Come un tuono nel bel mezzo della notte, quando in Italia saranno le 02.00 del mattino, a Melbourne, Albert Park, quel suono che da qualche mese era rimasto sopito dal gelo invernale, tornerà a squarciare i cieli, dall'Australia fino al vecchio continente.
'F1 Is Back', come viene pubblicizzato dagli account social del Circus, impaziente così come l'intero globo a quattro ruote, di assistere al primo weekend di gara del nuovo anno.
Della notte di Abu Dhabi, dei fuochi d'artificio e della festa di Nico Rosberg, non sono rimasti che frammenti di memoria. Il presente è in Australia, sede oramai usuale per dare il via al mondiale di Formula 1. Ovattato da un clima mite, e al tempo stesso circondato da un paesaggio ricco ed intrigante, il Circus si appresta a ricevere il suo battesimo quattro mesi dopo la pagina finale del capitolo 2k16. L'inverno appena lasciato alle spalle, ha trattenuto a se il Campione del mondo in carica - assente ai nastri di partenza - dando vita ad una vera e propria rivoluzione tecnica capace di rendere la nuova Formula 1 più intrigante, incerta e veloce.
I test svolti a Barcellona hanno confermato la bontà delle nuove monoposto, più larghe nelle dimensioni, più complesse nella guida, e al tempo stesso decisamente più performanti nel tempo sul giro.
Finalmente, dopo tante chiacchiere, annunciazioni e colpi di scena, tutto sembra pronto per lo start. Questa notte, alle 02.00 ora italiana, la luce della pit lane di Albert Park si tingerà di verde, dando il via alle ostilità.
A dire il vero, la battaglia è già iniziata da tempo, con i famigerati test catalani che hanno già delineato quello che sabato potrebbe essere il primo schieramento di partenza del 2017.
La Mercedes, dominatrice incontrastata nelle passate tre stagioni, si è dovuta arrendere alla decisione di Rosberg, passando il testimone a quel pilota che più si avvicina - per caratteristiche umane soprattutto - al Campione tedesco: Valtteri Bottas. Il finlandese, ha goduto del rapporto stretto tra se e Toto Wolff, artefice principe del passaggio del finlandese dalla Williams alla casa tedesca. Ad accogliere l'ambizioso finnico, dall'altra parte del garage silver, è rimasto Lewis Hamilton. Senza Nico nei paraggi, molti addetti ai lavori hanno pronosticato Lewis Campione per la quarta volta in carriera.
I verdetti però, sono arrivati fin troppo presto, non dando eccessivo risalto a quei test che invece, ad oggi risultano essere l'oggetto più attendibile in vista del weekend in partenza tra poche ore.
Per tempi sul giro, consistenza in proiezione gara e interpretazione della vettura, Bottas è sembrato essere in grande forma, consapevole di esser giunto all'occasione della vita. Allo stesso modo del 77, Hamilton ha risposto alla grande, forse occultando per una piccola percentuale le potenzialità della nuova Mercedes. Escludendo dal discorso dettagli tecnici relativi a gomme, pinne e telaio, le frecce d'argento potrebbero aver giocato a carte coperte in vista di Melbourne.
Il dubbio però, viene posto soprattutto per colpa delle prestazioni fornite dalla Ferrari. La scuderia di Maranello, dopo aver concluso una stagione - quella 2016 - avarissima di soddisfazioni, ha lavorato giorno e notte per mettere in pista una vettura finalmente competitiva, in grado di duellare ad armi pari con i rivali di sempre.
A Barcellona, le prestazioni di Sebastian Vettel, e soprattutto quelle di Kimi Raikkonen, hanno fatto spavento a tutti. Vedere il rosso Ferrari in cima alla lista dei tempi, ha rievocato dolci ricordi soffocati solo dalle lancette del tempo; a quel che sembra, anche la Mercedes è rimasta folgorata. La nuova rossa, si è rivelata affidabile, rapida ed equilibrata. La conferma arriva dal cronometro e dal layout del Montmelò, tra i circuiti più duri e completi del calendario, e per questo in uso durante i test.
Tra le big, è in leggero ritardo la Red Bull di Ricciardo e Verstappen. Come nella passata stagione, la lattina, giunta alla sua 13^ apparizione nel mondiale di F1, sembra un cantiere aperto in cui sono ancora molti gli aspetti da limare.
Problemi di affidabilità hanno lasciato a piedi Verstappen, che ha girato decisamente meno rispetto agli altri big del Circus. Miglior sorte è toccata a Ricciardo, anche lui alle prese con qualche problemino qua e la, risolto sì, ma con affanno. E i tempi sembrano confermare le impressioni, con una Red Bull molto veloce nel giro secco, ma ancora non quantificabile per quel che concerne la tenuta in gara.
Come spesso accade, i 5303 metri di Albert Park, saranno rivelatori per molte scuderie di taglia medio bassa. Dalla Williams - anch'essa velocissima nel giro secco - del redivivo Massa e del giovane Stroll, alla Force India in tenuta pink panter di questa stagione, fino ad arrivare alla nuova Sauber testata a Barcellona dall'italiano Giovinazzi. Tutte a caccia di gloria, tutte con una la consapevolezza di non conoscere a pieno punti deboli e punti di forza della monoposto partorita in inverno.
Giunti sul luogo del delitto ormai da qualche giorno, i protagonisti più attesi del 68^ mondiale di Formula 1, hanno già ingaggiato una pacifica battaglia psicologica, sfociata con tanto di sorrisi e carezze nella press conference di ieri pomeriggio.
Con Daniel Ricciardo a fare da Cicerone, la conferenza stampa - colorata anche dal senso dell'umorismo di Fernando Alonso, la cui McLaren è più d'ogni altra una vera incognita - ha percorso le parallele di Ferrari e Mercedes, con Vettel ed Hamilton interrogati in prima persona. I due Campionissimi hanno giocato, scaricando l'uno sull'altro l'etichetta di favorito in vista di domenica.
Se il tedesco - come è lecito attendersi - ha fatto il nome della Mercedes come antagonista numero uno, Hamilton ha rimandato i favori del pronostico al mittente, annunciato la Ferrari come favorita numero uno.
Meno citata la Red Bull, ai nastri di partenza con un Verstappen tirato a lucido e un Ricciardo a tutto gas, visto che si tratta della gara di casa. Le lattine, eccezion fatta per le indubbie qualità dei suoi piloti, parte un gradino sotto rispetto a Ferrari e Mercedes, anche per tradizione, certamente più adatte all'atipico cittadino che si snoda intorno a lago di Albert Park.
Il gioco delle parti ha preso il via prima ancora della luce verde, confermando che in questo anno zero, forse, le probabilità di non vedere il l'argento dominare, sono in crescita. Le parole di Hamilton, - comunque molto fiducioso sul rendimento della sua 'piccola' - sono un campanello d'allarme, o un semplice bluff a cui il cronometro toglierà il mantello?