Niente da fare. Ancora una volta la Ferrari non è riuscita a mettere insieme un weekend pulito. Vuoi per la sfortuna, gli errori del team o l’inaffidabilità del pacchetto, la Rossa non ha fin qui ottimizzato il suo potenziale, seminando per strada un tesoretto di punti che consente a Rosberg di involarsi in classifica. Neanche il 700° podio colto nel Mondiale salva il bilancio della campagna russa.

Nico fa en plein, 100 punti tondi, contro i 57 di Hamilton, i 43 di Raikkonen e i 33 di Vettel: c’è un uomo solo al comando. Il tedesco in Mercedes è in stato di grazia, esemplare in ogni circostanza e finora esente dai guai che, viceversa, hanno tormentato i suoi rivali, neutralizzandoli prima ancora di fare sul serio. A Sochi è giunta una vittoria comoda, la 7° consecutiva a cavallo tra 2015 e 2016, la 4° da inizio stagione: solo Mansell (1992) e Schumacher (2004) hanno fatto meglio, con 5 trionfi di fila.

Una domenica di ordinaria amministrazione, messa in discesa dall’immediato ritiro di Vettel e dall’arretramento in griglia di Hamilton. L’inglese ha fatto il massimo possibile, risalendo dal 10° posto in griglia - da Brixworth è arrivato nella notte un sistema di alimentazione nuovo, ma delle stesse specifiche usate sinora, che gli ha evitato un’ulteriore penalità – al 2°, ma nulla ha potuto contro la fuga del compagno, e per di più stoppato da un problema (presto rientrato) con la pressione dell’acqua nel momento di massimo sforzo.

Lewis resta a galla, ma dovrà reagire in fretta per evitare che il team si coaguli sempre più attorno a Rosberg, sospingendolo verso un Mondiale tutto tedesco che il costruttore di Stoccarda, dopo i due allori con Hamilton, ha posto come prima “mission” aziendale. E magari sperare che la malasorte inizi a colpire anche l’altro lato del box.

Chi affonda è la Ferrari, respinta dall’affidabilità ballerina e da una prestazione pura non ancora all’altezza delle attese. Malgrado la nuova ala anteriore e i 3 gettoni spesi sulla power unit, il gap sul giro secco è rimasto ancorato ai soliti 5-6 decimi. Non basterà il passo gara a colmare l’handicap del sabato, non contro la super W07 Hybrid vista finora, non nell’arco di un’intera stagione dove la pole position, o quantomeno la prima fila, rappresenta un atout determinante.

E se Vettel maledice la jella - e Kvyat! - segnando due zeri su quattro suo malgrado, Raikkonen si allinea al trend negativo assopendosi prima in qualifica, con l’errore che pregiudica la prima fila, poi in gara, scartato da Bottas e Hamilton senza colpo ferire. Due dormite solo parzialmente rifuse dalla strategia, che gli ha permesso di recuperare la posizione quantomeno sul connazionale e arrivare a podio.

Poteva fare meglio” ha sentenziato Arrivabene, richiamando la necessità di mettere sotto pressione la Mercedes. Difficile però farlo a distanza di 32”, il distacco rimediato da Kimi sul traguardo...