Il debutto al Catalunya - primo dei quattro giorni di test previsti sulla pista di Barcellona - va in archivio nel segno della Ferrari di Sebastian Vettel e un monito da tenere a mente: guai trarre conclusioni affrettate.
La Mercedes è partita in sordina, badando a macinare chilometri e dati senza l’assillo del cronometro, così come gli altri del resto. Le prime somme si potranno tirare solo il 4 marzo, prima di fare armi e bagagli in direzione Melbourne.
Per adesso il primato del tedesco - miglior crono in 1’24”939 fatto registrare in mattinata su Pirelli a mescola media – è soltanto un buon inizio, per ciò che vale all’esordio, ma si spera sia il primo battito rosso di quella “stagione grandiosa” auspicata da Vettel e protesa verso il titolo iridato.
Chi non batte ciglio, al momento, è la Mercedes che ostenta la calma dei forti. Sibilline a tal proposito le parole a fine giornata del boss Toto Wolff: “La Ferrari mi sembra molto veloce. Per ora sono davanti loro, vedremo alla fine dei test…”. Una tranquillità ribadita da Hamilton, oggi secondo a 0.470s, che giura di non aver badato alla Ferrari ma solo a irrobustire a dovere la sua W07 Hybrid in vista dei fuochi d’artificio.
Il programma svolto sembra confermarlo: l’inglese è stato stacanovista di giornata con ben 156 giri, fermo a una sola lunghezza dai 157 coperti da Rosberg nel 2015 sul circuito di Jerez, pur a fronte di un maggior chilometraggio (oltre 704 km contro i 695 del tedesco). Aldilà dei numeri, a Brackley hanno impostato lo stesso lavoro di sostanza di 12 mesi fa: sappiamo tutti poi come sia andata a finire.
LA GIORNATA. In una sessione regolare, con una sola, breve interruzione per il cedimento dell’ala anteriore sulla Haas di Grosjean, le squadre si sono dedicate come da prassi a un lavoro di scrematura, senza fossilizzarsi sui riscontri del cronometro: controllo dei vari sistemi per verificarne il corretto funzionamento – particolare attenzione è stata rivolta al raffreddamento della power unit -, test aerodinamici e un primo abbozzo di set up.
E’ ciò che ha fatto la Ferrari, montando sulla SF16-H vistose griglie per raccogliere dati legati ai flussi aerodinamici e verificarne la coincidenza con quelli raccolti in galleria del vento a Maranello.
Tutti i piloti sono scesi in pista al mattino con gomme intermedie, su una pista ancora umida, per poi passare alle slick a mescola media mentre l’asfalto andava man mano asciugandosi. Molti hanno montato pneumatici non marchiati, privi della tradizionale banda colorata.
Gomme ‘medium’, ha chiarito Pirelli, fornite ai team per testare la qualità degli pneumatici sviluppati nello stabilimento in Romania - normalmente le coperture dell’azienda italiana sono prodotte in Turchia -. Per la sessione di marzo ancora non si è deciso quale tipo di compound verrà testato.
Nessuno ha sofferto grossi guai di gioventù fatto salvo il caso di Sainz, fermato anzitempo in via precauzionale per un problema di lettura dati sul cambio. Poco male: il madrileno ha concluso con un ottimo quinto tempo – alle spalle di Ricciardo e Bottas - e 55 giri all’attivo. Pecore nere sulla distanza percorsa Haas e Renault, entrambe autrici di 27 passaggi.
Appuntamento a domani per la seconda giornata di test in programma a Barcellona, dalle 9 alle 18.