Dopo la fine del week-end, si tirano le somme sul Gp messicano, un bilancio utile a dividere "buoni e cattivi", promossi e bocciati. Lewis Hamilton centra la 51° vittoria in carriera, eguagliando il Professore Prost, diventando così il 2° pilota più vincente della Formula 1. Nico Rosberg si difende, mentre alle loro spalle si scatena una vera e propria guerra tra Ferrari e Red Bull, con Vettel che lotta ad armi non proprio pari con le due vetture anglo-austriache.
LEWIS HAMILTON 8- Non si può dire nulla a Lewis, week-end perfetto, come lui sa fare. Controlla in prova, fa il mattatore in qualifica e domina, senza problemi, in gara. Ecco, non proprio senza problemi, poiché se dobbiamo trovare una pecca alla gara di Lewis, la individuiamo subito dopo lo start, quando l’inglese va lungo alla prima curva e taglia in maniera netta, senza trarne grossi vantaggi. Dopo l'uscita della SC è perfetto, gestisce senza strapazzare le gomme e va a vincere. Il mondiale è ancora aperto e Lewis non ci sta ad abdicare.
NICO ROSBERG 7.5- Corre senza grossi affanni, grazie al vantaggio in classifica su Hamilton, e alla fine è 2°. E’ bravo, sia in partenza, che a metà gara, a respingere gli attacchi di un Verstappen in modalità kamikaze. Anche lui, come il compagno, ha la colpa di una prima curva imperfetta, un errore però decisivo per evitare l'avventato Verstappen.
DANIEL RICCIARDO 7- Decide di rientrare subito ai box, vista la SC, per montare le Medie. Da quel momento inizia la sua rimonta fino al 4° posto, poi l’azzardo di rientrare e montare le Soft. Paga, perché nel finale l’australiano, a suon di giri veloci, piomba sulla coppia Verstappen-Vettel. Ed è proprio in questo momento che Daniel compie l’errore: appena messosi in scia, attacca subito il ferrarista, toccandolo e facendolo quasi girare. A salvare il bilancio ci pensa una scelta ridicola della FIA, che decide di penalizzare Vettel. Intanto però conquista il 3° posto in classifica iridata, mantenendo il sorriso.
MAX VERSTAPPEN 3- Cosa dire? Un folle, semplicemente un folle, la gara di Verstappen è un omaggio alla pazzia. In partenza stringe all’esterno Rosberg e lo costringe a tagliare sull’erba della via di fuga, per evitare il contatto. A metà gara, con coperture nuove, attacca Nico Rosberg, ma sbaglia i calcoli e per poco non rischia di rovinare anche la gara del tedesco e di una Renault che si trovava in mezzo ai due. Ma il vero capolavoro lo compie gli ultimi 5 giri. Causa lo spiattellamento dello pneumatico, dopo l’attacco a Rosberg, le prestazioni dell’olandese iniziano a calare, e da dietro di gran carriera arriva Sebastian Vettel. Il tedesco è un uragano e attacca subito l’olandese, che per rispondere inchioda e va lungo alla prima curva, conservando la posizione. Il muretto gli ordina di far passare il tedesco, ma lui lo ostacola soltanto. Il risultato alla fine è una frittata che coinvolge anche il compagno Ricciardo. Verstappen è penalizzato di soli 5”, perde il podio a favore di Seb, che poi deve cederlo a sua volta a Ricciardo.
SEBASTIAN VETTEL 9.5- Il voto è la media tra quello che fa in gara e quello che dice in radio. Dimostra in entrambi i casi di essere uno dei pochi piloti con gli attributi rimasti nel Circus. Dopo i primi 20 giri passati alle spalle di Massa, troppo veloce sul rettilineo, il tedesco vola. Gira per 43 giri con le gomme Soft a tempi record, tenendo dietro tutti i rivali e, dopo la sosta per montare le medie, continua a martellare. In 25 giri recupera 20” a Verstappen, ed è a lungo il più veloce in pista, battendo anche il muro dell’1.23. Raggiunto l’olandese, attacca e lo manda in tilt, Verstappen per difendersi taglia la chicane e ne trae vantaggio. Da questo momento Seb regala lo show anche in radio, chiedendo in modo veemente la posizione, scippatagli in maniera scorretta dall’olandese, che continua a rendersi protagonista di manovre scorrette e pericolose. Pressato da Ricciardo, con gomme nuove e più morbide, non perde la calma (solo in pista) e si difende alla grande, rischiando anche il contatto. Liberatosi del pericolo Ricciardo, e con Verstappen in fuga, Vettel inizia a sbraitare ancora di più in radio, fino ad arrivare a mandare a quel paese il direttore di gara Whiting, mostrando anche un coraggio non da poco. A fine gara il suo sforzo viene ripagato, 5” di penalità a Verstappen e Vettel sul podio. Ma Whiting, messo sotto pressione da Horner e dalla Red Bull, decide di penalizzare anche Seb, per essersi difeso, in maniera scorretta a loro parere, dall’attacco di Ricciardo.
KIMI RAIKKONEN 7- Nulla da dire, fa quel che può, con delle gomme che non lo soddisfano a pieno anche a causa del tanto graining che si genera sia sulle coperture Soft che SuperSof. Le medie non rendono alla perfezione e Kimi è costretto a fare due pit. Duro, alla vecchia maniera, il sorpasso su Hulkenberg (7), che per resistergli si gira anche.
MARCUS ERICCSON 8- La gara per lui inizia male, alla prima curva viene toccato da Gutierrez (4), che lo manda in testacoda, facendolo finire sul povero Wehrlein (s.v). Lo svedese, ultimo, rientra ai box, sostituisce l'ala e rimonta fino all'11° posto, ai margini della zona punti. Peccato che siamo a fine stagione, ma la Sauber sta mostrando piccoli, ma significanti miglioramenti e lo svedese per poco non riesce nel colpo grosso.
FERRARI 8- Finalmente un buon week-end, rovinato solo da Verstappen e dalla FIA, che toglie un meritatissimo podio. Segnali positivi.
DIREZIONE GARA 0- Penalizza Gutierrez per il contatto al via, giustificando così la scelta “parla con un membro non autorizzato del Team (Montoya ndr)”, non vede il taglio di Hamilton in partenza, da sanzionare, così come la stretta di Verstappen su Rosberg. Punisce Sainz (5-), per la condotta su Fernando Alonso (5). Ma il vero capolavoro lo compie nel finale: non richiama Verstappen, dopo la scorrettezza nei confronti di Vettel, ma lo penalizza solo a gara finita, con la manovra dell’olandese che cambia tutte le carte in tavola. Prima fa salire Vettel sul podio, ma dopo lo ricaccia indietro, per comportamento scorretto nei confronti di Ricciardo, al momento dell’attacco di quest’ultimo. Ma la vera domanda è: perché solo 5” a Verstappen e 10” a Vettel?