro, e per questo ancor più cattivo allo spegnimento delle luci rosse. L'olandese ha già dimostrato di non avere alcun timore reverenziale, e in caso di ottima partenza, alla prima curva, tutti dovranno fare i conti con il ragazzo terribile.
Concentrandosi su un discorso meramente strategico, l'ipotesi maggiormente paventata parla di una sola sosta, da attuare più o meno a ridosso della metà gara. I primi dieci, sono costretti a partire con la mescola utilizzata in Q2, dunque, tutti scatteranno con la ultra soft, per poi passare ad una tra super soft, o soft.
Nel corso delle libere, ci si è resi conto di un degrado inferiore alle attese, soprattutto con le gomme super soft e con quelle soft. Anche le ultra però, nonostante un lecito calo di prestazione dopo qualche giro, tengono con autorità la strada molto più a lungo dell'anno passato. Ecco perché tutti i top team hanno scelto di non rischiare, e dunque non differenziare le scelte alla partenza.
Il passo gara, dati alla mano, vede un Hamilton in grande spolvero, tallonato da vicino dal compagno Bottas e dalle velocissime Ferrari. In particolare Raikkonen, con una guida meno aggressiva rispetto a Vettel, sembra conservare la mescola più a lungo dei rivali. Questa potrebbe essere una chiave interessante, anche se il primo della fila deciderà quando fermarsi, e gli altri dovranno rispondere di conseguenza per non perdere troppo terreno. Questo gioco di strategie, viene ad essere ancor più importante se - come previsto dai tecnici della Pirelli - i top team opteranno per una sola sosta.
Il responso del cronometro, al momento apre ad una gara tiratissima, in contrapposizione con quelle a cui eravamo abituati ad assistere negli ultimi anni. Quel che è certo, è che il ruolo di favorito ricade sulle spalle di Lewis Hamilton, con Bottas e le Ferrari pronte a rendere la vita difficile al Campione inglese, sempre a suo agio in quel di Melbourne.
Domani, quando in Italia sarà poco più che l'alba, una nuova era è pronta ad avere il suo battesimo: tra gli arbusti dell'Albert Park Lake, 5303 metri, ripetuti per 58 volte, ci diranno chi, tra Mercedes e Ferrari, sarà stata in grado di conquistare il continente oceanico.