Una delle scuderie che esce maggiormente soddisfatta dalla gara di Austin è senza dubbio la Mclaren-Honda, dopo che invece a Suzuka, che era la gara di casa, era rimasta piuttosto in ombra. Fernando Alonso chiude al 5° posto una fantastica gara in rimonta dopo essere partito dalla 12° casella dello schieramento, mentre Jenson Button è protagonista di una gara altrettanto solida finendo 9° ma essendo scattato dalla 19° posizione allo spegnimento dei semafori. Come si può notare, le difficoltà in qualifica del sabato sono state cancellate dalla grande prestazione di entrambi i piloti il giorno successivo.
La Mclaren-Honda ancora è lontana dall’essere un top team, tuttavia la strada dello sviluppo intrapresa durante quest’anno sembra essere quella giusta. Sono lontani infatti gli annosi e ripetuti problemi di affidabilità alla power unit che nel corso del 2015 si susseguivano praticamente in ogni weekend di gara dal momento che i ritiri sono nettamente diminuiti, infatti il problema legato al motore oggi consiste solo in un gap di potenza rispetto agli avversari. Era opinione diffusa che la vettura del team anglo-nipponico avesse un discreto telaio e una buona aerodinamica, tuttavia considerando le difficoltà riscontrate in pista a Suzuka anche questa considerazione deve essere ritrattata: c’è da lavorare anche in quelle aree per il futuro, ma la scuderia svolge sempre molto lavoro in pista ed in fabbrica, portando spesso aggiornamenti volti a migliorare la stabilità e l’usura gomme.
Tuttavia il team deve ringraziare i due piloti per come sono in grado di guidare sopra i problemi della vettura, sono dei campioni e sarebbe bello vederli lottare per qualcosa di più importante dello stare nella top 10 per l’impegno e la dedizione con cui svolgono il lavoro di sviluppo. Alonso è stato l’unico pilota a tenere alta l'attenzione degli spettatori nel finale di gara con la sua rimonta, compiendo sorpassi che hanno fatto emozionare il pubblico di Austin e quello davanti alla tv; già dai tempi della Ferrari il pilota spagnolo riusciva a impressionare per il suo animo battagliero da samurai, avendo anche in quel momento della sua carriera una macchina inferiore. E forse è proprio per questo che è entrato così tanto nel cuore degli appassionati di motori.