Paolo Simoncelli è uno degli uomini più stimati ed ammirati di tutto il paddock. Un uomo che ha perso il proprio figlio mentre svolgeva il lavoro dei suoi sogni, ma non per questo ha abbandonato il mondo del Motomondiale, anzi ha creato un team che porta il nome di suo figlio, Marco, ed ora è pronto a sbarcare in Moto3 dopo quattro anni nel Civ e nel Cev. 

Il numero di Marco, il 58, tornerà nel Motomondiale e sarà un punto fisso sulle carene dei giovani piloti che faranno parte del SIC 58 Squadra Corse di papà Paolo, un modo allegro ed adatto per ricordare Marco Simoncelli. L'idea nacque nel 2013 da Aldo Drudi, il celebre disegnatore dei caschi di Valentino Rossi, e venne subito sposata da Kate, la ragazza del Sic che tutt'ora viva con la famiglia Simoncelli. La scelta di partire da dei ragazzini di 12-13 anni ha una motivazione precisa: "significa che vogliamo far crescere i nostri ragazzi. Li vogliamo educare", dice papà Paolo alla Gazzetta dello Sport. "Chi entra in questa squadra rappresenta un nome e a quel nome deve rispetto, educazione, impegno - continua Paolo Simoncelli-. Un giorno è arrivato un ragazzino, era presuntuoso, spocchioso. Gli ho detto di andarsene". 

I due ragazzi che esordiranno in Moto3 nel Sic 58 Squadra Corse sono Tony Arbolino, classe 2000, e Tatsuki Suzuki. "Sono qua per fare esperienza ­- racconta Tony -. Portare la tuta coi colori di Marco è un onore e una responsabilità. Ti fa capire che non sei in un team come gli altri". Il giapponese è la punta di diamante del team, quello con più esperienza e dove risiedono le speranze di papà Paolo per la stagione che si appresta ad iniziare. "Suzuki ha l’esperienza per fare molto - dice Paolo Simoncelli -. Non dico che vogliamo vincere, dico che vogliamo essere protagonisti, questo sì". 

Proprio il ritorno sulle piste del mondiale sarà un duro colpo da assorbire per la famiglia Simoncelli, e ad ammetterlo è lo stesso Paolo:  "sarà difficile andare a Sepang, ho già chiesto a mia moglie di esserci, sia lì che al primo GP, in Qatar. Però gliel’avevo promesso - a Marco, nda - che l’avrei riportato nel Motomondiale. E ce lo riporto. E’ la mia scommessa". 

Paolo Simoncelli poi conclude chiarendo a tutti che "i fondi della Fondazione non c’entrano nulla: quelli servono solo per la beneficenza, per la casa dei giovani disabili a Coriano. E che io non ci guadagno. Devo solo non perderci, è l’unica cosa che mi ha chiesto Rossella, mia moglie. Non ci guadagno e sono felice. Sto bene. Che è quello che vuole Marco. Ci ha lasciati qui con l’intento di farci star bene".