Renault ha presentato il nuovo team di F1. Gli Stati generali della casa francese hanno lanciato la nuova sfida direttamente dal centro ricerca e sviluppo di Guyancourt. Al centro della scena, la vecchia Lotus E23 in inedita livrea nera (fatte salve le paratie interne delle appendici aerodinamiche, in giallo) e marchio Infiniti sul cofano motore.
Una veste elegante ma provvisoria, deputata a far posto, da Melbourne, a una miscela cromatica diversa per esigenze televisive. Sulla RS16 naturalmente, la nuova monoposto che sarà svelata a Barcellona il 22 febbraio, primo giorno di test.
La Renault F1 si dividerà tra la storica sede inglese di Enstone e il quartier generale di Viry Chatillon, là dove nasce il propulsore. La priorità alla base del rientro? Dare visibilità alla Losanga in nuovi mercati. “Torniamo in F1 soprattutto per ragioni di marketing e per promuovere il nostro marchio nei paesi emergenti”, così l’esordio del Presidente Carlos Ghosn.
Per la vittoria si dovrà attendere il consolidamento delle risorse tecniche e umane. “Per il momento ad Enstone siamo 480 persone – ha ricordato Cyril Abiteboul, capo dei motoristi Renault - ma presto contiamo di arrivare a 650, sempre meno di Ferrari e Mercedes, ma comunque un numero sufficiente per essere competitivi. Per quest’anno puntiamo ad ottenere qualche podio, realisticamente di più non sarebbe possibile”.
“C’è l’intenzione chiara di vincere, servirà costruire la fiducia e creare le condizioni per riuscirci. – ha proseguito Abiteboul - Sarà un progetto inclusivo, che coinvolge tutto il gruppo, in un ambiente, come quello della Formula 1, che troppo spesso tende a escludere. Non vogliamo limitarci a partecipare, ma vogliamo vincere: l’abbiamo fatto in passato e in altre categorie, non c’è motivo per cui non possiamo ripeterci”.
Non è mancata la frecciata alla Red Bull, responsabile della rottura dei rapporti prima del clamoroso dietro-front: “Sappiamo che quando un team vince è merito della macchina e quando perde è colpa del motore, perciò siamo dovuti entrare come squadra in prima persona. Siamo consapevoli di partire con uno svantaggio rispetto a chi vince in F1, ma crediamo di avere le capacità per colmare il divario: non siamo qui per partecipare, ma per lottare ai massimi livelli e, se possibile, vincere; vorrei si lottasse a ogni gara per la vittoria, ma non accadrà nel 2016”, ha frenato Ghosn.
Red Bull che, in ogni caso, continuerà a beneficiare della fornitura Renault ma, d’ora in avanti, sotto il marchio Infiniti. “La Red Bull è un nostro team cliente, avranno la stessa power unit e durante a stagione beneficeranno dello stesso sviluppo tecnico. Però, chiaramente, il team di riferimento per la Renault sarà il proprio”, il commento di Abiteboul.
Nessun ruolo operativo per Alain Prost che resta ambasciatore del marchio. Mario Illien e la Ilmor restano invece come consulenti per lo sviluppo della power unit, malgrado gli attriti sorti nel 2015 per l’imposizione da parte di Red Bull. “Con Mario Illien lavoriamo tutti nella stessa direzione, siamo sulla stessa barca. Lo scorso anno non era così, lui aveva un ruolo più esterno, ora invece fa parte integrante del gruppo Renault”.
Sul fronte piloti Jolyon Palmer farà coppia con Kevin Magnussen. Il danese prenderà il posto di Maldonado, scaricato dal team dopo che la PDVSA, compagnia petrolifera venezuelana e storico supporto del pilota, aveva rinunciato alla sponsorizzazione a causa della grave crisi politica ed economica in cui versa il paese.