La Ferrari vuole tornare alla vittoria e vuole farlo subito. Questo è quel che trapela in queste prime settimane post-mondiale, un mondiale deludente, che ha lasciato tanto amaro in bocca ai tecnici, che subito si sono buttati a capofitto sul progetto 668 (il nome tecnico della futura Ferrari). Sembra che a Maranello si voglia provare a rompere con la Sf16-H, per costruire una vettura tutta nuova, innovativa, anche in virtù del cambio di regolamento.
TELAIO E AERODINAMICA: IL RITORNO DI BYRNE- Innanzitutto i telaisti e gli aerodinamici dovranno fare un lavoro maggiore rispetto agli altri anni, perché conterà di più l’aerodinamica, ma soprattutto perché se c’è una cosa in cui la Ferrari pecca da una decina d’anni è proprio il telaio, mai ai livelli delle rivali McLaren, Mercedes e Red Bull. Per sopperire a questa mancanza, Marchionne e soci hanno richiamato a corte l’ingegnere dei trionfi, il progettista di tutte le monoposto di Schumacher, dalla Benetton all’ultimo anno in Ferrari: Rory Byrne. L’ingegnere sudafricano, padre di tanti trionfi, pare si sia chiuso in qualche stanza a Maranello, per studiare a fondo il regolamento e cercare delle falle, così da poterle sfruttare al meglio e creare una vettura competitiva dal punto di vista aerodinamico, magari estremizzando un po’ le soluzioni, come fatto dalle rivali negli ultimi anni (Newey e Red Bull soprattutto).
MOTORE RITORNO AL PASSATO, MA GUARDANDO AL FUTURO- Però, come detto di recente da Marchionne, a Maranello non si punterà solo su un buon telaio, ma anche sulla PU, che non pochi problemi ha dato alle vetture quest’anno, a causa dei problemi di inaffidabilità. Dal reparto corse filtrano novità anche per quel che riguarda la futura unità motrice. Addio al progetto 061/1, che tanto ha fatto penare i motoristi italiani in questa stagione, bentornato al 059/4, che aveva destato ottime impressioni nel 2015. Motore robusto e affidabile lo 059, aveva permesso a Vettel di trionfare tre volte, ma a fine stagione scorsa i tecnici avevano deciso di adottare il nuovo 061. Ed ecco che la frittata è fatta: per chiudere il gap la Ferrari ha provato ad aumentare la pressione del turbo, portandolo da 3.5 bar a 5 bar. Il sistema PU, però, non ha retto tutta questa potenza ed ecco che sono arrivati i primi problemi di affidabilità, che hanno obbligato i progettisti a fare un passo indietro, a stagione in corso, e limitare la potenza erogata dal turbo, con il risultato di trovarsi una macchina nettamente inferiore alla Mercedes ed anche alla Red Bull, in deficit dal punto di vista motoristico, ma avvantaggiata dall’ottimo telaio.
Nel 2017, il motore termico diventa elemento chiave su cui sviluppare un nuovo sistema nella camera di combustione chiamato TJI, studiato dalla Mahle, che utilizza una sorta di cappuccio intorno alla candela creando una camera di pre-combustione che facilita la propagazione di fiamma. Gli ingegneri della Ferrari cercano una soluzione per incrementare la pressione del carburante nella camera di scoppio, utilizzando un iniettore con una punta molto fine. Grazie a queste soluzioni innovative il v6 del cavallino può beneficiare di un incremento delle prestazioni, ma soprattutto di un consumo ridotto. Il motore 062/1, perciò, sarà un propulsore nuovo, un progetto che avrà poco in comune con quello che ha caratterizzato la stagione appena conclusa. Da specificare, inoltre, che i 4 motori a disposizione di ogni pilota non dovranno sottostare a uno sviluppo limitato dai gettoni da giocare, ma ci sarà la libertà di realizzare quattro unità diverse una dall’altra, permettendo sviluppi significativi anche nel corso del campionato.
I test in fabbrica e le prove al banco parlano di una Ferrari più competitiva per il prossimo anno, ma ormai questa storia è la stessa dal 2009, dunque per avere i primi riscontri dovremo aspettare, sia i test di Febbraio e Marzo, ma soprattutto le prime gare del mondiale.