Non c'è modo di rifiatare, tocca a Phillip Island. Seconda tappa del super-trittico extraeuropeo che si chiuderà a Sepang domenica prossima, la corsa australiana promette scintille, specie in casa Yamaha. In palio il titolo di vicecampione iridato, il primato interno, l'onore.
Rossi e Lorenzo giungono sull'isola "a braccetto", divisi da appena 14 punti, entrambi scottati dalle cadute gemelle di Motegi che, di fatto, hanno consegnato il titolo al terzo incomodo Marquez. D'ora in poi, assicura Rossi, la regolarità al top giocherà un ruolo essenziale, come prova la stagione del campioncino della Honda.
"Qui in Australia bisognerà stare attenti e concentrati - ha detto Rossi -, arrivare in fondo, prendere punti in tutte le restanti gare e cercare di lottare sempre per il podio. Questa è una delle piste più straordinarie del mondiale, ma se piove e c'è freddo, come pare avverrà nei primi giorni, si dovrà vedere perché diventa molto insidioso".
Rossi è poi tornato sull'incubo Mugello e a quel motore in fumo che grida ancora vendetta. "Ai giapponesi della Yamaha non piace quando si rompono i motori e al Mugello è successo prima a Jorge, poi a me: è stata dura - ha commentato amaro Vale -. Però in Yamaha hanno lavorato duro e modificato qualcosa, promettendo che non sarebbe più successo".
Lavoro che, tuttavia, non ha reso i frutti sperati. "A parte questo, però, va detto che ogni anno noi siamo riusciti a migliorare la moto con i pezzi nuovi che arrivavano, mentre in questa stagione, pur avendo la Yamaha lavorato tantissimo, non siamo riusciti a crescere come volevamo", ha concluso Rossi.