Sta per iniziare l'Indycar, ovvero uno dei campionati oltre alla F1 con i piloti di livello più alto e uno dei più incerti e combattuti, il campionato in cui è presente la mitica 500 miglia di Indianapolis. La competizione motoristica americana per eccellenza riparte questa domenica a San Petersburg, dove si disputerà la prima gara dell'anno. Dei piloti presenti sulla griglia di partenza ben sette su ventidue l'anno scorso sono stati in gradi di imporsi in almeno un'occasione e soltanto sei non hanno mai vinto una gara in carriera. Di questi sei inoltre soltanto due non sono mai riusciti a salire sul podio: Ed Jones, che è l'unico rookie dell'anno, e Max Chilton, che ha debuttato l'anno scorso. Questi dati confermano il livello di competitività del campionato, visto che ogni pilota può ambire a vincere almeno una gara. In ogni caso ci sono alcuni piloti che partiranno con l'obiettivo di vincere il titolo, altri che invece possono realisticamente ambire solo a qualche vittoria di tappa.

Partiamo dal team Penske, il team più vincente di sempre nella storia delle corse americane. La vettura sarà motorizzata Chevrolet ed è, a detta di tutti gli esperti, anche quest'anno la migliore del campionato e sarà sicuramente quella da battere. I quattro piloti poi sono di assoluto valore, dato che l'anno scorso sono arrivati primo, secondo, terzo e quarto, quindi la vittoria del campionato pare già preclusa a tutti gli altri e destinata ad essere una lotta interna. Simon Pagenaud è il campione in carica e ha tutte le carte in regola per riconfermarsi campione: il francese l'anno scorso ha dominato il campionato e ha mostrato anche dei margini di miglioramento, visto che è ancora abbastanza giovane. Il sogno per il pilota della #1 è sicuramente quello di portare a casa il campionato e la vittoria alla 500 miglia di Indianapolis, realizzando una doppietta che manca dal 2010. Will Power, secondo in campionato l'anno scorso e campione del 2014, però è un avversario agguerrito e vorrà sicuramente vendicare la sconfitta subita nella passata stagione e riaffermare il suo ruolo di leader all'interno del team. Power, così come Pagenaud, non ha mai vinto la 500 miglia e quest'anno ci riproverà: anche lui può sognare la doppietta. Josef Newgarden, neo arrivo dopo il quarto posto in classifica del 2016 e pilota più giovane del team, è la grande promessa dell'automobilismo americano: se si adatterà velocemente alla sua Penske, partirà alla pari con Power e Pagenaud. Il quarto pilota del team è Helio Castroneves, terzo l'anno scorso e tre volte vincitore della 500 miglia di Indianapolis, non ha mai vinto un campionato ma il brasiliano quest'anno ha tutte le carte in regola per provarci di nuovo grazie alla sua costanza di rendimento. Anche lui può sperare nella doppietta. Se la line up Penske fa già paura così, va aggiunto Juan Pablo Montoya: il colombiano campione 1999 e due volte vincitore alla 500 miglia (per citare solo i suoi successi in America) parteciperà con una vettura del team Penske alla 500 miglia di Indianapolis come wildcar.

