Il talento, eredità paterna, c’è. E Carlos Sainz Jr. non ha tardato a farne sfoggio. Il figlio dell’iridato nei rally non ha tradito le attese, cavandosela egregiamente al debutto nella massima serie: si è dimostrato veloce, coriaceo, già a proprio agio nel Circus; ha tenuto botta con l’altro deb terribile Max Verstappen e si appresta a vivere la sua seconda stagione, quella della potenziale conferma, al volante della Toro Rosso motorizzata Ferrari.

Seguito come un’ombra dal padre-pigmalione e ‘guidato’ dall’esempio di Fernando Alonso, connazionale ed amico per cui nutre assoluto rispetto, Carlos ha ammesso di guardare al bicampione mondiale come suo faro, in pista e fuori.

Non è stato necessario che mi desse dei suggerimenti, perché lo seguo e osservo sempre. - ha confidato Sainz ad Autosport a proposito dell’asturiano - Non è venuto a dirmi “prova questa cosa o pensa a fare quest’altra. Già parlando durante la parata piloti, come mi avete sempre visto fare, o nel paddock, posso imparare. E’ un po’ come uno specchio, nel quale ti vedi riflesso. E’ interessante osservare, imparare e lo scorso anno è stato tutto sull’apprendimento”.

Alonso preso ad esempio dal madrileno anche per la facoltà di far fronte a un frangente di carriera tutt’altro che esaltante. “Sta affrontando un momento difficile della sua carriera ed è interessante vedere come reagisce, come riesce ancora ad appassionarsi e come gestisce tutte queste cose”.

Infine l’auspicio di avere un 2016 esente da problemi tecnici; quella mancanza di affidabilità, imputabile in gran parte alla power unit Renault, che spesso gli ha impedito di concretizzare il proprio potenziale e ottenere gli stessi risultati del compagno di squadra. 

D’ora in avanti sotto al suo cofano spingerà il V6 di Maranello, pur in specifica 2015: un motore che ha dimostrato prestazione e robustezza e che, dunque, autorizza all’ottimismo. “Speriamo che quest’anno tutto sarà risolto e potremo lottare per i punti adeguatamente”.