Buona la prima. La Ferrari esce dai test di Barcellona rinfrancata dai primi battiti della SF16-H. La nuova Rossa sembra esser nata sotto buoni auspici: sincera, reattiva alle regolazioni, robusta quanto basta, al netto degli ovvi guai di gioventù. Questo contava. Le conferme del cronometro arriveranno, si spera, più avanti.

Non che la Ferrari abbia arrancato dietro ai rivali, tutt’altro: Vettel e Raikkonen hanno firmato tre dei quattro giorni di prove al Montmelò, dimostrando una confidenza immediata con l’auto e una certa scioltezza di prestazione. Kimi ha chiuso anche oggi col miglior crono in 1’23”477 su gomme ultrasoft a banda viola malgrado una giornata castrata dalla (lunga) sostituzione di un radiatore.

Tirando le somme il Cavallino ha messo in mostra l’avvio auspicato e una base promettente in vista della seconda sessione, sempre sulla pista catalana dall’1 al 4 marzo, quando si tratterà di affiancare la ricerca della prestazione pura al consolidamento dell’affidabilità.

Quando, cioè, i team porteranno le prime evoluzioni di aerodinamica e power unit, avviando contestualmente il lavoro di ‘fine tuning’ sul set-up per poter comprendere a fondo il potenziale delle vetture. Anche allora, però, programmi di lavoro, carichi di benzina, gomme e strategie diverse mischieranno le carte in tavola, senza emettere verdetti definitivi. Per quelli dovremo attendere le qualifiche di Melbourne.

Al momento la prudenza è d’obbligo, come dimostra il miglior crono di Vettel: 1’22”8, ottenuto il secondo giorno su gomme ‘ultrasoft’ e solo di pochi decimi migliore dell’1’23”1 centrato da Hulkenberg su una pista più gommata ma con ‘supersoft’ meno performanti. Come a dire che i tempi stampati restano poco più che simbolici.

La Mercedes è rimasta nell’ombra, sorniona, ostentando la calma dei forti. Nessuna velleità di stupire alla prima uscita ma solo un lavoro di estrema sostanza, sulla falsariga di inizio 2015. Un panzer, la W07 Hybrid: sempre in pista a macinare asfalto, immune a contrattempi di sorta. La nuova Freccia d’Argento ha sfondato l’incredibile soglia di 3.000 km in 4 giorni, un traguardo che la dice lunga sull’affidabilità raggiunta.

E’ incredibile, non ho mai visto niente del genere! – ha commentato Hamilton al riguardo – E’ un punto di forza dell’auto, ogni cosa continua a funzionare, sembra forte, solida. Ciascun membro del team è rimasto più concentrato che mai e ha svolto un lavoro migliore per far progredire l’intero pacchetto”.

Anche oggi 185 giri coperti tra Hamilton e Rosberg che, come mercoledì, si sono avvicendati al volante: l’inglese al mattino (99 giri), il tedesco dalla pausa pranzo in poi (86), capaci entrambi di girare con costanza sul (notevole) passo di 1’27”. Verrà il tempo di allentare le briglie (nella seconda sessione di test) e quello per mostrare i muscoli (in Australia): la solidità, intanto, c'è già.

Una Mercedes che è ben consapevole dei propri mezzi ma continua ad innovare, senza adagiarsi sugli allori. Sulla W07 è spuntato un muso inedito, portato in pista da Hamilton e subito ribattezzato ‘Bruce’, come lo squalo di Nemo. Più appuntito e dalle estremità arrotondate, presentava i supporti dell’ala più stretti e ricurvi e un’area di contatto con il piano principale estremamente ridotta.

Una soluzione in controtendenza rispetto ai rivali, tesa a favorire l’afflusso dell’aria esternamente ai piloncini di sostegno, canalizzandola verso i nuovi 'turning vanes' a quattro elementi e sei soffiature nella parte bassa anteposti al corpo vettura (visibili nell’immagine sotto).

A complemento un sistema S-Duct rivisto, con la presa d’aria inferiore posta in posizione avanzata per anticipare l’alleggerimento del carico di pressione, mentre lo sfogo nella parte superiore conservava la tradizionale collocazione ad altezza del comparto sospensivo.

Una soluzione che farà discutere in quanto a prima vista simile a quella introdotta da Ferrari nel 2008 e bandita l’anno seguente. Il regolamento tecnico, da allora, vieta la possibilità di avere sezioni aperte oltre i 150 mm dalla centina della vettura e, su tale base, il nuovo muso delle Frecce d’argento risulterebbe apparentemente non conforme (sotto un’immagine che mostra l’area dove è possibile installare la canalizzazione).

Per il resto, le squadre si sono dedicate ai long run e al completamento delle verifiche aerodinamiche, con tanto di rastrelli e passaggi sul rettifilo a velocità costante. Per la cronaca, alle spalle della Ferrari si sono piazzati Daniil Kvyat su Red Bull, a poco meno di un secondo su mescole ultrasoft, e il terzo pilota della Force India Alfonso Celis Jr. su supersoft.

Ritorno (indesiderato) al passato, infine, per Fernando Alonso, autore di soli tre giri nell’arco dell’intera giornata e unico pilota privo di tempo cronometrato: la Mclaren Honda dell’asturiano è rimasta bloccata nel box da una perdita al sistema di raffreddamento.