Già da qualche anno la Formula 1 sta cambiando pelle, allontanandosi sempre più da quella realtà che aveva condizionato il periodo a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Gli anni di Michael Schumacher e della Ferrari che dominavano la scena mondiale, gli anni fatti anche delle lotte all’ultimo sangue con un altro binomio famosissimo e fortissimo, come quello formato da Mika Hakkinen e dalla McLaren, guidata da Ron Dennis. In seguito alla querelle con la McLaren, il tecnico inglese ha deciso di salutare definitivamente il circus, lasciando il controllo del team a Eric Boulliere e alle nuove leve. L’inglese è forse l’ultimo vero rappresentante di quell’epoca, perché a rappresentare quegli anni ora restano soltanto i due senatori Fernando Alonso e Kimi Raikkonen, ultimi due piloti a lottare con Schumacher, prima del ritiro del tedesco, ed entrambi suoi successori in Ferrari. Il ricambio generazionale si sta completando e a breve Schumacher, Hakkinen e i duelli del 2000 saranno soltanto un ricordo custodito nei libri di storia della Formula 1. Ora al potere di questa F1 moderna, o meglio a bordo di queste monoposto sempre più futuristiche, sta salendo la generazione videogame, quella formata da piloti talentuosi, ma formatisi soprattutto sui simulatori e poco in pista, poco attenti ai dettagli e spesso poveri di conoscenze riguardo la meccanica della vettura che guidano, cosa inimmaginabile fino a 20 anni fa, dove la conoscenza del mezzo e la cura dei dettagli era fondamentale, tanto da diventare uno dei punti chiave dei successi Ferrari.

Quest’anno abbiamo assistito all’ultima stagione di due piloti presenti nel circus da oltre tre lustri: Jenson Button e Felipe Massa, che il prossimo anno verranno sostituiti da due giovanissimi, due promesse dal grande talento. Al posto del britannico, in McLaren, arriverà Stoffel Vandoorne, pilota belga che ha già debuttato quest’anno in F1, centrando al suo primo e unico Gp un piazzamento nei 10. Mentre al posto di Felipe Massa salirà il canadese Lance Stroll, vincitore quest’anno del campionato di F3 ed ex pilota della FDA  (Ferrari Driver Accademy). 

L’arrivo dei due driver potrebbe non essere l’ultima novità del mondiale, perché dovrebbe tornare nel circus anche un pilota italiano, Antonio Giovinazzi, in cerca di un sedile per il suo esordio in F1. L’eventuale arrivo del pilota tricolore chiuderebbe un percorso iniziato già 5 anni fa, quando esordì nel circus un giovanissimo Daniel Ricciardo, a bordo della HRT. Da allora tanti altri prospetti, spesso in orbita Red Bull, come Kvyat, Sainz e Verstappen, pronto a dominare la scena per i prossimi 10 o 15 anni.

Con il probabile addio di Alonso e Raikkonen a fine 2017, saluteremo un’era che ha scritto pagine indimenticabili della Formula 1, nella quale le macchine avevano raggiunto uno sviluppo tecnologico spaventoso, il seguito era enorme e i piloti avevano un talento fuori dal comune. Oggi esprimersi è più difficile, a causa anche dei problemi economici che attanagliano le scuderie e costringono a puntare su profili con un buon portafoglio, più che su profili con un buon piede.