Se qualcuno può opporsi al team Penske, quelli sono i loro storici avversari: il team Chip Ganassi Racing, che quest'anno per la prima volta da 20 anni sarà privo dello storico sponsor Target e che è passato da Chevrolet ad Honda, cosa che potrebbe penalizzarlo all'inizio. Il pilota di punta del team è ovviamente Scott Dixon, quattro volte campione Indycar e vincitore di una 500 miglia, che punta al quinto titolo e alla seconda vittoria ad Indy. Non sarà facile ma se qualcuno può riuscire nell'impresa di battere gli uomini Penske, quel qualcuno è Scott Dixon. Non che Tony Kanaan sia un pilota di livello inferiore: il brasiliano ha vinto “solo” un campionato e una 500 miglia ma è da anni uno dei big che lotta molto spesso per vittorie e titoli, quindi pur venendo da un 2016 difficile è da considerare tra i favoriti. Meno quotati gli altri due piloti del team: Charlie Kimball è giovane e ha spazi di crescita ma al momento non pare da titolo, mentre ad Indianapolis potrebbe prepotentemente dire la sua, e Max Chilton pare oggettivamente uno dei peggiori piloti del campionato ma non è escluso che possa dire la sua per qualche vittoria di tappa o, con molta fortuna, ad Indianapolis. Insomma quelli del team Penske sono favoriti ma mai sottovalutare il team Ganassi, così come mai sottovalutare il team Andretti. I motorizzati Honda per eccellenza schierano il campione in carica della 500 miglia di Indianapolis: Alexander Rossi, che, dopo un 2016 strepitoso da rookie, cercherà conferme nel 2017. Gli obiettivi dell'americano? Lottare con i big per il titolo (che pare difficile possa essere dell'americano) e, compito non facile ma ampiamente alla sua portata, ripetersi ad Indy. Chi può vincere il titolo nel team Andretti è Ryan Hunter-Reay: l'americano ha già vinto sia titolo sia Indianapolis. La macchina non è all'altezza ma un manico come il suo può fare la differenza in un campionato come questo, sempre ribadendo che Penske è quasi impossibile da battere. Gli altri due piloti del team sono forse i due peggiori del campionato: Takuma Sato (voluto fortemente da Honda) e Marco Andretti (che ha il posto per ovvi motivi). Entrambi sono da anni in crisi profonda di risultati, specie il secondo che qualche anno fa era tra i migliori, ma entrambi sono molto forti ad Indianapolis tanto che possono essere inseriti addirittura tra i favoriti per la 500 miglia.

Il vero favorito per la 500 miglia però è un altro: JR Hildebrand. Il pilota americano corre nel team di Ed Carpenter (motorizzato Chevrolet), da sempre il migliore sugli ovali, ed è stato il più veloce nei test sugli ovali. Sugli stradali Hildebrand faticherà ma ad Indianapolis parte come favorito per riscattare l'incredibile sconfitta patita nella rocambolesca gara del 2011. Non che Ed Carpenter non abbia chance: l'americano, che correrà solo sugli ovali, ha ottenuto due volte la pole ad Indianapolis, che il 2017 sia l'anno della vittoria? Il terzo pilota del team, Spencer Pigot, correrà solo sugli stradali ma molto probabilmente avrà una wild car per Indianapolis. Difficile comunque che il francese possa ambire a vincere qualcosa di importante se non con molta fortuna. Altro pilota da tenere sotto controllo è Graham Rahal, unico pilota del team gestito da suo padre, che da anni si conferma il migliore dei motorizzati Honda ed è probabilmente l'unico pilota che non fa parte dei tre top team a poter ambire sia al campionato che alla vittoria ad Indianapolis. A vincere la gara nell'ovale più famoso del mondo può ambire anche il duo del team PS Motorsport formato da James Hinchcliffe, poleman ad Indy un anno fa, e Mikhail Aleshin, uno dei piloti più giovani e che ha chiuso il 2016 in crescendo. Il motore Honda e il pacchetto aereodinamico del loro team difficilmente però li farà entrare in corsa per il titolo.

Gli altri quattro piloti che prenderanno parte al campionato, i due del team di AJ Foyt, motorizzato Chevrolet, Carlos Munoz e Conor Daly, e il duo del team Dale Coye, motorizzato Honda, Sebastian Bourdais e il rookie Ed Jones, sembrano relegati al ruolo di outsider ad Indianapolis e per qualche altra vittoria di tappa. Il motivo è la scarsa competitività dei loro mezzi, mentre tutti e quattro i piloti sono di assoluto valore e lo hanno ampiamente dimostrato in passato, specie Munoz con i suoi secondi posti ad Indy e Bourdais con i suoi quattro campionati. In ogni caso, andando ad esaminare bene i partecipanti, si può notare quanto sia interessante la griglia dell'Indycar e quanta lotta ci sarà in campionato, sperando che ci riservi le emozioni e lo spettacolo a cui ci abitua ogni anno.