Si è conclusa la due giorni di prove indette da Pirelli sul circuito del Paul Ricard. Lo scopo? Testare diversi prototipi di gomme da bagnato estremo per eleggere la ‘full wet’ 2016, tramite la valutazione congiunta dei tecnici della casa milanese e dei piloti coinvolti.
La pista francese è stata scelta per il sistema di irrigazione artificiale high-tech che ha permesso a Pirelli la simulazione di diverse condizioni possibili, dall’acquazzone torrenziale tipico della Malesia al più sottile ‘drizzle' inglese; un impianto capace di mantenere costanti le condizioni dell’asfalto così da consentire paragoni tra compound diversi, su vetture diverse.
Tre le scuderie impegnate: Ferrari, Red Bull e McLaren. Le prime hanno alternato al volante i piloti titolari (Raikkonen e Ricciardo lunedì, Vettel e Kvyat martedì) mentre il team di Woking si è affidata al solo Vandoorne, campione in carica GP2.
Il lavoro della Pirelli è stato anzitutto rivolto a migliorare il grip offerto dallo pneumatico riducendo al contempo il fenomeno dell’aquaplaning, e ad ampliare il punto di crossover tra full wet e intermedie, cioè il momento in cui è vantaggioso passare dall’una all’altra tipologia e viceversa.
Duplice l’obiettivo: ampliare il range di utilizzo della gomma da bagnato estremo, consentendo ai piloti di ‘osare’ con le intagliate anche su un asfalto via via più asciutto (laddove nel 2015 era obbligatorio il passaggio alle intermedie); e, va da sé, permettere una maggiore differenziazione delle strategie a beneficio dell’incertezza e dello spettacolo.
La Pirelli ha svolto un lavoro differenziato per capire il comportamento delle gomme sia su pista molto bagnata (lunedì) sia su asfalto in progressivo asciugamento (martedì). Così le sette sequenze da 10 giri ciascuna del primo giorno - brevi abbastanza da consentire condizioni di bagnato costante - sono state allungate a 15 nella giornata di martedì, per un totale di 2.326 km suddivisi in 659 giri sul layout corto del Ricard.
Pirelli ha vagliato diverse gomme prototipali, prive di colore identificativo, oltre alla note coperture cerchiate in blu funzionali alla comparazione. Le specifiche dei treni impiegati nei diversi run non sono state rese note ai tecnici delle tre scuderie.
Il miglior tempo assoluto, per quel che vale, l’ha ottenuto Sebastian Vettel. Il tedesco della Ferrari ha percorso 134 giri piazzando il crono di 1’06”750 nel corso dell’ultimo run disponibile, 83 millesimi meglio del russo Daniil Kvyat su Red Bull fermo a 113 tornate; più staccato Vandoorne (Mclaren Honda), 127 giri coperti col miglior parziale di 1’07”872 ottenuto su gomme da bagnato pesante.
Nella prima giornata, in condizioni di asfalto meno favorevoli e dunque non comparabili, Ricciardo era svettato in 1’08”713, davanti a Vandoorne (1’09”131) e Raikkonen (1’09”637).