La Formula 1 si avvia verso un grande cambiamento, sia regolamentare che di gestione. Ultima novità l’annuncio della vendita delle quote, acquistate da Liberty Media che diventerà proprietaria effettiva entro marzo 2017. Nel frattempo Chase Carey, prossimo presidente del Circus, si è recato questo weekend a Singapore e ha parlato del futuro di questo campionato, che è entrato nelle fasi finali per l’assegnazione di un nuovo titolo mondiale.
Sembra chiaro che, con la nuova proprietà, il Circus arriverà oltreoceano per ampliare il mercato, anche se i piani per il futuro non sono ancora ben definiti, come Carey afferma: “È troppo presto per avere un piano definito, ma sicuramente abbiamo un piano di sviluppo in America, c’è un grande audience non sfruttata negli Stati Uniti. Non voglio criticare gli sforzi del passato, perché non li conosco. La Formula 1 è un grande brand e vorremmo portarla in posti come Los Angeles, New York o Miami, idealmente nelle grandi città del mondo!”.
Si comincia a delineare però la strada da seguire per far sì che il cambiamento avvenga e possa portare frutti. Sul sito della Formula 1 infatti appaiono le parole dello stesso Carey, che sostiene: “L’obiettivo non è cosa possiamo arrivare a fare nei prossimi dodici mesi, ma dove riusciremo ad essere fra tre o cinque anni. Questo vuol dire fare investimenti ed io credo fermamente che Liberty abbia una storia come azionista a lungo termine. Conoscono i loro affari, sono da anni nell’ambito dei media e dell’intrattenimento. Speriamo di essere in grado di portare la Formula 1 ad un altro livello. È un grande business, c’è la grande opportunità di fare passi avanti investendo in ogni area”. Dunque, a livello puramente agonistico, cosa si potrebbe fare? Il futuro presidente risponde così: “Rendere le gare più spettacolari, fare tracciati più esaltanti, investire nel marketing per essere più vicini ai fan. Vogliamo anche investire in nuove piattaforme, digitali, che sono veramente in grado di poter mettere in contatto i fan con questo modo nel modo che loro vogliono”.
Carey inizia a muoversi da subito, provando a capire le esigenze di un mercato e di uno sport che grida aiuto, in un clima che lo statunitense definisce dittatoriale: “Quello che farò nei prossimi mesi, probabilmente sarà ascoltare cosa le persone hanno da dire e provare a sistemare le cose. Non si potrà mai rendere sempre tutti felici, ma bisogna capire cosa si vuole e trovare la strada giusta. Non si tratta di un comitato, perché questi tendono a diventare burocratici, ma non può nemmeno essere una dittatura”.
Il passaggio del testimone avverrà in futuro, ma Bernie Ecclestone resterà, anche se non è chiaro con quale ruolo. Carey però conosce il suo: “Sono un po’ troppo vecchio per fare l’apprendista. Credo che portiamo cose diverse e speriamo che lavorando insieme possiamo capire cosa sia meglio per questo sport. Sono stato coinvolto nell’ambito dei media da una prospettiva televisiva, quindi posso capire l’importanza degli eventi live. Capisco come gestire il mercato, non sono con i vecchi metodi, ma anche con le piattaforme digitali”.